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Violazione di domicilio e invasione di proprietà in condominio

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(@raffaella-mari)
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Parcheggio abusivo in aree condominiali: conflitto tra proprietà e diritto alla privacy.

Chi occupa, senza alcun diritto, spazi di parcheggio in un cortile condominiale, nonostante l’assenza di autorizzazione da parte di almeno un condomino, commette ben due reati. A chiarire le implicazioni legali correlate alla violazione di domicilio e all’invasione di proprietà in condominio per parcheggio abusivo è la Cassazione con la sentenza n. 31700 del 20 luglio 2023. Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Conseguenze legali di un parcheggio indebito in aree private: violazione del domicilio e invasione di terreni

La persistenza nel parcheggiare veicoli in aree comuni condominiali, a seguito della revoca dell’autorizzazione, configura un duplice reato per l’estraneo al condominio stesso o che non è stato ospitato da uno dei condomini. Le evidenze, incluse fotografie dei veicoli parcheggiati indebitamente e verbali assembleari, possono confermare la violazione di ben due norme penali:

  • l’articolo 633 del Codice Penale che punisce l’invasione di terreni ed edifici;
  • l’articolo 614 del codice penale che punisce la violazione di domicilio, considerando il cortile condominiale parte integrante della ‘appartenenza’ delle abitazioni, in quanto pertinenza della stessa.

La sentenza della Cassazione e le sue implicazioni contro i parcheggi abusivi nei cortili dei condomini

La recente sentenza della Quinta Sezione Penale della Cassazione stabilisce un precedente importante, confermando la condanna per il professionista responsabile del parcheggio selvaggio in un noto condominio di Napoli. Le argomentazioni difensive, basate sulle tensioni interpersonali con l’amministratore o sulla dimensione del complesso residenziale, si sono rivelate inefficaci di fronte alla chiara violazione dei diritti individuali e della proprietà.

Il caso evidenzia come, all’interno della nozione di domicilio, rientrino anche le aree condominiali destinate a servizi comuni, quali i parcheggi, i cui diritti di accesso sono regolati dal consenso collettivo dei proprietari. La disputa per lo spazio di parcheggio, in questo contesto, assume una rilevanza legale, sottolineando l’importanza delle testimonianze e delle prove nell’accertamento delle responsabilità individuali.

Quando il parcheggio abusivo è reato

La giurisprudenza ha chiarito che il parcheggio abusivo può essere considerato reato quando:

  • il parcheggio avviene in un’area privata: si deve trattare di un’area ad uso esclusivo del proprietario o dei condomini, come ad esempio un cortile, un garage o un posto auto assegnato. In tal caso, come detto, si configura sia il reato di violazione di domicilio che di occupazione di terreni altrui;
  • il parcheggio impedisce l’accesso o l’uscita all’area privata: il proprietario o i condomini devono poter liberamente accedere e uscire dall’area privata senza essere ostacolati da veicoli parcheggiati abusivamente. In tal caso scatta il reato di violenza privata;

La Cassazione ha affermato che “il parcheggio abusivo in un’area privata, che impedisce l’accesso o l’uscita all’area stessa, integra il reato di violazione di domicilio, in quanto il proprietario o i condomini hanno il diritto di escludere chiunque dall’area di loro proprietà” (Cass. pen., sez. II, n. 31700/2023).

Se si è proprietari di un’area privata, è opportuno installare cartelli di divieto di accesso e divieti di sosta.

In caso di parcheggio abusivo, si può diffidare il parcheggiatore a spostare il veicolo.

Se il parcheggiatore non ottempera alla diffida, si può presentare una denuncia per violazione di domicilio.

Il condominio può chiamare il carro attrezzi ma solo con oneri a proprio carico, non trattandosi di suolo pubblico.

 
Pubblicato : 16 Febbraio 2024 19:00