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Trattazione scritta udienze penali: come funziona?

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(@mariano-acquaviva)
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Come si svolge l’udienza telematica? In cosa consiste il rito cartolare introdotto dalla riforma Cartabia per le udienze in Corte d’appello e in Cassazione?

L’emergenza pandemica da Covid-19 ha imposto cambiamenti anche al mondo della giustizia. A lungo le udienze sono state celebrate “a distanza”, avvalendosi degli strumenti di videocollegamento oppure del semplice deposito in cancelleria di note difensive, in modo tale da evitare che le aule dei tribunali si affollassero.

Tali modalità di celebrazione sono state confermate dalla riforma Cartabia, con la conseguenza che, anche a seguito della fine dell’emergenza dovuta al Coronavirus, è ancora possibile la trattazione scritta delle udienze penali. Come funziona? Vediamo cosa dice la legge.

Cos’è l’udienza telematica?

L’udienza telematica è quella che si svolge da remoto, mediante videocollegamento oppure deposito di note scritte.

L’udienza telematica non prevede quindi la presenza fisica delle parti, le quali interloquiscono col giudice collegandosi dal proprio pc oppure semplicemente depositando in cancelleria, sempre da remoto, le proprie richieste.

Trattazione scritta in primo grado

Il giudizio di primo grado si svolge in presenza, a meno che non vi siano specifiche esigenze che impongano la celebrazione da remoto in videocollegamento.

Ciò significa che, come in passato, le udienze davanti al giudice per le indagini preliminari e innanzi al giudice dell’udienza preliminare, nonché in generale ogni udienza dibattimentale, si svolgeranno con la partecipazione fisica di pubblico ministero, difensore ed, eventualmente, imputato.

Il rito cartolare in Corte d’appello

La riforma Cartabia ha invece previsto che la trattazione scritta sia la modalità ordinaria di svolgimento delle udienze in Corte d’appello.

Secondo la legge [1], la corte provvede sull’appello in camera di consiglio senza la partecipazione delle parti. Fino a quindici giorni prima dell’udienza, il procuratore generale deposita la sua requisitoria mentre gli avvocati possono presentare motivi nuovi, memorie e, fino a cinque giorni prima, memorie di replica.

L’appellante e, in ogni caso, l’imputato o il suo difensore possono chiedere di partecipare fisicamente all’udienza.

La richiesta è presentata, a pena di decadenza, nel termine di quindici giorni dalla notifica del decreto di citazione o dell’avviso della data fissata per il giudizio di appello.

Quando la richiesta è ammissibile, la corte dispone che l’udienza si svolga con la partecipazione delle parti e indica se l’appello sarà deciso a seguito di udienza pubblica o in camera di consiglio.

La corte può inoltre disporre d’ufficio che l’udienza si svolga con la partecipazione delle parti:

  • se le questioni sottoposte al suo esame sono particolarmente delicate;
  • quando ritiene necessario procedere alla rinnovazione dell’istruzione dibattimentale, ad esempio per ascoltare nuovi testimoni o disporre una perizia tecnica.

In buona sostanza, in Corte d’appello si applica la trattazione scritta, nel senso che l’udienza si svolge senza la presenza fisica delle parti ma con il deposito di note, a meno che:

  • le parti non facciano richiesta, entro quindici giorni, di voler presenziare di persona;
  • la corte non ritenga importante che la trattazione sia orale, cioè in presenza, per via dell’importanza del procedimento o della necessità di rinnovare l’istruttoria.

Il rito cartolare in Corte di Cassazione

La trattazione scritta vista per il giudizio penale in Corte d’appello si applica anche per i procedimenti davanti alla Corte di Cassazione.

Secondo la legge [2], la Suprema Corte provvede sui ricorsi in camera di consiglio, giudicando sui motivi, sulle richieste del procuratore generale e sulle memorie difensive senza la partecipazione del procuratore generale e dei difensori.

Fino a quindici giorni prima dell’udienza il procuratore generale presenta le sue richieste e tutte le parti possono presentare motivi nuovi, memorie e, fino a cinque giorni prima, memorie di replica.

È possibile chiedere che l’udienza si svolga in presenza con richiesta irrevocabile da presentare nel termine di dieci giorni dalla ricezione dell’avviso di fissazione dell’udienza.

Quando ritiene ammissibile la richiesta proposta, la Corte di Cassazione dispone che l’udienza si svolga con la partecipazione del procuratore generale e dei difensori.

La Suprema Corte può inoltre disporre d’ufficio la trattazione del ricorso in udienza pubblica o in camera di consiglio con la partecipazione del procuratore generale e dei difensori per la rilevanza delle questioni sottoposte al suo esame, dandone comunicazione alle parti mediante l’avviso di fissazione dell’udienza.

 
Pubblicato : 22 Settembre 2023 12:00