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Tfr agli eredi del lavoratore deceduto

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(@paolo-remer)
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Trattamento di fine rapporto del dipendente defunto: a chi va e come ottenerlo.

Chi ha lavorato a lungo ha anche accumulato una discreta cifra nel Tfr, il trattamento di fine rapporto, spesso chiamato anche liquidazione, o buonuscita; ma se muore prima di aver terminato il suo rapporto di lavoro dipendente non può più percepire direttamente quanto gli spetta. In queste tristi situazioni si apre il fenomeno della successione del Tfr agli eredi del lavoratore deceduto. In questo articolo ti spiegheremo a chi va e cosa bisogna fare per richiederlo ed ottenerlo. Ti parleremo anche dei casi speciali, come i figli superstiti ma ancora minorenni e gli ex coniugi divorziati.

Tfr: cos’è e come si calcola

Il Tfr – acronimo di: trattamento di fine rapporto – è un’indennità che spetta al lavoratore dipendente al momento della cessazione del rapporto di lavoro, come avviene nei casi di dimissioni, licenziamento o collocamento in pensione.

Il Tfr costituisce una quota di retribuzione differita, che viene periodicamente accantonata dal datore di lavoro. L’importo del Tfr viene calcolato in base alla retribuzione annua lorda (RAL) diviso per 13,5 e moltiplicato per il numero degli anni di lavoro. Ad esempio, un lavoratore dipendente con 10 anni di anzianità e una RAL di 30mila euro dovrebbe percepire, alla fine del rapporto, una somma pari a 22.222 euro, ma questa cifra deve essere annualmente rivalutata in base ad appositi coefficienti per tenere conto dell’aumento del costo della vita, in base all’andamento del tasso di inflazione misurato dagli indici ISTAT.

In particolare, il coefficiente di rivalutazione del Tfr è composto da due parti: una parte fissa, pari all’1,5%, e una parte variabile, che dipende dall’incremento dell’indice dei prezzi al consumo (IPC) misurato nel periodo di riferimento. Questa rivalutazione del Tfr viene applicata alle somme accantonate ogni anno, in modo da mantenere il loro valore reale nel tempo, senza subire decurtazioni per effetto dell’inflazione.

Tfr del lavoratore deceduto: a chi va?

In caso di decesso del dipendente, il datore di lavoro è tenuto a versare senza ritardo il Tfr agli eredi legittimi o testamentari; a questi soggetti spetta anche la retribuzione maturata e non ancora pagata, compresi i ratei della tredicesima mensilità ed altre eventuali spettanze (indennità, premi di produzione, ferie non godute, ecc.), nonché, se prevista, l’indennità sostitutiva del preavviso.

L’unica particolarità è che il Tfr è indipendente dall’accettazione dell’eredità, quindi va erogato agli eredi anche in caso di loro rinuncia all’eredità, mentre le altre spettanze legate al rapporto di lavoro del defunto per essere percepite dai superstiti richiedono l’accettazione (tranne l’indennità sostitutiva del preavviso). Pertanto chi rinuncia all’eredità conserva inalterato, nonostante la volontaria perdita dei diritti successori, il diritto alla percezione del Tfr.

Nello specifico, e in assenza di disposizione testamentaria, il Tfr deve essere erogato al coniuge (se non è separato con addebito) e ai figli del lavoratore deceduto, o – se erano con lui conviventi e a suo carico – ai parenti entro il 3° grado e agli affini entro il 2° grado. Se tra gli aventi diritto vi sono minorenni occorre l’autorizzazione del giudice tutelare.

Le rispettive proporzioni di ripartizione del Tfr tra gli eredi sono stabilite in base alle quote di legittima spettanti o secondo le disposizioni testamentarie lasciate dal lavoratore defunto. In caso di contestazioni e in assenza di accordo tra gli aventi diritto, il Tfr verrà ripartito «secondo il bisogno di ciascuno» – come prevede l’articolo 2122 del Codice civile, intitolato «indennità in caso di morte»- in base a quanto disposto dal giudice civile al quale gli interessati hanno presentato ricorso.

Il Tfr spetta anche al coniuge divorziato e non risposato, se è titolare di assegno divorzile, nella misura del 40% della somma riferita ai periodi di lavoro coincidenti con il matrimonio, e compreso anche il tempo della separazione legale [1].

Tfr agli eredi: quali documenti servono?

Per erogare il Tfr agli eredi occorrono i seguenti documenti, da fornire al datore di lavoro:

  • codice fiscale e generalità anagrafiche complete dei richiedenti, con la specificazione della quota percentuale di Tfr spettante a ciascuno;
  • stato di famiglia da cui risulti la composizione del nucleo familiare alla data del decesso del lavoratore;
  • certificato di morte del lavoratore defunto;
  • per il coniuge, atto notorio da cui risulta che il matrimonio era in atto al momento del decesso, oppure sentenza di separazione o di divorzio;
  • per i figli minorenni, autorizzazione del giudice tutelare alla riscossione del Tfr (va presentata alla sezione Volontaria Giurisdizione del tribunale territorialmente competente);
  • per i parenti o affini diversi dal coniuge e dai figli, atto notorio attestante il rapporto di parentela o di affinità e la vivenza a carico del lavoratore defunto;
  • le coordinate bancarie (codice Iban) o postali su cui si desidera ricevere l’importo del Tfr spettante.

Per i dipendenti pubblici, il Tfr – chiamato anche Tfs, trattamento di fine servizio o indennità di buonuscita – del lavoratore deceduto va richiesto dai familiari superstiti all’Inps presentando la domanda online sul portale dell’Istituto o avvalendosi di intermediari abilitati, come i Caf ed i Patronati.

Come viene tassato il Tfr versato agli eredi?

Il Tfr è soggetto a tassazione Irpef e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno della sua percezione. Questo emolumento però non viene tassato come un normale reddito prodotto dell’anno, bensì, in considerazione della sua formazione progressiva e cumulativa, sconta un’aliquota di tassazione separata, molto più favorevole di quella ordinaria, che viene calcolata dall’Agenzia delle Entrate in base alle regole previste dall’articolo 17 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) e dall’articolo 2120 del Codice Civile.

Il datore di lavoro che eroga il Tfr agli aventi diritto sottopone, in qualità di sostituto d’imposta, le somme ad una ritenuta d’acconto e deve rilasciare ai percettori la Cu (Certificazione Unica). Chi ha deciso di far confluire il Tfr in un fondo pensione beneficia di una tassazione ancor più favorevole, che parte dal 15% e scende al 9% in base al numero di anni di iscrizione alla previdenza integrativa.

Anche l’erogazione del Tfr agli eredi del lavoratore deceduto segue le medesime regole, con l’unica differenza che ciascuno dei beneficiari dovrà dichiarare soltanto la sua quota parte, non l’intero importo, e verrà tassato in proporzione a tale ammontare.

 
Pubblicato : 21 Marzo 2024 17:30