Ho parcheggiato l’auto in un’area a pagamento, ma non ho fatto in tempo a tornare prima che scadesse il grattino: a quale sanzione andrò soggetto?

Malgrado i frequenti moniti ad evitare qualsivoglia emissione di gas nocivi, gli Italiani tendono sempre più marcatamente a preferire l’auto ai mezzi di trasporto pubblico, complice anche l’inefficienza di questi ultimi nelle aree del Mezzogiorno: ecco spiegate, dunque, le molteplici difficoltà a trovare parcheggio riscontrate dagli utenti motorizzati della strada.

Se una riunione di lavoro, una partita a tombola, e via dicendo finiscono con un minuto di ritardo rispetto al previsto e, pertanto, mi fanno scadere il tempo di sosta…commetto un illecito? Se sì, a quale sanzione andrò soggetto?

Nei paragrafi che seguono, premessa una breve analisi riguardo al funzionamento delle aree di parcheggio, si risponderà a tale quesito.

Le strisce blu e le strisce bianche a tempo: come funzionano? 

Il vigente Codice della Strada concede ai Comuni la facoltà di istituire zone di parcheggio a pagamento, che vanno delimitate mediante strisce di colore blu: per sostarvi, gli automobilisti sono tenuti ad esporre un contrassegno attestante l’avvenuto pagamento della tariffa stabilita dal Comune stesso, ovvero comprovante il diritto all’esonero dal corrisponderla (ad esempio, perché diversamente abili o residenti nella zona di sosta).

Unitamente all’importo pagato, il tagliando riporta l’orario in cui il conducente deve terminare la sosta: ciò implica che, se il veicolo dovesse permanere anche solo un minuto in più, il soggetto interessato sarà passibile di sanzione amministrativa.

Il medesimo discorso vale per le aree non a pagamento (demarcate con strisce bianche) al cui interno è possibile sostare indicando, tramite apposito disco od a penna, l’ora di inizio stazionamento (art. 157 CdS), rispettando il limite di tempo fissato dal Comune (l’esempio più tipico è quello del pannello integrativo che riporta la dicitura «1 ora»).

Le strisce bianche sono obbligatorie, o no?

Il Codice, poi, precisa che, in tutte le aree ove il Comune si sia avvalso della facoltà illustrata nel paragrafo precedente, sarà tenuto, in ogni caso, ad assicurare la presenza di  parcheggi «liberi», tali da intendersi quelli non a pagamento e senza limiti d’orario [2]: essi sono delimitati da strisce di colore bianco.

I Comuni, però non possono tracciare stalli di sosta ovunque: il Legislatore puntualizza a tal riguardo che le aree adibite allo stazionamento vanno realizzate fuori dalla carreggiata e, comunque, in modo tale da permettere la scorrevolezza del traffico. Esemplificando, non è possibile segnare con strisce una strada stretta a due sole corsie.

In quale sanzione incorro se sosto oltre il tempo consentito?

Come già sottolineato in apertura, chi supera il limite orario della sosta incorre in una sanzione amministrativa.

Tuttavia, un comunicato dell’allora Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, recante la data del 20 marzo 2014, ha precisato a tal proposito che il sostare oltre il tempo per il quale si è corrisposto l’importo fissato dal Comune non configura alcun illecito amministrativo, poiché, a tenore dell’art. 157, comma VI, CdS, l’unico obbligo che grava sul conducente che fruisca delle aree a pagamento od a tempo è quello di esporre visibilmente il tagliando (detto altrimenti contrassegno o, atecnicamente «grattino») sulle strisce blu ed il disco orario (od il foglio con l’orario d’inizio sosta) su quelle bianche a tempo.

Il dicastero sunnominato traccia una linea di demarcazione ben precisa, affermando che la mancata esposizione, rispettivamente, del contrassegno e del disco orario integra una violazione al Codice della Strada, mentre lo sforare i limiti di tempo è da considerarsi, invece, un inadempimento contrattuale (dunque, un illecito di natura civile).

Ne consegue, pertanto, che chi sosta oltre il tempo consentito dovrà pagare solamente la differenza!