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Telecamera: quando si consuma il reato di interferenza illecita?

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(@consulenze)
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Ho scoperto di essere stata spiata per quasi due anni da un congiunto e forse anche da altri, attraverso la app di videosorveglianza del mio appartamento. Non penso di poter sporgere denuncia, data l’assenza di prove. Pertanto, la mia domanda verte soprattutto in campo informatico: se è possibile risalire ai vari accessi avvenuti nel dispositivo.

Il reato che si configurerebbe nella fattispecie è quello di interferenza illecita nella vita privata altrui, disciplinato all’art.615 bis c.p.p., il quale stabilisce che chiunque, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.

Tuttavia, non integra il reato di illecita interferenza nella vita altrui la condotta di chi, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva, in un’abitazione in cui sia lecitamente presente, sia quale convivente che ospite occasionale, filmi scene di vita privata. Costituisce infatti elemento rilevante ai fini della sussistenza del reato il fatto che l’agente riprenda immagini di luoghi in cui non sia ammesso, concretizzandosi in tale aspetto l’atto di interferenza nell’ambito privato altrui. Costituiscono poi elementi necessari la compartecipazione dell’autore alle riprese dell’evento ed il disvalore obiettivo delle immagini riprese (Cassazione penale, sez. V, 05/07/2019, n. 46158).

Pertanto, occorre capire se chi ha violato tale sfera privata era soggetto convivente, o comunque autorizzato a stare all’interno del Suo domicilio.

In quel caso, si potrebbe solo recriminare una violazione della privacy nella parte in cui si comprova che le immagini siano state trasmesse ad altri soggetti non autorizzati.

Certo è che per sporgere denuncia, come da Lei correttamente dedotto, è il caso di avere quantomeno degli indizi gravi, precisi e concordanti; diversamente, si rischierebbe una controdenuncia per calunnia.

Per ottenere questi indizi, non credo sia utile risalire agli accessi effettuati nel dispositivo; difatti, questi accessi – seppur rilevabili per il tramite dei gestori del software – non permetterebbero al tecnico di risalire a chi effettivamente ha effettuato l’accesso illecito nelle videoriprese.

In sostanza, Lei potrebbe avere prova di accessi illeciti, ma non potrà responsabilizzare nessuno per quell’accesso, se non tramite altri indizi.

Si sostanzierebbe, in sintesi, in una denuncia contro ignoti, che avrebbe una rilevanza piuttosto relativa.

Per tali ragioni, Lei potrebbe provare ad inviare una richiesta legale al software di gestione del dispositivo di videosorveglianza, chiedendo se sia possibile risalire agli accessi, anche al fine di identificare, seppur soggettivamente, chi avrebbe potuto eseguire quegli accessi non consentiti.

Dopodiché, Lei avrebbe comunque un onere molto gravoso, quello di individuare altre prove documentali, o testimoni oculari che possano dimostrare la violazione del Sua privacy.

Diversamente, Le consiglierei di soprassedere, al fine di evitare di sostenere inutili spese legali.

Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Salvatore Cirilla

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Pubblicato : 17 Dicembre 2022 07:30