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Spinello sul lavoro: causa di licenziamento?

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(@angelo-greco)
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Si può licenziare un dipendente che fuma cannabis durante l’orario di lavoro o che viene trovato in possesso di una canna?

Sulla possibilità di licenziare il dipendente trovato a fumare uno spinello sul lavoro la giurisprudenza sembra apparentemente divisa. In realtà ogni pronuncia tiene conto delle circostanze concrete in cui la vicenda si inserisce, del quantitativo di droga trovato nelle tasche del dipendente, ma soprattutto della delicatezza delle funzioni da questi svolte. È chiaro infatti che può essere causa di licenziamento uno spinello fumato sul lavoro da un autista di pullman o da un addetto alla vigilanza notturna (posti gli effetti soporiferi che può avere la marijuana).

Chi invece svolge funzioni molto più meccaniche e senza contatto col pubblico (si pensi all’addetto alle pulizie) ben potrebbe essere perdonato o sanzionato con una misura meno grave del licenziamento.

Detto ciò vediamo come la Cassazione ha trattato il possesso di droga per uso personalesul lavoro o in situazioni extralavorative (ad esempio durante il weekend).

Lavoratore trovato a fumare uno spinello fuori dal lavoro può essere licenziato?

Due sentenze della Cassazione giungono a un risultato opposto.

Con una prima pronuncia la Corte ha ritenuto illegittimo il licenziamento del lavoratore trovato in possesso di marijuana sul lavoro senza però consumarla. Se il quantitativo di sostanza è tale da far presumere l’uso personale e non lo spaccio, il fatto che l’assunzione della droga venga rinviata a un momento successivo alla fine del turno non può incidere sul rapporto di fiducia che il datore deve porre in lui. Il comportamento non si può quindi ritenere di gravità tale da determinare la risoluzione del contratto di lavoro.

Con una ulteriore sentenza (sent. n. 6498/2012) la stessa Cassazione ha invece ritenuto che fumare una canna fuori dal lavoro, in una notte d’estate tra amici, può essere causa di licenziamento. E ciò perché il fatto di possedere droga potrebbe essere segno di cattive frequentazioni proprio perché il detentore, che si deve necessariamente rivolgere allo spacciatore per potersi procurare la droga, dimostra così di avere amicizie poco raccomandabili e pericolose.

La frequentazione degli stessi ambienti sociali e della stessa “gente” determina necessariamente una lesione del rapporto di fiducia intercorrente tra il datore di lavoro e il lavoratore soprattutto nell’ipotesi, come quella del caso di specie, in cui il lavoratore è dipendente di un Istituto di credito, rapporto di lavoro che necessita l’adozione di condotte assolutamente trasparenti e che è inconciliabile ed incompatibile con i comportamenti posti in essere dal lavoratore.

Secondo la Corte, dunque, l’affidamento che l’azienda fa sul dipendente potrebbe essere irrimediabilmente inficiato anche dal possesso, da parte di quest’ultimo, di una piccola quantità di marijuana per uso personale. Ciò consentirebbe un licenziamento per “giusta causa”, ossia senza neanche il preavviso. Tale sanzione, secondo i giudici, sarebbe del tutto proporzionata alla gravità della condotta posta dal lavoratore, in quanto non consentirebbe la prosecuzione neppure provvisoria del rapporto.

Quanta droga si può portare al lavoro?

Una cosa, dinanzi a questa apparente contraddittorietà della giurisprudenza, è sicuramente certa: quando il quantitativo di droga trovato in possesso del dipendente – sia durante il lavoro che fuori – sia tale da far ritenere che la stessa sia destinata allo spaccio, il licenziamento è sempre legittimo. E ciò perché, da un lato, si tratta di un comportamento particolarmente grave; dall’altro perché la giurisprudenza ha detto che anche le condotte extralavorative integranti reati gravi possono condurre al licenziamento.

Per conoscere quali sono i criteri per stabilire quando la droga è destinata a uso personale o allo spaccio leggi il nostro approfondimento dal titolo Che succede se mi trovano droga?

Posso essere licenziato per aver fumato uno spinello sul lavoro?

Possiamo ora affrontare il tema dell’assunzione della marijuana direttamente sul luogo di lavoro. Il consumo di droghe leggere da parte di un lavoratore, specialmente in ruoli delicati, può essere causa di licenziamento. Se un datore di lavoro scopre un suo dipendente in possesso di marijuana, potrebbe procedere al licenziamento, anche se il dipendente ha sempre tenuto una condotta esemplare.

L’elemento discriminante per stabilire quale sanzione possa adottare il datore è il contesto lavorativo e le mansioni espletate dal dipendente. Ad esempio, il consumo di marijuana da parte di un insegnante o di un maestro di un asilo è sicuramente molto grave e merita la sfiducia del datore con conseguente licenziamento.

La Cassazione valuta quindi la delicatezza delle mansioni assegnate al dipendente e il potenziale impatto del consumo di sostanze stupefacenti sulla sua capacità di svolgere il lavoro e/o sul rapporto con la clientela. Se il comportamento del lavoratore, anche al di fuori dell’ambiente lavorativo, può avere un riflesso sulle aspettative di adempimento delle mansioni o sulla sua figura morale, specialmente in ruoli pubblici, può essere considerato motivo di licenziamento.

 
Pubblicato : 23 Gennaio 2024 11:54