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Spese processuali: come si calcolano?

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(@mariano-acquaviva)
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Cosa sono le spese legali? Cos’è il principio di soccombenza? Come fa il giudice a calcolare l’importo delle spese che ha anticipato l’attore?

La giustizia italiana è lenta e costosa. Per iniziare una causa civile, infatti, occorre anticipare alcune spese che solo in caso di vittoria verranno poi rimborsate dalla parte soccombente. Insomma: a meno che non si abbiano i requisiti per l’accesso al gratuito patrocinio, chi chiede di accedere alla giustizia deve pagare. È in questo contesto che si inserisce il seguente quesito: come si calcolano le spese processuali?

Come diremo tra un istante, le spese processuali vanno tenute distinte da quelle legali, sebbene poi il giudice provveda a liquidarle insieme al termine del giudizio, con la sentenza che stabilisce chi ha ragione e chi torto. Approfondiamo meglio l’argomento.

Cosa sono le spese processuali?

Le spese processuali (o di giudizio) sono i costi di giustizia, cioè tutte le somme che bisogna versare affinché un procedimento, civile o penale che sia, possa celebrarsi.

Ad esempio, in un ordinario processo civile le spese processuali sono rappresentate dal contributo unificato e dai diritti di cancelleria necessari per iscrivere la causa a ruolo, dai costi di notifica, dalla marca da bollo per le copie, ecc.

Ma non solo: sono costi processuali anche quelli legati alla nomina del ctu il quale, essendo un ausiliario del giudice, va comunque pagato dalle parti. A tal proposito, si legga l’articolo dal titolo Chi paga le spese per il consulente tecnico?

Cosa sono le spese legali?

Le spese legali sono quelle che servono a pagare l’avvocato. In altre parole, esse corrispondono all’onorario del difensore.

Chi intende affrontare un procedimento deve pertanto mettere in conto di dover anticipare tanto le spese processuali quanto quelle legali, salvo poi ottenerne la restituzione nel caso di esito positivo della causa, come vedremo di qui a un istante.

Chi paga le spese processuali?

Come ricordato, le spese processuali sono anticipate dalla parte che per prima ricorre alla giustizia. Chi intende promuovere una causa civile dovrà pertanto pagare il contributo unificato necessario per la sua iscrizione a ruolo, oltre a tutte le altre spese occorrenti (notifiche, ecc.).

Stesso dicasi, ovviamente, per le spese legali, cioè per la parcella del proprio avvocato, il quale legittimamente potrà pretendere degli acconti.

Al termine del procedimento, il giudice porrà tutte queste spese a carico della parte soccombente, cioè di colui che ha perso la causa.

Ad esempio, il debitore condannato a pagare il debito che ha nei confronti del creditore dovrà anche rimborsare tutti le spese, processuali e legali, che questi ha dovuto versare per ottenere giustizia.

Possiamo quindi affermare che, in base al principio di soccombenza, chi perde paga le spese processuali e legali, nella misura stabilita dal giudice all’interno del proprio provvedimento.

Come si calcolano le spese processuali?

Il calcolo delle spese processuali viene fatto in virtù dei costi di giustizia resi pubblici dallo Stato e costantemente aggiornati.

Di seguito la tabella del contributo unificato da pagare nel caso di iscrizione di una causa civile ordinaria di primo grado:

Valore della Causa Contributo
Valore fino a € 1.100,00 € 43,00
Valore superiore a € 1.100,00 e fino a € 5.200,00 € 98,00
Valore superiore a € 5.200,00 e fino a € 26.000,00 € 237,00
Valore superiore a € 26.000,00 e fino a € 52.000,00 € 518,00
Valore superiore a € 52.000,00 e fino a € 260.000,00 € 759,00
Valore superiore a € 260.000,00 e fino a € 520.000,00 € 1.214,00
Valore superiore a € 520.000,00 € 1.686,00

Il giudice, nel calcolare le spese processuali da liquidare in sentenza, terrà conto del valore della causa, dalla quale può evincere il contributo unificato che ha anticipato l’attore (maggiorato di 27 euro, pari ai diritti di cancelleria).

Nel determinare le spese da pagare, il giudice tiene conto anche dell’eventuale nomina di ctu: anche il compenso del consulente, infatti, viene solitamente posto a carico del soccombente.

In conclusione, possiamo affermare che le spese processuali civili si calcolano in base al valore della controversia (da cui si evince l’importo del contributo unificato versato per l’iscrizione a ruolo della causa) e alle concrete attività che si sono svolte al suo interno, necessarie per giungere alla sentenza finale.

Come si calcolano le spese legali?

Il giudice calcola le spese legali in base ai parametri forensi stabiliti dalla legge (anch’essi pubblici e periodicamente aggiornati).

Anche l’importo della parcella del difensore è proporzionato al valore della controversia. Ad esempio, per un ordinario giudizio civile di primo grado del valore non superiore a 26mila euro la legge prevede un onorario (medio) di circa 5mila euro.

Il giudice potrà ovviamente vedere al ribasso o al rialzo tale valore, sulla base della concreta attività svolta durante il procedimento, della complessità e della durata dello stesso.

Si badi bene: le spese legali liquidate dal giudice non necessariamente devono corrispondere a quelle che l’avvocato ha pattuito col proprio cliente, cosicché le prime potrebbero anche non coprire per intero la parcella che l’assistito ha accettato.

Se prima di intraprendere una causa civile il cliente accetta il preventivo dell’avvocato pari a 4mila euro, non potrà poi pretendere che questi rinunci a una parte della parcella se le spese legali liquidate in sentenza (e poste a carico della controparte) sono pari a 3mila euro.

In pratica, l’accordo tra avvocato e cliente prevale sulla liquidazione stabilita dal giudice.

 
Pubblicato : 21 Agosto 2023 17:15