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Si riduce il mantenimento se i figli stanno molto tempo dal padre?

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(@raffaella-mari)
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Il tempo trascorso dai figli con il padre può influenzare l’ammontare dell’assegno di mantenimento?

Cosa succede all’assegno di mantenimento quando i figli trascorrono una quantità significativa di tempo con il genitore non collocatario? Si tratta di un quesito che spesso divide i genitori separati.

In passato la Cassazione ha sempre detto che l’importo dovuto a titoli di alimenti è insensibile al fatto che, ad esempio durante le vacanze, i figli trascorrano uno o due mesi con il padre: l’ammontare resta sempre lo stesso visto che viene calcolato dal giudice su base annua ma solo per comodità è diviso in 12 mensilità.

Ma ora la Corte sembra aver fatto un passo indietro. Di recente i giudici sono stati chiamati a esprimersi nuovamente su questo medesimo quesito: si riduce il mantenimento se i figli stanno molto tempo dal padre?

Nel presente articolo, analizzeremo il recente caso in cui la Cassazione ha affrontato questo delicato argomento, esaminando come il tempo passato dai figli con il genitore non collocatario può effettivamente influenzare la somma dell’assegno divorzile o di quello liquidato all’indomani della separazione.

Quali sono i fattori che influenzano l’assegno di mantenimento?

Prima di tutto, è importante notare che non esiste un criterio fisso che determina l’importo dell’assegno di mantenimento. L’articolo 337-ter del Codice Civile stabilisce che i principali fattori di riferimento sono:

  • le esigenze attuali del figlio (sicché il mantenimento può anche variare – e di solito crescere – con l’età del figlio);
  • il tenore di vita goduto dal figlio stesso finché conviveva con entrambi i genitori. Difatti i genitori devono garantire al figlio le stesse capacità che loro stessi hanno.

Inoltre, si considerano le risorse economiche di entrambi i genitori e il valore economico delle attività domestiche e di cura fornite ai figli da ciascun genitore.

Come può influire il tempo trascorso dai figli con il genitore non collocatario?

La Corte di Cassazione (con ordinanza 15693, sezione Prima del 05-06-2023) ha recentemente stabilito che il tempo che un figlio passa con il genitore non collocatario può influire sulla misura dell’assegno di mantenimento. Se, ad esempio, un figlio passa lunghi periodi con il genitore non collocatario (come nel caso di un padre la cui figlia trascorreva molto tempo con lui mentre la madre era all’estero), l’assegno di mantenimento può essere ridotto. Non parliamo quindi dei 15 giorni del mese di agosto che di certo non influiscono sugli alimenti. Si deve trattare di un tempo piuttosto prolungato.

Come si valutano le risorse economiche dei genitori?

La valutazione delle risorse economiche dei genitori non è limitata al reddito documentato. Il giudice deve prendere in considerazione anche altri elementi economici, come disponibilità monetarie, investimenti in titoli e beni mobili. Se una delle parti contesta specificamente, il giudice deve esaminare attentamente le risorse economiche di ciascun genitore.

Immaginiamo il caso di una madre che vive all’estero per lavoro e il padre che si occupa della figlia per lunghi periodi. Se il padre presentasse un ricorso, la corte potrebbe considerare il tempo che la figlia passa con lui come un “mantenimento diretto”, e quindi ridurre l’importo del mantenimento che il padre dovrebbe alla madre.

Conclusione

Tra i giudizi ha iniziato a far breccia l’interpretazione secondo cui l’ammontare degli alimenti dovuti ai figli può essere calcolato, oltre che sulla base del tenore di vita dei genitori (e quindi delle loro possibilità) e delle necessità del figlio, anche dei tempi di permanenza di quest’ultimo presso ciascun genitore.

Chiaramente, ogni caso riguardante l’assegno di mantenimento è unico e dipende da vari fattori, compreso il tempo che i figli passano con il padre e con la madre. È importante consultare un avvocato o un consulente legale per comprendere appieno le implicazioni di queste situazioni.

 
Pubblicato : 7 Giugno 2023 11:15