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Si può sfrattare l’inquilino ai domiciliari?

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(@mariano-acquaviva)
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Il conduttore può ospitare amici e parenti? Si può affittare il proprio immobile a chi si trova agli arresti? Cosa succede se l’imputato sfrattato non ha casa?

La legge tutela l’inquilino che vive in affitto. Questa protezione è dimostrata dal fatto che il conduttore non può essere mandato via se non alla scadenza del contratto, oppure nelle ipotesi in cui egli sia inadempiente ai propri obblighi. Ad esempio, è sicuramente possibile mandare via l’inquilino che non paga regolarmente il canone. Ma cosa succede se il conduttore si trova agli arresti domiciliari? È possibile ottenere il rilascio dell’immobile? In altre parole: si può sfrattare l’inquilino ai domiciliari?

Si tratta di una situazione certamente delicata, visto che si contrappongono due posizioni: da un lato, il diritto del proprietario a ottenere la disponibilità del proprio immobile a fronte dell’inadempimento del conduttore; dall’altro, l’obbligo dell’inquilino di non allontanarsi di casa e di avere la disponibilità di un luogo in cui scontare la misura cautelare. Quale situazione prevale? Si può sfrattare l’inquilino ai domiciliari? Vediamo cosa dice la legge.

L’inquilino può ospitare una persona ai domiciliari?

Cominciamo subito con un’importante precisazione: è possibile ospitare in casa una persona che si trova agli arresti domiciliari. Tanto vale anche per l’inquilino che vive in affitto, il quale non deve chiedere alcun permesso al proprietario di casa.

Come spiegato nell’articolo dal titolo Affitto: si possono ospitare parenti o amici?, il conduttore può sempre accogliere nella casa in cui vive altre persone, essendo nulla la clausola contrattuale che dovesse prevedere il contrario.

Sul punto la Corte di Cassazione [1] è molto chiara: il conduttore può ospitare, anche per lungo tempo, altre persone all’interno dell’immobile locato senza per questo violare agli obblighi contrattuali assunti.

In sintesi, anche l’inquilino che vive in affitto può ospitare, all’interno dell’immobile locato, una persona che si trova ai domiciliari.

Si può fittare casa a una persona ai domiciliari?

È ugualmente legale fittare la propria casa a una persona che si trova agli arresti domiciliari: nessuna norma, infatti, proibisce di accogliere una persona ristretta per ordine del giudice.

Il contratto di locazione stipulato con una persona ai domiciliari è quindi perfettamente valido ed efficace.

Si può sfrattare l’inquilino agli arresti domiciliari?

Veniamo ora al problema di fondo del presente articolo: si può sfrattare l’inquilino ai domiciliari? Mettiamo il caso che il conduttore agli arresti si sia reso inadempiente all’obbligo di pagare i canoni. In un’ipotesi del genere, il proprietario può intimargli lo sfratto oppure deve attendere la fine dei domiciliari?

A questa domanda ha risposto la giurisprudenza [2], secondo cui la scelta del luogo ove scontare la misura cautelare non può costituire una circostanza ostativa all’esecuzione dello sfratto. In soldoni: chi sta agli arresti domiciliari non può accampare tale scusa per evitare il rilascio dell’immobile.

Tra le due esigenze (quella del locatore di ottenere lo sfratto e quella del conduttore di rispettare i domiciliari presso la residenza indicata al giudice penale), quindi, prevale quella del proprietario di casa a ottenere il suo immobile.

In un caso del genere, quindi, dovrà essere la persona ai domiciliari a trovare una nuova sistemazione, indicando al giudice il nuovo luogo ove sconterà i domiciliari.

Tanto sembra essere confermato anche dalla legge, laddove dice che gli arresti domiciliari non possono scontarsi presso un immobile occupato abusivamente [3].

Si può sfrattare l’inquilino ai domiciliari se non ha altro luogo dove andare?

Alle stesse conclusioni si deve giungere anche nell’ipotesi in cui l’inquilino ai domiciliari, una volta sfrattato, non sappia in quale luogo andare per scontare la misura cautelare.

In altre parole, può essere cacciato di casa anche il conduttore agli arresti che non possiede altra sistemazione. La conseguenza è che, non essendo più attuabile la misura degli arresti, al soggetto dovrà necessariamente essere applicata la custodia cautelare in carcere.

Infatti, la Corte di Cassazione [4] sostiene che gli arresti domiciliari debbano essere revocati quando manchi la condizione essenziale per la relativa esecuzione, e cioè l’insussistenza un domicilio presso il quale scontare la misura.

È quindi legittima l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nel caso in cui il giudice ritenga che la pericolosità del soggetto da sottoporre a cautela possa essere neutralizzata attraverso l’applicazione degli arresti domiciliari, ma il predetto soggetto non disponga di un domicilio idoneo [5].

Insomma: se l’inquilino ai domiciliari viene sfrattato e non sa dove andare, sarà costretto a scontare la misura cautelare in carcere.

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Pubblicato : 9 Gennaio 2023 11:45