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Si può lavorare con la Naspi

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(@angelo-greco)
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Assegno di disoccupazione: guida su come mantenere la NASPI con un nuovo lavoro: limiti di reddito e obblighi comunicativi.

Molti si chiedono se si può lavorare con la Naspi ossia continuando a ricevere l’assegno di disoccupazione da parte dell’Inps. La risposta dipende dal tipo di lavoro intrapreso e, soprattutto, dal reddito generato. In questo articolo, esaminiamo le regole dettate dalla normativa italiana. Vedremo qual è il limite di reddito per lavoro autonomo e dipendente che non bisogna superiore per non perdere la Naspi. Ma procediamo con ordine.

Posso lavorare come autonomo mantenendo la NASPI?

Sì, è possibile intraprendere un’attività lavorativa autonoma mantenendo la NASPI, a condizioni specifiche.

Il reddito annuo derivante da questa attività non deve superare i 5.500 euro. Inoltre, è necessario comunicare all’INPS il reddito previsto entro un mese dall’inizio dell’attività o dalla richiesta di NASPI, se l’attività era già in corso.

La NASPI verrà ridotta dell’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di godimento dell’indennità. Tale riduzione viene ricalcolata annualmente alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

Per consentire il calcolo della riduzione dell’80% in funzione del reddito previsto, all’inizio di ogni nuovo anno di percezione successivo al primo il beneficiario della NASPI deve effettuare entro il 31 gennaio una nuova comunicazione del reddito presunto tramite modello NASPI-Com. La mancata comunicazione del reddito per gli anni di prestazione successivi al primo non determina, tuttavia, la decadenza dalla prestazione ma la sua sospensione fino all’acquisizione della nuova comunicazione.

In caso di esonero dalla dichiarazione dei redditi, è obbligatoria una autodichiarazione all’INPS entro il 31 marzo dell’anno successivo.

Cosa succede se ho un lavoro subordinato mentre percepisco la Naspi?

I criteri cambiano se si inizia un’attività lavorativa subordinata.

Se il reddito annuale è superiore a 8.174 euro, si verifica:

  • la decadenza della NASPI se il lavoro supera i 6 mesi;
  • oppure la sospensione d’ufficio per lavori di durata inferiore a 6 mesi.

Se invece il reddito da lavoro dipendente non supera 8.174 euro, la NASPI viene mantenuta in misura ridotta. Tale misura è pari all’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data in cui termina il periodo di godimento dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno.

Tuttavia è necessario comunicare all’INPS il reddito previsto entro 30 giorni dall’inizio del lavoro. Inoltre, il nuovo datore di lavoro non deve avere collegamenti con il precedente datore di lavoro che ha determinato il diritto alla NASPI.

Posso prendere la Naspi se ho due part time e perdo uno dei due?

Anche il lavoratore dipendente, con due contratti di lavoro subordinato a part-time, che perde uno dei due a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale (con procedura di conciliazione), ha diritto alla Naspi a patto che il reddito residuo non superi 8.174 euro annui.

La Naspi subisce una riduzione pari all’80% del reddito previso. Il lavoratore vede comunicare all’INPS, entro 30 giorni dalla domanda di prestazione, il reddito annuo previsto.

Come funziona la liquidazione anticipata della NASPI per lavoro autonomo?

Una possibilità interessante per chi percepisce la NASPI e desidera avviare una propria attività autonoma è quella della liquidazione anticipata. Quest’opzione permette di ricevere in un’unica soluzione l’importo complessivo del trattamento di disoccupazione ancora da erogare.

Ma quali sono i requisiti per la liquidazione anticipata della NASPI? Per poter richiedere la liquidazione anticipata, il lavoratore non deve intraprendere attività di collaborazione coordinata e continuativa (come specificato nella Circolare INPS n. 94 del 12 maggio 2015), ma può iniziare un’attività come libero professionista, avviare un’impresa individuale o sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa che preveda prestazioni lavorative da parte del socio.

Se il beneficiario instaura un rapporto di lavoro subordinato prima della scadenza del periodo per cui è riconosciuta la NASPI, deve restituire integralmente l’anticipazione ricevuta. Questa condizione non si applica se il lavoro subordinato viene instaurato con la cooperativa della quale il lavoratore è socio.

Vediamo ora quali tipi di attività permettono di richiedere la liquidazione anticipata della NASPI. La liquidazione anticipata è disponibile per varie forme di attività autonoma, come specificato nella Circolare INPS n. 174 del 23 novembre 2017 e nella Circolare INPS n. 178 del 26 novembre 2021. Tra queste rientrano le attività professionali esercitate da liberi professionisti, le imprese individuali (commerciali, artigiane, agricole), la sottoscrizione di quote di cooperativa, la costituzione di società unipersonali (Srl, Spa, SRLS) o l’ingresso in società di persone o di capitali.

Come si richiede la liquidazione anticipata NASPI?

Il lavoratore deve presentare domanda all’INPS in via telematica entro 30 giorni dall’inizio dell’attività autonoma o dalla sottoscrizione della quota di capitale sociale della cooperativa. È importante rispettare questa scadenza per non decadere dal diritto alla liquidazione anticipata.

Chi perde un contratto part-time ha diritto alla NASPI?

I lavoratori part-time beneficiano del trattamento di disoccupazione alle stesse condizioni e con le stesse modalità dei lavoratori assunti a tempo pieno: almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

Nel caso di titolarità di diversi rapporti di lavoro a tempo parziale, il diritto alla prestazione sorge nel momento in cui il lavoratore perde l’occupazione che costituisce il maggior sostegno economico.

Nel caso di rapporto di lavoro part-time di tipo verticale su base annua, al lavoratore non spetta la NASPI per i periodi di inattività, posto che la stipulazione di tale tipo di contratto, dipendendo dalla libera volontà del lavoratore contraente, non dà luogo a disoccupazione involontaria nei periodi di pausa.

Conclusioni

In conclusione, lavorare durante il periodo di percezione della NASPI è possibile, ma è necessario rispettare limiti di reddito che, come appena visto, sono di 5.500 euro annui per il lavoro autonomo e di 8.174 per quello dipendente.

La trasparenza e la comunicazione tempestiva all’INPS sono elementi chiave per non perdere il diritto all’indennità o per evitarne la riduzione.

 
Pubblicato : 13 Novembre 2023 08:30