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Si può fare richiesta di accesso filmati di videosorveglianza?

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(@mariano-acquaviva)
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In quali casi è possibile chiedere all’incaricato addetto alla gestione delle registrazioni di visionare oppure di ottenere copia delle immagini?

I sistemi di videosorveglianza sono oramai diffusissimi, presenti praticamente in ogni luogo, nelle strade pubbliche così come negli ambienti privati. Perché la loro installazione sia legale occorre però rispettare alcune regole precise, a tutela della riservatezza delle persone che hanno il diritto di non trovarsi sotto l’occhio delle telecamere.

Con il presente articolo ci concentreremo su un determinato aspetto della questione: vedremo cioè come fare richiesta di accesso ai filmati di videosorveglianza. Mettiamo il caso che una persona, all’uscita dal centro commerciale, scopra che la sua auto è stata urtata. In un’ipotesi del genere, potrebbe chiedere di prendere visione delle registrazioni dell’impianto di videosorveglianza per scoprire chi è il colpevole? Vediamo cosa dice la legge.

Videosorveglianza: quando è legale?

In linea di massima, gli impianti di videosorveglianza sono legittimamente installati nei luoghi pubblici (o aperti al pubblico) per scopi di ordine pubblico e di prevenzione/repressione degli illeciti.

Sono quindi legali le telecamere poste in luoghi trafficati e particolarmente frequentati, al fine di assicurarsi le immagini che possono permettere di scoprire gli autori di illeciti, sia amministrativi (violazione al codice della strada, ecc.) che penali.

Le telecamere non devono però essere puntate sulle proprietà private.

La videosorveglianza è legale anche in luoghi privati, come ad esempio nei pressi delle dimore, purché l’occhio della telecamera non inquadri né la proprietà privata altrui né i luoghi pubblici (come, ad esempio, la strada antistante la propria abitazione), se non nei limiti di quanto sia assolutamente indispensabile per tutelare la proprietà privata.

È infine legale la videosorveglianza in condominio, quando le riprese abbiano ad oggetto le parti comuni, come ad esempio l’androne, il cortile, le scale, ecc.

Riprese videosorveglianza: per quanto tempo sono conservate?

I filmati delle telecamere di videosorveglianza possono essere conservati soltanto per 24/48 ore al massimo, dopodiché devono essere cancellati.

Questa regola è sempre valida, sia per i privati che per le attività commerciali, oltre che per gli impianti di videosorveglianza dei luoghi pubblici, per le telecamere comunali e per quelle della polizia.

Soltanto in circostanze straordinarie viene concesso, a coloro che ne fanno richiesta per validi motivi, il permesso di estendere la conservazione dei filmati.

L’estensione può andare da un minimo di 72 ore fino a una settimana o anche quattordici giorni, a seconda delle circostanze.

Il titolare di un’attività commerciale, ad esempio, può chiedere l’estensione del limite durante i fine settimana e nei periodi di chiusura per ferie, in modo da poter esaminare a posteriori i filmati ripresi dalle telecamere durante quei giorni.

Il Garante per la privacy può concedere l’autorizzazione a estendere il periodo di conservazione dei filmati, ma può decidere anche di non farlo se ritiene che non sussistano le dovute motivazioni.

Impianto di videosorveglianza: si può accedere ai dati?

La domanda che molti si pongono in tema di videosorveglianza è se sia possibile accedere ai dati che essa registra, cioè alle immagini e ai filmati.

Ad esempio, se si ritiene che un impianto di videosorveglianza privato abbia registrato un fatto illecito (un furto, un tamponamento tra veicoli, ecc.), è possibile chiedere di prendere visione delle immagini per poterle utilizzare in giudizio o per poterle trasmettere in Procura?

Lo stesso dicasi se la domanda deve essere rivolta a un impianto di videosorveglianza installato dal Comune, ad esempio a un incrocio stradale in cui è avvenuto un incidente.

Ebbene, l’accesso ai dati conservati in un impianto di videosorveglianza, pubblico o privato che sia, è consentito a chiunque abbia un interesse legittimo a consultarli.

Per la precisione, secondo la legge [1], l’interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento l’accesso ai propri dati personali, nonché una copia degli stessi.

Il titolare del trattamento, a seguito della richiesta, deve attivarsi tempestivamente per preservare i dati dalla cancellazione automatica (che, come abbiamo visto, può verificarsi anche dopo solo 24 ore) e, comunque, dare riscontro all’interessato entro trenta giorni, salvo che non sussistano fondate esigenze di differimento del termine.

La richiesta di accesso è quindi legittima quando l’impianto di videosorveglianza ha registrato i dati personali del richiedente, cioè tutte quelle informazioni che consentono di risalire a lui.

Pertanto, chi è rimasto coinvolto con la propria auto in un sinistro stradale potrà chiedere copia delle immagini della videosorveglianza, pubblica o privata che sia, in quanto contengono dati personali.

Secondo la legge, però, il diritto di ottenere una copia delle immagini non deve ledere i diritti e le libertà altrui.

In questi casi, il titolare del trattamento deve effettuare un’opportuna valutazione, bilanciando l’interesse di chi richiede l’accesso alle immagini con quello alla privacy del soggetto ripreso.

Ciò significa che la richiesta non può essere accolta se:

  • non sussiste alcuna reale necessità;
  • la divulgazione delle immagini lederebbe gravemente la riservatezza altrui.

Accesso ai filmati di videosorveglianza: cosa succede quando c’è reato?

Nel precedente paragrafo abbiamo visto come sia possibile, per qualunque cittadino, chiedere di accedere ai filmati in cui compaiono i propri dati personali.

Si può fare la stessa cosa per prendere visione delle immagini che riguardano altri soggetti, ad esempio perché è stato commesso un reato e l’intento è di scoprire il colpevole? Facciamo un esempio.

Carlo viene derubato mentre si trova al centro commerciale. Chiede al responsabile della sicurezza di acquisire le immagini della videosorveglianza per controllare chi, tra le tante persone presenti, possa essere il responsabile.

Ebbene, in un’ipotesi del genere, cioè quando occorre prendere visione delle immagini per svolgere un’indagine penale, l’accesso è consentito solamente alle forze dell’ordine le quali, dopo aver ricevuto regolare denuncia, possono prendere visione dei necessari filmati.

Le riprese effettuate da una videocamera di sorveglianza che mostrano persone riconoscibili sono considerate dati sensibili protetti dalla normativa sulla privacy.

La loro consegna è concessa soltanto alla polizia giudiziaria, che deve rispettare comunque il principio di liceità (rispetto dei dati personali) e di necessità (comprovata esigenza).

 
Pubblicato : 15 Ottobre 2023 08:15