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Si può denunciare un pubblico ministero?

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(@mariano-acquaviva)
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Come funziona la responsabilità civile e penale dei magistrati? Si può querelare un giudice? Quando si può chiedere il risarcimento dei danni?

Normalmente ci si reca in caserma per denunciare un furto, una truffa oppure una violenza. Non è detto, però, che non si possa sporgere denuncia anche per un reato commesso da un magistrato. Ad esempio, sono in tanti a chiedersi in internet se sia possibile querelare un giudice oppure un pubblico ministero.

Tali quesiti sono ricorrenti soprattutto tra quanti ritengono di aver subito un’ingiustizia. Si pensi, ad esempio, all’imputato che ritiene di essere stato ingiustamente condannato a causa del pm che ha inquinato le prove. In un’ipotesi del genere, si può denunciare un pm? Vediamo cosa dice la legge.

I magistrati rispondono dei loro errori?

Si è soliti dire che i giudici non rispondono mai dei loro errori. In realtà non è così: secondo la legge, anche i magistrati sono soggetti a responsabilità, sia civile che penale.

Mentre nel primo caso, però, l’ordinamento prevede limitazioni che, di fatto, rendono difficile ottenere il risarcimento dal giudice, nel secondo non c’è praticamente differenza tra responsabilità penale del magistrato e quella del comune cittadino, salvo per alcuni aspetti marginali. Approfondiamo la questione.

Responsabilità civile dei magistrati: cos’è come funziona?

La responsabilità civile è quella che sorge in capo ai magistrati nei confronti delle parti processuali a causa di errori commessi nell’esercizio delle proprie funzioni. Alla parte danneggiata spetta quindi il risarcimento dei danni.

La responsabilità civile dei magistrati è, al pari di quella prevista per altri pubblici dipendenti, una responsabilità indiretta: il danneggiato, infatti, non agisce contro il magistrato colpevole bensì nei confronti dello Stato.

Nel caso in cui la domanda venga accolta, quindi, il soggetto condannato al risarcimento è lo Stato che, a sua volta, agirà nei confronti del magistrato ritenuto responsabile, attraverso un’azione definita “azione di rivalsa”.

Ci sono tuttavia dei limiti alla possibilità di agire civilmente contro un magistrato. La legge [1] stabilisce che è risarcibile qualunque danno ingiusto derivante da un comportamento del magistrato, nell’esercizio delle sue funzioni, o conseguente a un atto o a un provvedimento giudiziario, purché sia posto in essere con dolo o colpa grave, ovvero sia conseguente a un diniego di giustizia.

Il dolo presuppone la malafede, cioè l’intenzionalità di arrecare un danno a una delle parti del giudizio adottando una decisione ingiusta.

La colpa grave invece consiste in un macroscopico e imperdonabile errore del giudice. In particolare, è stabilito che costituisce colpa grave:

  • l’evidente violazione di una norma di legge;
  • il travisamento del fatto o delle prove;
  • l’affermazione di un fatto la cui esistenza è incontrastabilmente esclusa dagli atti del procedimento;
  • la negazione di un fatto la cui esistenza risulta incontrastabilmente dagli atti del procedimento;
  • l’emissione di un provvedimento cautelare fuori dai casi consentiti dalla legge o in assenza di motivazione.

Responsabilità penale dei magistrati: come funziona?

Qualora commettano reati, i magistrati sono sottoposti alla responsabilità penale come tutti gli altri cittadini. Non esistono quindi restrizioni, come invece accade per la responsabilità civile.

Anzi: i magistrati possono essere incriminati per reati che, invece, il comune cittadino non può commettere. È il caso, ad esempio, della corruzione in atti giudiziari [2] e di altri delitti collegati specificamente all’esercizio della funzione giurisdizionale.

L’unica eccezione al regime ordinario di accertamento dei reati stabilita per i magistrati riguarda l’organo competente a effettuare le indagini e a giudicare del crimine commesso.

Secondo la legge [3], il procedimento penale in cui il magistrato assume la qualifica di indagato, imputato, persona offesa o danneggiato dal reato è di competenza degli uffici giudiziari di un distretto diverso da quello in cui quel magistrato presta servizio.

Tale previsione ha lo scopo di evitare sospetti di possibile condizionamento qualora ad agire siano magistrati che prestano servizio nello stesso ufficio dell’interessato.

Pertanto, se si denuncia un giudice del Tribunale di Milano non potrà essere la Procura dello stesso ufficio giudiziario a svolgere le indagini.

Si può denunciare un pm?

È dunque chiaro che anche un pubblico ministero può essere denunciato per i reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni.

Si pensi al pm che accetta denaro in cambio dell’archiviazione delle indagini, che inquina le prove per far condannare l’’imputato oppure che ordina il compimento di perquisizioni illegittime.

Come visto, la denuncia contro il pubblico ministero viene presa in carico da una Procura della Repubblica diversa da quella in cui opera il pm incriminato, al fine di garantire maggior trasparenza e imparzialità nel compimento delle necessarie investigazioni.

 
Pubblicato : 17 Agosto 2023 14:15