Si può circolare con auto intestata al defunto senza successione?
Se non si è ancora fatta la dichiarazione di successione e manifestata l’accettazione di eredità rischia una multa l’erede che usa l’auto del defunto?
Dopo la morte di una persona cara, si presentano diverse questioni burocratiche da risolvere, tra cui la gestione dell’auto caduta in successione, il suo passaggio di proprietà, la voltura dell’assicurazione obbligatoria (rca). In Italia, esistono regole molto precise in merito all’utilizzo del veicolo del de cuiusche, se violate, possono comportare severe sanzioni in capo agli eredi.
Qui di seguito vedremo se si può circolare l’auto intestata al defunto senza fare la successione e quali passaggi bisogna seguire per effettuare il trasferimento del bene, sia quando vi è un solo erede che quando ve ne sono diversi. Ma procediamo con ordine.
È possibile usare un’auto intestata a un defunto?
Le auto si definiscono «beni mobili registrati»: “registrati” perché – a differenza degli altri beni mobili (come un libro, un quadro, ecc.) – devono essere iscritte in un apposito registro pubblico. Questo registro si chiama PRA (Pubblico Registro Automobilistico).
Per ogni veicolo, identificato a mezzo di targa, il PRA contiene il nome e cognome del proprietario.
Detto ciò, ogni passaggio di proprietà deve essere obbligatoriamente registrato al PRA. E poiché, quando muore una persona, l’auto finisce ai suoi eredi (ossia a coloro che ne accettano l’eredità), questi ultimi, in qualità di nuovi proprietari, sono tenuti a indicarlo al PRA. Prima di tale adempimento non possono utilizzare il veicolo.
Detto in altri termini non si può circolare con un’auto se non si fa la trascrizione della successione. A prevederlo è l’art 94 del Codice della Strada e D. Lgs 285 del 30 aprile 1992 a norma del quale, in caso di trasferimento della proprietà degli autoveicoli o dei motoveicoli, è necessario che il nuovo proprietario, entro 60 giorni, chieda il rilascio di una nuova carta di circolazione ove sono annotati i mutamenti di proprietà del bene.
Ne consegue che chi rinuncia all’eredità non deve svolgere alcun adempimento. Tuttavia non deve neanche circolare con l’auto. Difatti, come vedremo a breve, l’utilizzo del veicolo del defunto costituisce un atto di “accettazione tacita dell’eredità”, con conseguente impossibilità di successiva rinuncia.
Cosa fare quando muore il proprietario dell’auto?
In caso di decesso del proprietario dell’auto, gli eredi devono:
- entro 1 anno dal decesso, comunicare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione;
- entro 10 anni dal decesso, effettuare l’accettazione dell’eredità dinanzi al notaio o al cancelliere del tribunale dell’ultima residenza del defunto. Non è invece ammessa l’accettazione tacita dell’eredità, almeno ai fini della modifica dell’intestazione del veicolo. Chi però è nel possesso dei beni ereditari (si pensi al convivente) deve agire prima: dovrà infatti eseguire l’inventario entro 3 mesi dal decesso e la dichiarazione di accettazione o rinuncia nei successivi 40 giorni;
- entro 60 giorni devono richiedere al PRA la trascrizione dell’accettazione di eredità nonché l’aggiornamento del Certificato di proprietà e della Carta di circolazione;
- effettuare la voltura dell’assicurazione rc-auto rivolgendosi alla compagnia con cui è in corso la polizza. Se questa è scaduta ci si può rivolgere anche a un’altra assicurazione facendosi rilasciare dalla precedente l’attestato di rischio.
Quali sono le sanzioni per chi non fa il passaggio di proprietà dell’auto del defunto?
Chi viene trovato a circolare con un’auto intestata a una persona defunta senza aver prima curato al PRA la trascrizione del passaggio di proprietà è soggetto a una sanzione amministrativa da un minimo di 727 euro a un massimo di 3.629 euro.
Inoltre, come anticipato sopra, chi usa l’auto del defunto sta compiendo un atto di accettazione tacita dell’eredità e pertanto diventa automaticamente responsabile dei debiti del defunto, compresi quelli relativi al veicolo in questione (bollo auto, assicurazione, ecc.).
Quanto costa fare la successione dell’auto?
Le spese che gravano sugli eredi per la successione della proprietà dell’auto sono:
- l’Imposta Provinciale di Trascrizione – IPT – che varia in base al tipo di veicolo e alla provincia di residenza;
- gli emolumenti ACI che ammontano a 27 euro;
- l’imposta di bollo per la registrazione al PRA, pari a 48 euro;
- i costi del servizio reso, solo nel caso in cui, per inoltrare le dovute domande, ci si rivolga all’ACI o ad un’agenzia di pratiche auto.
Come si procede se ci sono più eredi?
Se vi sono più eredi, il veicolo sarà intestato in comunione a tutti loro. Se un solo erede desidera intestarsi il veicolo o gli eredi decidono di venderlo, occorre prima registrare l’accettazione dell’eredità a nome di tutti gli eredi, poi l’atto di vendita delle quote ereditarie.
Quali sono le responsabilità degli eredi per il veicolo ereditato?
Gli eredi subentrano in tutti i debiti collegati al veicolo: annualità del bollo auto eventualmente non versate dal proprietario, arretrati dell’assicurazione ed eventuali responsabilità per i danni causati dal veicolo quando ancora era intestato al defunto. In tal caso ciascun erede risponde in proporzione alla propria quota di successione.
Invece per i debiti insorti dopo il decesso (ulteriori annualità del bollo, assicurazione, ecc.) si ha una responsabilità solidale di tutti gli eredi che hanno accettato l’eredità.
Si tenga inoltre conto che il veicolo deve essere necessariamente assicurato sia che resti parcheggiato in una strada pubblica che privata aperta al pubblico (come nel caso del cortile di un condominio). In caso contrario gli eredi rischiano una sanzione amministrativa da un minimo di 866 euro sino a un massimo di 3.464 euro, nonché la decurtazione di 5 punti dalla patente del conducente.
Il bollo va pagato anche dopo la morte del defunto, benché il veicolo non venga utilizzato.
Si può ereditare la classe di merito?
È possibile ereditare la stessa classe di merito del defunto solo se gli eredi sono familiari conviventidel defunto stesso.
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