Sciopero benzinai: ecco in quanti hanno aderito
Secondo fonti ministeriali solamente il 36% degli impianti complessivi ha chiuso aderendo allo sciopero, motivo per cui Assoutenti lo reputa un flop.
Nella serata di ieri lo sciopero indetto dai sindacati dei benzinai ha ufficialmente preso il via, nonostante il tutto e per tutto tentato dal Governo per scongiurarlo. La protesta, però, non ha riscontrato il successo sperato.
Ha aderito allo sciopero dei benzinai, al via da ieri sera, l’85% di quel 50% di distributori che, di fatto, aveva la possibilità di scioperare. Questi i dati Figisc. Secondo fonti ministeriali avrebbe dunque chiuso, calcoli alla mano, il 36% degli impianti.
Come se non bastasse, si sono registrati nuovi rialzi sui listini dei prezzi consigliati dei maggiori marchi. Salgono con forza anche le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa, con la benzina in fai da te sopra quota 1,85 euro/litro e il gasolio a un passo da 1,9 euro/litro. Livelli che non si vedevano da fine luglio. Battuta d’arresto per le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati, dopo un’infilata di rialzi. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Stessa mossa per Tamoil. Per IP +2 cent/litro sulla benzina e +1 sul gasolio. Per Q8 +2 cent/litro su entrambi i prodotti.
«Lo sciopero dei benzinai si sta rivelando un flop». Lo afferma in una nota Assoutenti, dicendosi «pronta al contro-sciopero dei consumatori – e chiede al governo – interventi sul fronte della trasparenza da parte delle compagnie petrolifere, applicando la delibera Cipe che autorizza, in caso di anomalie dei listini, un regime di sorveglianza sui prezzi di benzina e gasolio».
«La protesta dei gestori – dice il presidente Furio Truzzi – si sta rivelando un fallimento. Le sigle che avevano inizialmente proclamato lo sciopero si sono spaccate, e numerosi distributori hanno deciso di non aderire alla serrata, al punto che su tutto il territorio oggi gli automobilisti possono trovare molte pompe funzionanti, anche se solo in modalità self service. La posizione assunta da benzinai e compagnie petrolifere di totale chiusura verso la trasparenza sui prezzi e contro i consumatori, appare in ogni caso grave, e per tale motivo, se lo sciopero non sarà revocato entro oggi, organizzeremo per il 4 e 5 febbraio il ‘lockdown’ dei carburanti, una contro-protesta attraverso la quale inviteremo i cittadini a ridurre i consumi di benzina e gasolio, rinunciare laddove possibile all’uso degli autoveicoli e lanciare un segnale forte a Governo, petrolieri e benzinai. Una iniziativa che, se i gestori non faranno marcia indietro, sarà estesa non solo a tutte le associazioni dei consumatori, ma anche alle organizzazioni come tassisti e autotrasportatori che operano ogni giorno con i carburanti».
«Vogliamo inoltre che il Governo garantisca massima trasparenza sul fronte dei listini alla pompa, e per questo non è sufficiente indicare solo il prezzo medio al distributore: serve rendere pubblico il prezzo di benzina e gasolio che ogni giorno le compagnie petrolifere indicano ai gestori che operano in concessione, per capire cosa avviene realmente nella formazione dei listini praticati al pubblico. In tale direzione – prosegue Truzzi – riteniamo debba trovare applicazione la delibera Cipe del 30 luglio 1991 che proprio in tema di prezzi di benzina e gasolio prevede un regime di sorveglianza relativo ad ogni fase di scambio, attuato tramite un controllo del comportamento degli operatori e l’istituzione di un comitato tecnico con il compito di verificare la coerenza dei listini con le quotazioni internazionali dei prodotti finiti e del greggio. Ed è da queste basi che vogliamo ripartire per un controllo dell’intera filiera del carburante», conclude il presidente di Assoutenti.
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