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Riscatto laurea: cos’è e quando conviene?

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I casi in cui è conveniente far valere ai fini pensionistici il titolo di studio universitario e come decidere se ne vale la pena.

Lavori da molti anni e cominci ad avvertire una certa stanchezza. Da un po’ di tempo, coltivi il sogno della pensione che ti consentirebbe di riposare e di trascorrere le tue giornate dedicandoti agli affetti e alle cose che più ti piacciono. Sei laureato e sai che esiste la possibilità di accelerare i tempi facendo valere gli anni trascorsi a studiare all’Università. Ti chiedi però se sia il caso di farlo, considerato che per godere di questo beneficio occorre sostenere dei costi. In questo articolo ti spiegheremo cos’è e quando conviene il riscatto della laurea.

In cosa consiste il riscatto della laurea?

Il riscatto della laurea è la possibilità di utilizzare ai fini pensionistici gli anni trascorsi all’Università per conseguire questo titolo di studio. A tale scopo, l’interessato deve versare all’Inps (o ad altro Istituto previdenziale) una somma di denaro. Attenzione però: non è possibile riscattare un numero di anni indefinito, ma solo quelli previsti per il corso universitario in questione. Se, ad esempio, per conseguire una laurea occorrono 5 anni, questo è il periodo massimo che può essere riscattato. Qualora si sia impiegato più tempo, poniamo 7 anni, i due anni fuori corso non possono essere utilizzati.

Il riscatto può essere:

  • totale, se si utilizzano ai fini pensionistici tutti gli anni del corso di laurea;
  • parziale, se si decide di utilizzare solo una parte del periodo trascorso a studiare.

Pensione: si può riscattare solo la laurea?

Oltre alla laurea vi sono altri titoli di studio riscattabili per anticipare la pensione. Ecco quali:

  • quelli di specializzazione successivi alla laurea, conseguiti dopo aver frequentato un corso di studi della durata di almeno due anni;
  • i dottorati di ricerca;
  • i diplomi universitari. Si tratta di titoli diversi dalla laurea che l’Università rilascia al termine di corsi di durata che varia dai due ai tre anni;
  • le lauree introdotte con il nuovo ordinamento, precisamente la triennale, che si consegue in tre anni, e la specialistica, che viene rilasciata dopo un ulteriore corso della durata di due anni.

In quali casi la laurea non si può riscattare?

Anche se si è laureati, in alcuni casi, non è possibile utilizzare ai fini pensionistici gli anni di studio. Precisamente, non sono riscattabili:

  • come abbiamo già visto, gli anni fuori corso;
  • le lauree rilasciate da Università straniere non riconosciute in Italia;
  • i periodi in relazione ai quali sono già stati versati contributi. Si pensi al caso di uno studente che, per mantenersi durante gli studi universitari, lavora alle dipendenze di qualcuno. Il datore di lavoro è tenuto a versare per lui i contributi che potranno essere utilizzati in futuro ai fini pensionistici. Pertanto, gli anni dell’Università durante i quali ha lavorato non potranno essere riscattati, perché già coperti da contribuzione. Questo, naturalmente, sempre che il lavoro dello studente non sia avvenuto in nero, senza cioè che il datore abbia dichiarato il rapporto agli Istituti previdenziali. In tale ipotesi, è come se egli non avesse lavorato e potrà quindi riscattare, se lo vorrà, gli anni del corso di studi.

Riscatto della laurea per la pensione: come capire se conviene?

Per capire se vale la pena di riscattare la laurea o un altro dei titoli previsti dalla legge occorre innanzitutto stabilire qual è l’entità dell’importo da versare all’Inps.

A tal proposito, nel 2019 [1] è stata introdotta una nuova modalità di calcolo di detta somma, detta agevolata. Per comprendere quando ci si può avvantaggiare di essa, bisogna conoscere i due sistemi di calcolo della pensione, quello retributivo e quello contributivo. Ecco, in termini molto semplici, in cosa consistono:

  • con il sistema retributivo la pensione viene calcolata sulla base della media delle ultime retribuzioni percepite dal lavoratore e dell’anzianità lavorativa;
  • con il sistema contributivo il trattamento pensionistico si determina in relazione ai contributi versati nel tempo.

La pensione che risulta determinata adoperando il primo sistema è di importo più consistente. Vediamo subito come questo ha a che fare con il riscatto della laurea.

Il costo del riscatto, come abbiamo detto, può essere calcolato secondo una modalità ordinaria oppure agevolata. Se si sceglie la prima opzione si può andare incontro a una spesa molto elevata, fino a 100mila euro; se si opta per la seconda, invece, la somma da pagare varia tra i 20mila e i 25mila euro. Si tratta comunque di importi di una certa consistenza, ma la differenza tra le due ipotesi è notevole.

A questo punto, si potrebbe pensare che la soluzione sia quella di scegliere il calcolo agevolato del riscatto, ma le cose non stanno così. Infatti, chi opta per questa modalità deve accettare che la sua pensione sia determinata applicando il sistema contributivo, sia per gli anni del corso universitario sia per quelli di lavoro. Ne risulterà un trattamento economico inferiore.

Possiamo quindi giungere alle conclusioni su quando conviene il riscatto della laurea per la pensione. Per avere una risposta occorre raffrontare tre dati:

  • la somma da pagare per il riscatto;
  • l’importo della pensione che sarà possibile percepire in anticipo, rispetto a quella che sarebbe l’età pensionabile;
  • il trattamento pensionistico che deriverebbe dall’adozione del sistema retributivo, senza riscattare la laurea godendo del sistema di calcolo agevolato.

Per aiutare gli interessati in questa valutazione, sul sito dell’Inps e su quelli degli altri istituti previdenziali esistono degli appositi calcolatori.

Facciamo un esempio elementare.

Mario, che vuole riscattare la laurea, dopo avere effettuato i necessari conteggi rileva che la somma da pagare per il riscatto ammonterebbe a 20mila euro. Pagarla gli consentirebbe di andare in pensione con quattro anni d’anticipo. Il trattamento pensionistico annuale, adottando il sistema contributivo, sarebbe di 22mila euro; in quattro anni, andrebbe a percepire 88mila euro, somma di gran lunga più elevata rispetto a quella pagata. Il riscatto sarebbe quindi conveniente. Diverso sarebbe il caso se, rinunciando a questa possibilità e adottando il sistema retributivo di calcolo della pensione, quest’ultima dovesse risultare di importo molto più elevato, ad esempio di 50mila euro l’anno: in tale ipotesi, riscattare la laurea non gli converrebbe.

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Pubblicato : 30 Ottobre 2022 18:30