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Risarcimento danno biologico per eccessivi turni di reperibilità

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(@raffaella-mari)
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La Corte di Cassazione ha stabilito che il datore di lavoro è tenuto a risarcire il lavoratore quando gli impone troppi turni di reperibilità, compromettendo il legittimo diritto al riposo e alla vita personale.

Il diritto al riposo è un fondamentale aspetto della vita dei lavoratori, garantendo il benessere e la salute fisica e mentale. Tuttavia, ci sono situazioni in cui il datore di lavoro impone eccessivi turni di reperibilità che interferiscono con il legittimo diritto del lavoratore a staccarsi completamente dall’attività lavorativa. In questo articolo, esamineremo una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito che il datore di lavoro è tenuto a risarcire il lavoratore quando gli impone troppi turni di reperibilità, compromettendo il diritto al riposo e alla vita personale.

I fatti di causa e la decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 21934/2023, si è pronunciata sul ricorso di un tecnico specializzato dell’Asl, che aveva subito una serie di turni di reperibilità eccessivi, durati mediamente per circa metà di ogni mese o anche di più. La Corte ha ritenuto che questa pratica violasse il diritto del lavoratore al riposo e alla vita personale, costituendo un’interferenza illecita nella sfera giuridica inviolabile del dipendente, come garantito dall’articolo 2 della Costituzione italiana e dalla direttiva 2003/88/CE delle fonti eurounitarie.

L’importanza del riposo completo per il lavoratore

Il riposo del dipendente non riguarda solo l’assenza fisica dal posto di lavoro ma implica anche uno stacco mentale dall’attività lavorativa. L’eccesso di turni di reperibilità, che impone al lavoratore di rimanere costantemente a disposizione del datore di lavoro, impedisce di fatto il raggiungimento di un riposo completo.

Questo può provocare un danno alla personalità morale del lavoratore, compromettendo il suo benessere psicofisico e la sua qualità di vita.

Il riconoscimento del danno biologico senza prova specifica

La Corte di Cassazione ha sottolineato che, nel caso di eccessivi turni di reperibilità, il lavoratore non è tenuto a fornire una prova documentale specifica del danno subito. Il solo fatto che il datore di lavoro imponga un carico di disponibilità così elevato rappresenta di per sé una violazione del diritto al riposo e alla vita personale, causando un danno biologico che non richiede ulteriori prove.

La tutela dei diritti costituzionali e internazionali

La sentenza della Corte di Cassazione conferma la tutela dei diritti costituzionali dei lavoratori italiani, garantendo il diritto al riposo e alla dignità personale. Inoltre, la direttiva 2003/88/CE riconosce il diritto dei lavoratori a un periodo minimo di riposo giornaliero e settimanale, sottolineando l’importanza di preservare la salute e la sicurezza dei dipendenti.

Gli effetti della sentenza sulla pratica lavorativa

La sentenza della Corte di Cassazione avrà un impatto significativo sulle pratiche lavorative delle aziende. I datori di lavoro saranno tenuti a valutare attentamente l’assegnazione dei turni di reperibilità per evitare di violare il diritto al riposo dei lavoratori e prevenire possibili azioni legali per il risarcimento del danno biologico.

 
Pubblicato : 25 Luglio 2023 09:30