Revisione auto: officina può accedere alla diagnostica di bordo?
È contrario alla concorrenza impedire ai centri di assistenza indipendenti di accedere al computer di bordo per verificare lo stato della vettura.
Immagina di portare la tua auto, per la revisione periodica, presso un’officina di fiducia, non convenzionata con la casa produttrice. Quest’ultima però sostiene di non poter fare verifiche accurate per non avere le chiavi di accesso al computer di bordo, quello che offre informazioni dettagliate sulla diagnostica. Ti chiederai probabilmente se un comportamento del genere da parte della casa madre non sia illegittimo, contrario alla concorrenza e ai diritti del consumatore di scegliere presso chi portare la macchina a riparare.
La stessa questione è stata proposta alla Corte di Giustizia UE. Ai giudici comunitari si è chiesto se sia legittimo impedire all’officina indipendente di accedere alla diagnostica di bordo in sede di revisione o riparazione dell’auto.
Ebbene, i giudici europei hanno emesso una sentenza importantissima che riscrive le regole sull’accesso alle informazioni diagnostiche di bordo (OBD), marcando un punto di svolta importante per il mercato delle riparazioni automobilistiche e la concorrenza. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per i produttori di auto, le officine indipendenti e i consumatori.
Che cos’è la diagnostica di bordo (OBD)?
La diagnostica di bordo, o OBD, è un sistema integrato nelle automobili moderne che monitora e segnala lo stato di vari sistemi del veicolo. Queste informazioni sono essenziali per diagnosticare guasti e per la manutenzione del veicolo. Di solito vi si accede tramite un computer collegato alla chiave elettronica dell’auto.
Tradizionalmente, solo i produttori avevano accesso completo a queste informazioni, lasciando le officine indipendenti in una posizione svantaggiata.
L’officina privata ha diritto ad accedere alla diagnostica di bordo?
Secondo la Corte di Giustizia UE, le officine indipendenti attive nella riparazione e manutenzione delle auto devono avere “accesso senza restrizioni alle informazioni necessarie per svolgere le loro attività”. In sostanza si tratta della diagnostica di bordo (Obd), la chiave per conoscere i dati essenziali dell’auto contenuti nelle centraline elettroniche a cui fino ad oggi avevano accesso soltanto i produttori.
Perché la Corte UE ha deciso a favore delle officine indipendenti?
La decisione della Corte UE nella causa C 296/22 tra Carglass® e FCA scaturisce dalla necessità di garantire una concorrenza leale e un’equa distribuzione dell’accesso alle informazioni tecniche. Limitare l’accesso alle OBD a solo alcuni soggetti, in genere i produttori, può ridurre la concorrenza nel mercato dei servizi di riparazione, danneggiando i consumatori con meno scelta e potenzialmente costi più alti.
Quali sono le condizioni stabilite per l’accesso alle OBD?
Secondo il regolamento 2018/858, l’accesso alle informazioni OBD deve essere “senza restrizioni, standardizzato e non discriminatorio“. Ciò significa che le officine indipendenti dovrebbero avere accesso alle stesse informazioni dei produttori, senza condizioni aggiuntive imposte dai produttori, come la connessione a server specifici o la registrazione obbligatoria.
Cosa significa questa sentenza per i servizi aftermarket?
I servizi aftermarket, come la ricalibrazione dei Sistemi Avanzati di Assistenza alla Guida (ADAS) dopo la sostituzione del parabrezza, dipendono fortemente dall’accesso ai dati OBD. La sentenza consente a queste officine di ottenere le informazioni necessarie per eseguire i loro servizi in modo più efficiente e sicuro, senza ostacoli ingiustificati.
Come questa decisione influisce sui consumatori?
I consumatori beneficiano direttamente di questa decisione. Con più officine in grado di accedere a informazioni cruciali, i proprietari di auto hanno più opzioni per la manutenzione e le riparazioni, potenzialmente a costi più competitivi e con maggiore comodità.
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