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Responsabilità medica e risarcimento per morte anticipata

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(@angelo-greco)
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Cosa stabilisce la Cassazione sul danno da perdita anticipata della vita?

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’errore medico che causa la morte anticipata di una persona, indipendentemente dalla sua età, implica una responsabilità e, con essa, l’obbligo del risarcimento agli eredi superstiti. Questo vale sia in caso di decesso di un anziano con aspettativa di vita di alcuni anni, sia per quello di un giovane malato che avrebbe potuto vivere ancora per lo stesso periodo di tempo.

Non poche volte la giurisprudenza ha affermato la sussistenza della responsabilità medica e il risarcimento per morte anticipata in caso di diagnosi tardiva, pur dinanzi a un male infausto che avrebbe comunque condotto alla morte, quando una corretta diagnosi e una tempestiva terapia avrebbero potuto allungare la vita del malato, seppur di poco

In questo articolo analizzeremo il contenuto della sentenza n. 35998/2023 firmata dalla Cassazione con cui ha definito le linee principali di tale diritto al risarcimento. Ma procediamo con ordine.

La vicenda

Il caso esaminato riguardava la morte di un ottantenne, il quale aveva un’aspettativa di vita di altri sette anni. I ricorrenti avevano citato in giudizio l’Asl per ottenere il risarcimento dei danni conseguenti alla morte del congiunto, causata, secondo loro, da un errore del medico di turno della Guardia medica.

Che tipo di danni sono risarcibili in caso di morte anticipata del paziente?

La Suprema Corte ha chiarito che, in caso di morte anticipata del paziente, sono risarcibili i danni conseguenti alla condotta del medico, Tali danni consistono nel:

  • danno biologico differenziale ossia il peggioramento della qualità della vita effettivamente vissuta;
  • danno morale, derivante dalla consapevolezza dell’anticipazione della propria morte.

In particolare, il danno biologico da errore medico si configura quando il paziente vive gli ultimi momenti della sua vita in condizioni di grave sofferenza a causa di diagnosi o cure tardive.

Parallelamente, il danno morale sorge dalla sofferenza interiore e dalla privazione di lottare contro la malattia, sapendo che la propria vita è stata ridotta a causa di un errore medico.

È risarcibile il danno da perdita anticipata della vita per i congiunti?

Sì, la perdita anticipata della vita a causa di un errore medico è un danno risarcibile per i congiunti, indipendentemente dalla durata del segmento di vita che la vittima non ha potuto vivere.

Qual è la differenza tra il danno da perdita anticipata della vita e il danno da perdita di chance di sopravvivenza?

Il danno da perdita anticipata della vita e il danno da perdita di chance di sopravvivenza sono due danni diversi e alternativi: non sono cioè risarcibili congiuntamente. O si verifica il primo, o il secondo: entrambi non possono coesistere.

In pratica:

  • si accerta che il paziente sarebbe comunque morto, anche con una corretta diagnosi e terapia, le quali avrebbero potuto tutt’al più allungarne la vita o quantomeno migliorarne la qualità negli ultimi periodi;
  • oppure si verifica che l’esatta cura avrebbe salvato il paziente dalla morte.

Tuttavia, tali due danni possono anche essere oggetto di valutazione separata se esiste una possibilità seria e concreta che il paziente avrebbe potuto vivere più a lungo, e se entrambi i danni sono riconducibili alla condotta colpevole dell’agente.

Il danno da perdita di chance di vita è risarcibile in aggiunta al danno da perdita anticipata della vita solo in casi eccezionali, basati sulla prova scientifica, dove oltre al tempo di vita già perso, esista una possibilità seria, concreta e apprezzabile che il paziente avrebbe potuto sopravvivere più a lungo. Questo ulteriore danno è risarcibile solo se la possibilità non si riduce a una mera speranza o a un’incertezza assoluta, ma supera la soglia di una possibilità concreta e apprezzabile.

Qual è stata la conclusione della Corte nel caso specifico?

Nel caso in esame, è stato accertato che, senza l’omissione del medico, la vittima, deceduta per infarto due giorni dopo la visita, avrebbe probabilmente vissuto ulteriori sette anni. Pertanto, la Corte ha riconosciuto il diritto al risarcimento per la perdita anticipata di questa porzione di vita.

 
Pubblicato : 16 Gennaio 2024 13:30