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Querela per bullismo

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(@mariano-acquaviva)
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Bullismo: come difendersi e quando sporgere denuncia? Qual è il ruolo delle scuole? Cosa fare contro il cyberbullismo? Ammonimento del questore: cos’è?

A volte le parole possono fare molto più male dei gesti: è ciò che accade quando si è vittima di continue ingiurie, violenze verbali o discriminazioni. Il problema è che non sempre si possono denunciare queste condotte, in quanto la legge penale sembra non aver preso in considerazione tali comportamenti. Ecco perché bisogna prestare molta attenzione prima di sporgere una querela per bullismo.

Il Codice penale non prevede il reato di bullismo: in altre parole, non c’è alcuna sanzione penale per i ragazzi che perseguitano i propri compagni di scuola. La legge ha tuttavia predisposto una serie di misure volte ad arginare il fenomeno. Qualora, poi, le condotte persecutorie dovessero sfociare in un crimine, allora sarebbe sicuramente possibile rivolgersi alle autorità. Approfondiamo l’argomento.

Bullismo: è reato?

In Italia il bullismo non è reato: ciò significa che una querela per bullismo verrebbe archiviata dalla Procura della Repubblica. Questo però non significa che non si possa fare nulla. Vediamo perché.

Bullismo: cosa fanno le scuole?

Sebbene non sia reato e, pertanto, non sia possibile sporgere querela per bullismo, la legge [1] ha previsto degli strumenti di tutela per i ragazzi vittime delle persecuzioni dei compagni.

Per la precisione, ogni scuola ha l’obbligo di nominare un referente che si occupi delle segnalazioni riguardanti il bullismo e il cyberbullismo (la sua versione virtuale), quando questo maturi tra i banchi di scuola.

Nell’ambito della propria autonomia, ogni istituto può stabilire regole precise sull’uso degli smartphone durante l’orario scolastico e irrogare le sanzioni ritenute opportune che devono essere previste dal regolamento d’istituto. Questa misura può servire per prevenire i fenomeni di bullismo a scuola.

Paolo viene sorpreso in aula ad inviare messaggi offensivi col proprio cellulare ad un compagno di classe. Il preside, in applicazione del regolamento d’istituto, d’accordo con i genitori, anziché sospenderlo lo condanna a svolgere alcuni lavoretti a favore dell’edificio scolastico, tipo la pulizia delle aule o del cortile.

Per combattere il bullismo, la scuola può incidere anche sulle pagelle degli alunni. Secondo i giudici, è legittimo il sette in condotta allo studente che abbia usato frasi offensive in una chat di WhatsApp anche fuori dall’orario scolastico, poiché la legge stabilisce espressamente che la valutazione del comportamento degli alunni passa anche dal rispetto dei diritti altrui e dalle regole che governano la convivenza civile in generale e la vita scolastica in particolare [2].

Cyberbullismo: cosa fare?

Cosa fare se il bullismo si manifesta al di fuori delle aule scolastiche?

La principale ipotesi di bullismo fuori della scuola è quella che avviene a mezzo internet. Ebbene, contro il cyberbullismo la legge ha previsto alcuni rimedi.

Innanzitutto, è possibile chiedere l’oscuramento della pagina internet sulla quale è comparso un commento ingiurioso, diffamatorio o comunque lesivo della dignità altrui.

Nell’ipotesi di cyberbullismo, dunque, la prima cosa da fare è inoltrare al gestore del sito internet o del social network (ad esempio, facebook) una richiesta di immediato oscuramento, rimozione o blocco dei contenuti lesivi.

L’istanza di oscuramento del sito web può essere avanzata direttamente dalla vittima che abbia compiuto i quattordici anni oppure dai genitori.

Il contenuto lesivo non viene cancellato, ma ne viene reso impossibile l’accesso agli utenti: in questo modo il materiale potrà sempre essere utilizzato come prova sia dalla persona offesa che dalle autorità.

Bullismo: quando è reato?

Il bullismo è reato quando idoneo a integrare uno dei delitti già esistenti all’interno del codice penale: pensa alla diffamazione, alla minaccia, allo stalking, alle percosse, alla sostituzione di persona oppure al revenge porn.

Dunque, se è vero che, di per sé, il bullismo non è reato, nel senso che non sono condotte penalmente punibili quelle di prendere in giro il compagno di classe, di emarginarlo o di deriderlo alle spalle, è altrettanto vero che, quando il bullismo sfocia in qualcosa di più serio, allora si potrà sporgere querela per il reato che il bullismo ha integrato.

Se i compagni di classe creano un gruppo facebook solamente per ingiuriare un loro coetaneo, allora potrebbe integrarsi il reato di diffamazione; se un ragazzo è destinatario di minacce di morte, allora scatterà il reato di minaccia; se uno studente è continuamente schiaffeggiato dai compagni di scuola più grandi, allora si avrà il reato di percosse ed, eventualmente, quello di lesioni personali.

Querela per bullismo: come fare?

Dunque, se il bullismo sfocia in uno dei reati sopra elencati, allora si potrà ricorrere alle autorità. La querela può essere presentata anche dalla vittima, purché abbia compiuto i quattordici anni; altrimenti, potranno presentarla i genitori.

La querela deve essere sporta entro tre mesi dall’ultimo atto di bullismo subito dalla vittima; il termine è elevato a sei mesi nei casi di stalking e di revenge porn.

La querela può essere presentata presso qualsiasi autorità: carabinieri, polizia di Stato, oppure direttamente presso la Procura della Repubblica territorialmente competente.

Cyberbullismo: l’ammonimento del questore

Nel caso si voglia denunciare un episodio di cyberbullismo, oltre alla querela ci si può avvalere dello strumento alternativo dell’ammonimento del questore.

Se un ragazzo è vittima di bullismo attraverso gli strumenti telematici (internet, chat, facebook, ecc.), il genitore può rivolgersi al questore territorialmente competente affinché invii un ammonimento alla persona che ha compiuto gli atti di cyberbullismo, purché questa abbia almeno quattordici anni e non ne abbia ancora diciotto.

Con la segnalazione alla polizia, il questore convoca il minore, unitamente ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale, e gli intima di non ripetere la condotta illecita.

L’ammonimento del questore è un rimedio alternativo alla querela. Ciò significa che ci si potrà rivolgere al questore solamente se il cyberbullismo di cui è vittima il minore costituisca reato.

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Pubblicato : 12 Febbraio 2023 16:40