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Quanto tempo ci vuole per impugnare un licenziamento?

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(@angelo-greco)
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Come impugnare un licenziamento: tempi e procedure. I termini perentori per la lettera di contestazione e il deposito del ricorso in tribunale.  

Impugnare un licenziamento impone il rispetto dei termini e delle procedure previste dalla legge. La violazione, anche di un solo giorno, degli stessi comporta la decadenza da ogni tutela. È fondamentale quindi che ogni lavoratore conosca quanto tempo ci vuole per impugnare un licenziamento. La disciplina che vedremo qui di seguito si applica infatti a qualsiasi licenziamento, sia a quello disciplinare che a quello economico (ossia “per giustificato motivo oggettivo”). 

Qual è il termine per impugnare un licenziamento?

Esistono due attività necessarie per impugnare un licenziamento:

  • la fase stragiudiziale, costituita da una lettera di contestazione generica inviata all’azienda;
  • la fase processuale, costituita dal deposito del ricorso in tribunale con conseguente avvio della causa. 

Ciascuna di queste due attività è soggetta a termini perentori. Esaminiamoli singolarmente.

Contestazione stragiudiziale del licenziamento

Il licenziamento deve essere impugnato entro 60 giorni dalla sua comunicazione. 

Il dipendente o, in sua vece, l’avvocato che lo difende o un sindacalista (muniti di apposita procura) devono inviare al datore di lavoro una comunicazione con raccomandata a.r. o PEC con cui comunicano l’intenzione di opporsi al licenziamento. 

In questa fase non è necessario indicare le ragioni dell’opposizione, che andranno poi evidenziate nella successiva fase dinanzi al giudice.

La lettera di contestazione non è necessaria nel caso di licenziamento verbale (nullo per legge, in quanto il licenziamento deve essere sempre scritto).

La lettera di contestazione del licenziamento deve essere spedita (ossia consegnata all’ufficio postale) entro il sessantesimo giorno decorrente da quando il lavoratore ha ricevuto il licenziamento. Se questi era assente quando è passato il postino, si prende a riferimento lo stesso giorno in cui quest’ultimo ha depositato nella cassetta delle lettere l’avviso di giacenza.

I 60 giorni decorrono dal ricevimento della comunicazione del licenziamento, non dalla cessazione del rapporto di lavoro. Questo chiarimento è fondamentale per calcolare correttamente il termine.

Il mancato rispetto del termine di decadenza per impugnare il licenziamento impedisce di richiedere il risarcimento del danno secondo le norme codicistiche.

Contestazione giudiziale del licenziamento

Entro i 180 giorni successivi alla spedizione della lettera di contestazione, l’avvocato del dipendente deve eseguire il deposito del ricorso in tribunale oppure la comunicazione di un tentativo di conciliazione o arbitrato. 

Anche in questo caso il rispetto del termine è essenziale e cruciale per l’eventuale accoglimento del ricorso.  

Se la conciliazione o l’arbitrato sono rifiutati, o se non si raggiunge un accordo, il ricorso al giudice deve essere depositato entro 60 giorni. È importante non perdere questo termine.

Come contestare un licenziamento verbale 

Come anticipato sopra, se il licenziamento è comunicato oralmente, il termine di decadenza di 60 giorni per la lettera di contestazione non si applica. 

Il lavoratore può agire in giudizio entro 5 anni per far dichiarare l’inefficacia del licenziamento.

Se il lavoratore sostiene di essere stato licenziato oralmente, spetta al datore di lavoro dimostrare l’esistenza e l’efficacia del licenziamento formale.

 
Pubblicato : 12 Dicembre 2023 14:30