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Quanto si paga per aprire la partita Iva?

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(@carlos-arija-garcia)
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Come trovare partita iva

Cosa vuole l’Agenzia delle Entrate da chi avvia un’attività autonoma? Quali vantaggi offre il regime forfettario?

La partita Iva è una sequenza di 11 cifre che identifica in maniera univoca chi esercita un’attività rilevante ai fini dell’imposizione fiscale indiretta. La sequenza è preceduta da una sigla relativa allo stato di appartenenza del soggetto (ad esempio IT per Italia, ES per Spagna, DE per Germania, ecc.). Il codice, che rimarrà invariato per tutto il periodo in cui svolge l’attività, viene rilasciato in Italia dall’Agenzia delle Entrate. Quanto si paga per aprire la partita Iva e come si fa per averla?

Per quanto possa sembrare strano, il costo di apertura della partita Iva è 0 euro. Ciò non significa che non comporti dei costi: avere la partita Iva significa pagare un minimo di imposta sul valore aggiunto anche se non ci sono delle entrate. E poi c’è, comunque, da considerare il costo del commercialista che tiene a contabilità.

Ad ogni modo, per aprire la partita Iva non bisogna pagare.

Diverso il caso di chi deve chiudere una partita Iva. In questo caso, chi è iscritto al Registro delle imprese e deve seguire la procedura semplificata di cancellazione dalla Camera di Commercio, dovrà versare:

  • 90 euro di diritti di segreteria;
  • 30 euro per i modelli UL e S5 telematici.

Le società semplici dovranno pagare 18 euro per l’apposita dichiarazione di cessazione dell’attività.

Le ditte individuali dovranno pagare solo la marca da bollo da 17,50 euro.

Associazioni, fondazioni, comitati ed enti non societari dovranno pagare 23 euro per il modello R.

I liberi professionisti avranno la pratica gratuita: basterà la comunicazione all’Agenzia delle Entrate.

Chi deve aprire la partita Iva?

Deve avere la partita Iva chiunque avvii un’attività professionale o autonoma (persone fisiche o giuridiche) e ceda beni o presti servizi nel territorio dello Stato italiano nell’esercizio di impresa o in quello di arti e professioni. Tuttavia, affinché ci sia l’obbligo dell’apertura della partita Iva, si deve svolgere la propria attività in maniera continuativa e non solo occasionale.

Per esercizio di imprese, di arti e di professioni, infatti, si deve intendere l’esercizio per professione abituale, anche se non esclusiva, delle attività commerciali o agricole e di qualsiasi attività di lavoro autonomo da parte di persone fisiche o di società semplici o di associazioni senza personalità giuridica.

Da qui il requisito dell’abitualità dell’esercizio dell’attività, che il Fisco collega ai limiti di reddito fissati per il lavoro occasionale. In pratica, viene considerato tale quello che procura, nell’anno civile, dei compensi non superiori a 5.000 euro, al netto di contributi. In altre parole, chi non è lavoratore dipendente e ha un reddito annuo fino a 5.000 euro frutto di prestazioni autonome non è tenuto ad aprire la partita Iva e verserà una ritenuta d’acconto del 20%.

Come aprire la partita Iva?

Per aprire la partita Iva è possibile:

  • recarsi presso uno sportello dell’Agenzia delle Entrate;
  • procedere attraverso il sito dell’Agenzia (agenziaentrate.gov.it).

Chi non ha dimestichezza con questo tipo di pratiche, può rivolgersi ad un intermediario (un commercialista, un Caf) che provvederà all’apertura telematica della partita Iva.

Per l’apertura, occorrerà comunicare al Fisco l’avvio della propria attività entro 30 giorni dall’inizio della stessa tramite il modello disponibile nelle sedi e nel sito dell’Agenzia delle Entrate. Il modulo può essere consegnato di persona all’Agenzia oppure può essere inviato telematicamente o per raccomandata a/r allegando copia di un documento di identità. Dovrà essere indicato il codice Ateco che identifica il tipo di attività svolta. I codici sono consultabili sempre sul sito delle Entrate.

Una volta inviata la comunicazione, l’Agenzia rilascerà il numero di partita Iva.

La partita Iva nel regime forfettario

In alternativa a quello ordinario, chi apre una partita Iva può scegliere un regime fiscale agevolato, il cosiddetto regime forfettario, riservato a chi ha avviato o sta per avviare un’attività di impresa, arte o professione, purché nell’anno precedente:

  • abbia avuto compensi o ricavi non superiori a 85.000 euro (ragguagliati all’anno nel caso delle attività avviate nell’anno in corso);
  • abbia sostenuto delle spese per un importo complessivo pari o inferiore a 000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari;
  • rispetti il limite di 000 euro di reddito da lavoro dipendente o assimilati e di pensione, con la sola eccezione che riguarda lavoratori dimessi o licenziati.

Il regime forfettario garantisce una tassazione basata su un’aliquota unica del 5% per i primi cinque anni e del 15% dal sesto anno in poi.

In pratica, chi aderisce al regime ha la possibilità di avere:

  • una tassazione ridotta:
  • una diminuzione dei contributi Inps;
  • alcune semplificazioni ai fini Iva e delle imposte sui redditi.

In particolare, l’Iva non deve essere addebitata al cliente in fattura, il che significa che nemmeno deve essere versata, dato che non è stata incassata.

Questo significa che chi sta per mettere in piedi un’attività in proprio o chi l’ha appena fatto può beneficiare grazie al regime forfettario di una flat tax del 5% per i primi cinque anni, a condizione che:

  • non abbia esercitato nei tre anni precedenti un’attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare;
  • la nuova attività non deve essere una prosecuzione di una già svolta in precedenza nella forma di lavoro dipendente o autonomo, fatta esclusione dei casi in cui si tratti di periodi di pratica obbligatoria per l’accesso ad arti o professioni;
  • se si prosegue l’attività svolta da un altro soggetto, i ricavi o compensi realizzati nel periodo d’imposta precedente non superino il limite per l’accesso al regime forfettario.
 
Pubblicato : 29 Aprile 2023 19:00