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Quanti soldi si possono regalare senza allertare il fisco?

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(@paolo-remer)
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Quali sono i limiti di importo da non superare nelle donazioni in denaro; come giustificare la provenienza della somma ricevuta, se viene versata sul conto o spesa per acquisti.

Una domanda importante, che sorge spesso nella pratica e mette una punta d’ansia, è: quanti soldi si possono regalare senza allertare il fisco?

La questione che affronteremo non riguarda chi elargisce generose mance a camerieri e personale di servizio, o fa donazioni, anche di grosso importo, ad enti benefici, Onlus, associazioni di ricerca o partiti politici (queste operazioni vengono registrate e sono deducibili dai redditi), e tantomeno chi dà l’elemosina a persone bisognose, bensì chi dona somme di denaro, più o meno consistenti, ai propri familiari o amici o ad altre persone care.

Non si tratta, quindi, di gesti di prodigalità, ma di comportamenti normali che chiunque di noi compie spesso o almeno una volta tanto. E può farlo occasionalmente oppure periodicamente, ad esempio regalando soldi ai figli ed ai nipoti, nelle piccole e grandi occasioni, o per consentirgli di acquistare qualcosa che da soli non si potrebbero permettere.

Limite di importo delle donazioni in denaro

Premettiamo che non esiste un limite massimo di importo o di valore delle donazioni che è possibile fare: ciascuno può disporre liberamente del suo patrimonio, tranne gli interdetti e gli inabilitati, mentre le persone dotate di amministratore di sostegno devono avere l’assenso di quest’ultimo per compiere operazioni economiche di valore rilevante.

Esistono, comunque, dei limiti che è consigliabile non superare, specialmente per le somme elargite in contanti – che sono vietate oltre un determinato importo: nel 2023, da 5mila euro in su – ma anche per i soldi trasferiti ad altri con strumenti tracciabili è opportuno porre in essere determinati accorgimenti per non insospettire l’Agenzia delle Entrate.

Donazione con strumenti tracciabili o in contanti

Uno snodo fondamentale riguarda il modo in cui avviene la donazione, che può compiersi attraverso sistemi di pagamento elettronici, e dunque tracciabili, come il bonifico, il vaglia postale e le ricariche sulle carte prepagate, oppure con la semplice consegna della somma in contanti, illudendosi che così facendo tutto rimanga segreto.

In realtà non è così, perché chi ha ricevuto quel denaro potrebbe versarlo sul suo conto in banca, investirlo, o utilizzarlo per pagare spese impegnative. In sostanza, quella persona sembra diventare improvvisamente ricca, e ciò appare visibilmente se fa grossi depositi o se acquista determinati beni e servizi (uno smartphone di ultima generazione, una vacanza in un resort di lusso, un’autovettura costosa) che i suoi modesti redditi non gli consentirebbero.

Giustificazione della provenienza del denaro

In altre parole, la disponibilità economica si manifesta al momento dell’impiego dei soldi ricevuti. E ciò potrebbe costituire un eloquente sintomo di capacità contributiva e di correlativa evasione fiscale: l’Agenzia delle Entrate potrebbe chiedere spiegazioni all’interessato sulla provenienza delle somme di denaro con cui sono state sostenute e pagate quelle spese, o che ha reso possibile effettuare determinati investimenti.

Da quanto abbiamo detto finora avrai compreso che nel mirino del fisco finisce innanzitutto il donatario, cioè colui che ha ricevuto il denaro e così ha ottenuto un improvviso incremento patrimoniale, e non il donante, che regalando quei soldi si è correlativamente impoverito.

Le donazioni di denaro vanno dichiarate?

Ciò però non vuol dire che le somme ricevute debbano essere indicate nella dichiarazione dei redditi: infatti le donazioni non costituiscono reddito imponibile Irpef, in quanto non rientrano in nessuna delle categorie previste dal Testo Unico delle Imposte sui redditi, neppure in quella residuale dei redditi diversi (che invece comprende, ad esempio, anche i proventi illeciti).

Piuttosto l’Agenzia delle Entrate, con i suoi strumenti di analisi automatizzata dei flussi finanziari (archivio dei conti correnti e depositi, redditometro, spesometro, banche dati catastali, del Pra e dei pubblici registri immobiliari, ecc.) si rende facilmente conto dell’arricchimento ottenuto da chi ha ricevuto una donazione in denaro. E a quel punto può sospettare che si tratti di proventi in nero, anziché di una donazione perfettamente legittima, e dunque può aprire un accertamento per evasione fiscale, tentando di recuperare a tassazione quelle somme che vengono considerate, fino a prova contraria, redditi imponibili e non dichiarati.

Come si dimostra di aver fatto o ricevuto una donazione in denaro

Il beneficiario della donazione può sfuggire a queste severe conseguenze se riesce a dimostrare di aver ricevuto il denaro in regalo da un parente più o meno stretto, da un amico o da un qualsiasi altro soggetto, senza necessità di spiegare il motivo ma documentando tre informazioni essenziali: il donante, l’importo e la data.

Quando la donazione è stata compiuta con un circuito tracciabile la prova di questi elementi è automatica ed evidente, perché la movimentazione finanziaria è registrata e conservata dall’intermediario; volendo, si può aggiungere nella causale dell’operazione, per specificare che si tratta proprio di una donazione. Viceversa, se la consegna del denaro è avvenuta in contanti si pongono maggiori problemi, ed è opportuno cautelarsi – specialmente quando l’importo è consistente – con un contratto di donazione scritto e registrato all’Agenzia delle Entrate o depositato presso un notaio.

Limite ai soldi che si possono regalare senza formalità

Quanto abbiamo detto non risolve ancora la nostra domanda di fondo, e cioè se esiste un limite ai soldi che si possono regalare senza formalità, a prescindere dal fatto che ciò possa o meno insospettire il fisco.

La legge [1] dispone che le donazioni di «modico valore» (sono tali quelle che non impoveriscono eccessivamente il donante, avuto riguardo alle sue condizioni patrimoniali) non richiedono la forma dell’atto pubblico notarile, ma si perfezionano con la semplice consegna della cosa, cioè, nel nostro caso, della somma di denaro. Ed è per questo motivo che il bonifico bancario è uno degli strumenti più utilizzati per regalare soldi.

Il regalo di denaro può anche assumere la forma della donazione indiretta, che si realizza quando l’elargizione è finalizzata a consentire al donatario l’acquisto di determinati beni di notevole valore, come una casa o un’autovettura. È un metodo molto utile per evitare un doppio passaggio di proprietà, che avverrebbe se il donante comprasse ed intestasse a sé il bene per poi trasferirlo al donatario. In questi casi il notaio inserisce nell’atto le dichiarazioni delle parti sulla provenienza della somma che ha reso possibile l’acquisto, e non occorrono ulteriori formalità.

Quanto alle donazioni in contanti, ti ricordiamo che dal 1° gennaio 2023 il limite massimo da non superare per i trasferimenti tra persone diverse (parenti stretti compresi) è di 4.999,99 euro. Ciò significa che per le donazioni di somme da 5mila euro in su bisogna utilizzare i canali tracciabili, che, come abbiamo visto, mettono al riparo anche dalle possibili contestazioni fiscali.

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Pubblicato : 19 Aprile 2023 06:45