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Quanti soldi si possono regalare a un fratello?

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(@paolo-remer)
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Consigli e accorgimenti da utilizzare nelle donazioni di denaro tra fratelli, sorelle e parenti stretti: cosa fare per evitare problemi in famiglia e con le tasse.

Non esiste un limite legale a quanti soldi si possono regalare a un fratello, o a una sorella, ma in alcuni casi la donazione potrebbe rivelarsi controproducente.

Questo succede se la somma donata è ingente o se vengono lesi i diritti di altri parenti che, in caso di successione ereditaria, vengono prima dei fratelli e delle sorelle, in quanto ad essi è riservata una quota del patrimonio della persona deceduta.

Anche i creditori di chi dona quel denaro potrebbero lamentarsi, se temono la diminuzione delle garanzie patrimoniali previste in loro favore e si sentono defraudati, ad esempio quando il donante ha trasferito al fratello tutto o quasi l’importo depositato in banca.

Pure il Fisco potrebbe avere qualcosa da ridire, se sospetta che quei proventi siano redditi o utili percepiti in nero e, dunque, proventi di evasione fiscale, come nel caso delle cosiddette società a ristretta base partecipativa, come una snc in cui i soci sono due o tre fratelli.

Soldi in contanti al fratello: quale limite?

I trasferimenti di denaro in contanti non devono superare il limite legale, che dal 1° gennaio 2023 è di 4.999,99 euro. Questo significa che per regalare soldi ad un fratello per cifre da 5mila euro in su bisogna utilizzare i sistemi tracciabili, come i bonifici, gli assegni e le ricariche delle carte di credito o prepagate.

Bonifico al fratello: cosa scrivere?

Se si decide di fare un bonifico al fratello, è consigliabile specificare nella causale che si tratta di donazione. Si può usare anche la parola regalo, mentre è meglio evitare diciture equivoche, come “aiuto economico”, “pensiero”, “sostegno”, ecc.

Questo serve ad evitare che l’elargizione venga confusa con altri possibili motivi, come un prestito o un pagamento dovuto. Così si possono prevenire future contestazioni: infatti la causale viene registrata nel sistema informativo della banca, e l’operazione diventa certa nella data e nell’importo.

Donazione al fratello: quando serve il notaio

Per le donazioni bisogna andare dal notaio quando le somme non sono di “modico valore”. La legge non fissa un preciso limite, ma la modicità va valutata con riferimento alle condizioni economiche del donante: se con quella elargizione si impoverisce eccessivamente, la donazione non è più modica e serve l’atto pubblico notarile, con due testimoni.

Donazione al fratello: va dichiarata?

Le donazioni non costituiscono reddito imponibile, quindi le somme ricevute non devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi.

Donazione tra fratelli: si pagano tasse?

Le donazioni tra fratelli sono soggette all’imposta sulle donazioni se la somma supera 100mila euro: in tal caso si paga il 6% dell’importo eccedente. Ad esempio, una donazione di 180.000 euro sarà tassata per 4.800 euro. Se il fratello che riceve i soldi in regalo è portatore di handicap, la soglia di esenzione dall’imposta sulle donazioni è elevata ad 1.500.000 euro.

Accertamento fiscale donazione tra fratelli

Se la somma donata è consistente, l’Agenzia delle Entrate potrebbe avviare un accertamento a carico di chi l’ha ricevuta ed è improvvisamente diventato più “ricco”. In tal caso bisogna giustificare la provenienza della somma: è facile farlo se la donazione è avvenuta con strumenti tracciabili o mediante atto notarile, altrimenti il beneficiario deve provare in altri modi – ad esempio con una scrittura privata registrata – che non si tratta di redditi imponibili sottratti a tassazione.

I parenti possono contestare la donazione al fratello?

Il coniuge, i figli ed i genitori del donante sono i cosiddetti “eredi legittimari“, ai quali spetta per legge una quota del patrimonio del donante. I suoi fratelli, invece non sono compresi tra i legittimari.

Quindi il donante deve fare attenzione agli importi che decide di regalare ai suoi fratelli, in modo da non ledere la parte spettante ai legittimari, che dopo la sua morte hanno 10 anni di tempo per reclamare la somma in modo da ripristinare le corrette proporzioni. Ad esempio, se un uomo regala alla sorella tutti i 100mila euro che possiede, e l’anno dopo muore, la moglie ed i figli possono agire legalmente contro di lei per recuperare la parte che gli spetta in quanto eredi legittimari. Non ci sono limiti, invece, alle somme che si possono regalare, in vita o per testamento, dopo aver rispettato le quote di legittima.

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Pubblicato : 4 Giugno 2023 11:00