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Quanta malattia continuativa si può fare?

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(@paolo-remer)
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Qual è il termine massimo di assenza per malattia oltre il quale si può essere licenziati; come evitare il superamento del periodo di comporto.

Da molto tempo sei assente dal lavoro per malattia. Purtroppo le tue condizioni di salute non stanno migliorando, e quindi non prevedi di rientrare presto in servizio. Stai percependo l’indennità di malattia, ma al di là dell’aspetto economico immediato non sei tranquillo per il futuro, perché hai paura di essere licenziato per superamento del periodo di comporto. Dunque hai bisogno di sapere quanta malattia continuativa si può fare.

Per prima cosa, devi sapere che durante il periodo di malattia previsto hai diritto per legge alla conservazione del posto di lavoro, ma questo vantaggio non dura per sempre: ci sono dei limiti massimi consentiti, che se vengono oltrepassati giustificano il licenziamento, perché il datore di lavoro non può aspettare all’infinito il tuo rientro. Per bilanciare questi opposti interessi – quello del lavoratore alla conservazione del posto, e quello del datore a mantenere la produttività – i contratti collettivi nazionali di lavoro stabiliscono sempre i limiti massimi delle assenze consentite per malattia, ed anche il metodo di computo dei periodi (giorni, mesi ed anni).

Indennità di malattia Inps

L’art. 38 della Costituzione tutela chi non può lavorare senza averne colpa, e così dispone che tutti i lavoratori hanno diritto a mezzi adeguati per provvedere alle loro esigenze di vita nei casi di «infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia e disoccupazione involontaria».

Per attuare il dettato costituzionale, l’art. 2110 del Codice civile stabilisce che il lavoratore assente per malattia ha diritto alla conservazione del posto e a percepire la retribuzione o un’indennità sostitutiva: è l’indennità di malattia erogata dall’Inps ai lavoratori dipendenti, a partire dal quarto giorno di assenza (i primi tre giorni sono di «carenza» e vengono coperti dall’azienda, se il contratto di lavoro lo prevede) e per un massimo di 180 giorni nell’anno solare. Inoltre, il periodo di assenza per malattia deve essere computato nell’anzianità di servizio.

Periodo di comporto: cos’è e come si calcola

Il limite massimo delle assenze per malattia consentite in un determinato arco di tempo è chiamato periodo di comporto. La legge indica la durata del comporto solo per gli impiegati (il limite è di 3 mesi, se l’anzianità di servizio è inferiore a 10 anni, e di 6 mesi se è superiore) e lascia alla contrattazione collettiva nazionale la determinazione del periodo di comporto per ogni categoria e comparto produttivo.

Esistono due tipi di comporto:

  • il comporto secco (o frazionato), in cui il periodo massimo di assenze si calcola per ciascuna malattia, di durata ininterrotta; si tratta dei casi in cui tutte le giornate di assenza dal lavoro sono consecutive, e la ripresa lavorativa (o un altro evento interruttivo del comporto) non avviene nemmeno per un giorno;
  • il comporto per sommatoria, che viene calcolato considerando tutte le varie assenze per malattia compiute da un lavoratore in un determinato arco di tempo (un anno, oppure l’ultimo biennio o triennio, in base alle previsioni del Ccnl).

Il comporto per sommatoria previene l’assenteismo, perché il dipendente sa in partenza che tutte le sue giornate di assenza verranno considerate nel calcolo complessivo; infatti anche i giorni non lavorativi compresi nel periodo di malattia – ad esempio, i festivi e prefestivi – rientrano nel computo, salvo che il contratto collettivo disponga diversamente. Il comporto si interrompe, invece, durante i periodi di gravidanza e di puerperio.

Periodo di comporto: quanto dura?

La durata del periodo di comporto è fissata dai contratti collettivi nazionali di lavoro: la soglia massima di assenze consentite entro il periodo è variabile per ogni comparto d’impiego, privato o pubblico, e cresce proporzionalmente all’anzianità di servizio maturata e alla qualifica raggiunta dal lavoratore.

Ad esempio, nel Ccnl per il comparto alimentari e industria il periodo di comporto ha durata di 6 mesi per i dipendenti con anzianità fino a 5 anni e di 12 mesi per quelli con anzianità superiore.

Come evitare di superare i termini massimi di assenza per malattia

Per evitare che il periodo di comporto maturi completamente, rendendo possibile il licenziamento, il lavoratore può chiedere, se il contratto di lavoro lo consente, le ferie già maturate, o la concessione un periodo di aspettativa non retribuita. La domanda deve essere inoltrata per iscritto al datore di lavoro prima della scadenza del periodo di comporto.

Molti contratti collettivi prevedono la conservazione del posto di lavoro per i dipendenti in aspettativa; in questo modo si riesce a bypassare il superamento dei termini massimi di assenza per malattia. Per approfondire questo aspetto leggi “Come non farsi licenziare per superamento del comporto“.

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Pubblicato : 20 Novembre 2022 10:00