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Quando si può denunciare per falsa testimonianza?

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(@mariano-acquaviva)
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In quali casi il testimone che mente o tace di fronte al giudice non può essere accusato di falsa testimonianza? Dopo quanto tempo si prescrive il reato?

Chi vuole far valere un proprio diritto deve fornirne prova; per fare ciò, ci si può avvalere di diversi strumenti, come ad esempio di documenti, filmati, fotografie e perizie. Il mezzo di prova più frequente è tuttavia la testimonianza, cioè il racconto di una persona che può riferire circostanze importanti rispetto a ciò di cui si dibatte. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: quando si può denunciare per falsa testimonianza?

Come diremo, non ogni bugia può essere denunciata alle autorità: è il caso del teste che riferisce circostanze inesatte in buona fede, non essendo consapevole della propria menzogna. Si pensi a chi accusa Tizio pensando realmente di averlo visto rubare, mentre in realtà si trattava di Caio. Per tali ragioni, è importante sapere in quali casi è possibile sporgere denuncia per falsa testimonianza.

Cos’è la falsa testimonianza?

La falsa testimonianza è il reato che commette chi, chiamato a deporre in qualità di testimone davanti a un giudice, decide consapevolmente di mentire, affermando il falso o negando il vero.

Matteo dichiara falsamente di aver visto Carlo entrare nell’appartamento del vicino.

Tommaso nega di essere stato in compagnia di Angelo al fine di negargli un alibi.

Secondo la legge [1], c’è falsa testimonianza anche se il teste tace, in tutto o in parte, ciò che sa intorno ai fatti sui quali è interrogato. Anche il silenzio, quindi, può essere reato.

Marco, per non mettere in difficoltà l’amico che è imputato in un processo penale, dice di non ricordare o di non sapere.

La pena prevista per il reato di falsa testimonianza è la reclusione da due a sei anni.

Testimonianza falsa: quando non c’è reato?

Non ogni menzogna raccontata al giudice costituisce reato di falsa testimonianza. Vediamo in quali casi non c’è illecito penale.

La consapevolezza di mentire

Innanzitutto, occorre che sussista il dolo, cioè la consapevolezza di mentire oppure di tacere su circostanze utili per il prosieguo del processo.

Pertanto, chi riferisce informazioni false pensando, invece, che siano vere, non commette alcun tipo di illecito.

Maria afferma di aver visto Emanuele scippare la borsa a un’anziana signora, mentre in realtà si trattava di un’altra persona che gli somigliava.

Insomma: perché si integri il reato è necessaria la malafede del testimone. La falsità va infatti valutata in base a quanto conosciuto dal teste e non dunque alla verità storica od oggettiva.

La rilevanza della menzogna

Non c’è reato di falsa testimonianza se la menzogna, anche se detta in malafede, non è rilevante ai fini processuali, cioè dell’accertamento del fatto.

Non c’è quindi reato se si mente su circostanze irrilevanti che non sono in grado di sviare il giudice dalla corretta valutazione dei fatti che sono oggetto del procedimento.

Si pensi al teste che mente sul colore del maglione dell’imputato, purché tale circostanza sia effettivamente irrilevante ai fini della decisione finale.

Insomma: non c’è reato se la menzogna è ininfluente ai fini della decisione del giudice.

La falsa testimonianza per salvare sé o altri

Secondo la legge [2], non può essere accusato di falsa testimonianza chi ha mentito o taciuto per salvare sé stesso o un proprio familiare da un grave e inevitabile danno alla libertà o all’onore. Facciamo un paio di esempi.

Francesco, sentito come testimone, nega di aver acquistato droga dall’imputato per non infangare la propria reputazione e perdere il posto di lavoro.

Fabrizio mente al giudice per salvare il proprio figlio dall’accusa di violenza sessuale.

La ritrattazione della falsa testimonianza

Il testimone falso o reticente può evitare il reato se, prima della chiusura del procedimento, torna sui propri passi e ritratta ciò che ha detto, raccontando il vero [3].

La ritrattazione è una speciale causa di non punibilità che premia il pentimento del testimone, purché questo giunga in tempo, prima che il giudice trattenga la causa in decisione.

Quando si può sporgere denuncia per falsa testimonianza?

Alla luce di quanto detto sinora, possiamo affermare che si può denunciare per falsa testimonianza se il teste mente o tace consapevolmente su circostanze rilevanti ai fini della sentenza.

A tal proposito, va ricordato che, trattandosi di reato di pericolo, l’illecito si integra anche nell’ipotesi in cui il giudice non abbia creduto alla menzogna del testimone: perché si possa sporgere denuncia è sufficiente il mero rischio che il magistrato potesse essere sviato dalla falsità.

Insomma: c’è reato anche se il testimone, con le proprie menzogne, non riesce a ingannare il giudice.

Falsa testimonianza: entro quanto tempo si può denunciare?

La falsa testimonianza può essere denunciata in ogni tempo, fino a che non cada in prescrizione, circostanza quest’ultima che si verifica dopo sei anni da quando è stata commessa.

Non occorre necessariamente che il giudizio in cui la falsa testimonianza è stata resa sia giunto a conclusione: avendo prove certe, è possibile sporgere denuncia anche il giorno stesso in cui il teste ha mentito davanti all’autorità giudiziaria.

Chi può sporgere denuncia per falsa testimonianza?

La falsa testimonianza è un reato procedibile d’ufficio; ciò significa che chiunque può sporgere denuncia, anche una persona diversa dalla vittima delle menzogne.

Spesso accade che sia proprio il giudice davanti al quale è stata resa una falsa testimonianza a disporre la trasmissione degli atti direttamente alla Procura della Repubblica.

 
Pubblicato : 22 Dicembre 2023 18:15