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Quando i rumori superano la normale tollerabilità?

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(@angelo-greco)
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Inquinamento acustico: la tutela della quiete pubblica e le regole per stabilire quando un rumore è illegale.

L’articolo 844 del codice civile stabilisce la linea di confine tra i rumori leciti (che, come tali, devono essere sopportati) e quelli illeciti (che quindi possono essere vietati). In particolare, con una dizione assai generica, la norma in commento dice che non è possibile impedire i rumori «che superano la normale tollerabilità». Ma cosa si intende con questo concetto? Quando i rumori superano la normale tollerabilità?

La valutazione va fatta caso per caso dal giudice, tenendo tuttavia conto di alcuni criteri delineati, nel tempo, dalla giurisprudenza. Vediamo allora quali sono i criteri per definire quando un rumore è illegale e quando invece è lecito.

Quando un rumore è illecito

Un rumore è da considerare lecito quando non supera la normale tollerabilità. È invece illecito se supera tale limite.

Oltrepassata la soglia della normale tollerabilità, bisogna poi comprendere se il rumore integra anche il reato di disturbo alla quiete pubblica (nel qual caso è possibile sporgere querela) o resta confinato all’ambito del semplice illecito civile (in tale ipotesi è possibile solo chiedere una interdizione dell’attività rumorosa e, dietro prova di un danno concreto, il risarcimento).

Scatta il reato quando il rumore è percepibile da un numero indeterminato di persone: esso deve quindi essere tale da disturbare le attività e il riposo del pubblico.

Si ha solo un illecito civile quando il rumore giunge all’orecchio di poche e determinabili persone.

Dunque, il confine tra il reato e l’illecito civile non è – come spesso si crede – l’entità del rumore ma il numero di persone molestate. Ad esempio, un rumore prodotto in un centro urbano costituisce un illecito penale; un rumore prodotto in una zona residenziale o comunque avvertito da una o due abitazioni vicine è un semplice illecito civile.

Come stabilire se un rumore è reato?

Il reato di disturbo alla quiete pubblica può essere perseguito solo se c’è la querela da parte di almeno una delle vittime. Non è necessaria una “raccolta firme”, ma la polizia o le altre autorità non possono attivarsi da sole, non trattandosi di un reato perseguibile d’ufficio.

Di solito, per stabilire il numero di persone molestate si fa ricorso a perizie fonografiche o anche alle prove testimoniali: le dichiarazioni dei vicini che abbiano avvertito il rumore possono portare a una sentenza di condanna penale.

Quando un rumore si considera intollerabile?

La prima cosa da fare per comprendere se c’è reato (in caso di disturbo alla quiete pubblica) o se c’è un illecito civile (in caso di disturbo di pochi individui) è verificare se il rumore supera la normale tollerabilità. Questa valutazione viene fatta, all’atto pratico, dal giudice. Il giudice tiene conto di una serie di elementi quali, ad esempio:

  • l’intensità del rumore;
  • la persistenza del rumore;
  • la necessità del rumore;
  • il luogo ove il rumore viene prodotto.

Questi elementi sono in grado di incidere sulla liceità del rumore. Vediamo come.

Intensità del rumore

È innanzitutto l’elemento “quantitativo” a determinare la tollerabilità o meno del rumore. Un rumore che costringa una persona a tenere chiude le finestre non può certo considerarsi tollerabilie.

La giurisprudenza ha individuato un criterio orientativo, che pone in 3 decibel al massimo, rispetto al rumore esterno di fondo, la soglia ritenuta tollerabile. Pertanto, un vicino che emetta rumori (di varia natura) che siano superiori a 3 decibel dal rumore esterno di fondo, può essere convenuto in giudizio, ed essere certamente condannato a far cessare, con ogni più opportuno mezzo, le immissioni rumorose intollerabili.

Persistenza del rumore

Un piatto che cade a terra è certamente un rumore intollerabile, specie alle due di notte. Ma, trattandosi di un evento accidentale, occasionale e, soprattutto, di durata tale da non creare un lungo disagio può ritenersi lecito e non condannabile.

Un condizionatore obsoleto o difettoso che produce un rumore per diverse ore del giorno è certamente da considerare illecito.

Necessità del rumore

Vi sono dei rumori che sono intollerabili per loro stessa natura ma che non possono essere impediti perché rientrano nelle attività consentite dalla legge. L’esempio più immediato è quello dei lavori di ristrutturazione all’interno di un’abitazione. In tal caso bisognerà tuttavia fare in modo che le attività rispettino gli orari di riposo delle persone evitando le ore serali e quelle delle feste. I lavori quindi potranno svolgersi solo nelle giornate lavorative dalle 8 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30.

Tanto il Comune quanto il regolamento condominiale possono prevedere delle apposite regolamentazioni con specifiche fasce orarie entro cui è possibile fare rumori.

Per le attività produttive, come fabbriche, aeroporti, stazioni ferroviarie, locali pubblici ecc. possono essere previste apposite soglie di rumori da norme nazionali o locali volte a consentire il giusto equilibrio tra l’esercizio dell’imprenditoria e la quiete pubblica.

Luogo

Il luogo ove viene prodotto il rumore è fondamentale per comprendere se questo supera la normale tollerabilità. In un centro urbano, la normale tollerabilità ha una soglia più elevata in quanto il rumore di fondo dovuto al traffico, ai mezzi pubblici, al rumore dei pedoni, ecc., è più elevato.

Al contrario, in una zona residenziale, per natura più silenziosa, è più facile che un rumore più moderato possa essere percepito dai vicini e ritenersi intollerabile.

Gli interventi e il risarcimento

Il giudice chiamato a emettere la condanna nei confronti del responsabile del rumore può anche imporgli degli interventi volti a ridurre l’inquinamento acustico come barriere antirumore e pannelli fonoassorbenti.

Il giudice stabilisce, in capo al responsabile, il risarcimento solo a patto che la vittima dimostri di aver subito un danno effettivo alla vita quotidiana, alle attività o al riposo. La prova può essere fornita anche con indizi, ma il danno non può ritenersi implicito nella condotta illecita.

 
Pubblicato : 1 Agosto 2023 06:00