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Quali sono le imposte da pagare in caso di successione?

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(@paolo-florio)
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Come funziona l’imposta di successione: le aliquote, le franchigie e i termini di pagamento.

L’imposta sulle successioni è identica a quella sulle donazioni. Non si tratta di un caso. Il legislatore ha voluto così evitare che i contribuenti, per evitare tale imposizione fiscale, anticipassero la divisione del proprio patrimonio ad un momento anteriore alla propria morte, attraverso atti di donazione.

L’imposta sulle successioni si versa con la dichiarazione di successione da presentare all’Agenzia delle Entrate. Tale adempimento, che non costituisce accettazione dell’eredità, ha valenza puramente fiscale: serve cioè all’ufficio a determinare il valore del patrimonio del defunto e quindi a liquidare la relativa imposta. In questo breve articolo vedremo quali sono le imposte da pagare in caso di successione, quali sono le aliquote e le franchigie, come si applica e come si determina il valore dei beni. Ma procediamo con ordine.

Chi deve pagare l’imposta di successione?

Individuiamo innanzitutto i soggetti obbligati. Anche se la dichiarazione di successione può essere presentata anche da chi, in un momento successivo, rinuncerà all’eredità, l’imposta di successione è dovuta invece solo da eredi e legatari.

Termine di pagamento

L’Agenzia delle Entrate deve notificare l’avviso di liquidazione entro 3 anni dalla data di presentazione della dichiarazione di successione principale o da quella modificativa.

In caso di omessa dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate notifica l’avviso di liquidazione entro 5 anni dalla scadenza del termine.

I destinatari dell’avviso di liquidazione devono eseguire il pagamento entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato tramite Mod. F24.

Una volta notificato l’avviso di liquidazione, il diritto a riscuotere l’imposta, dal momento in cui è definitivamente accertata, si prescrive in 10 anni. Dopo tale termine, nulla è più dovuto.

Come si calcola l’imposta sulle successioni?

L’imposta sulle successioni si applica applicando l’aliquota su quanto ricevuto in eredità dal singolo erede, detratta l’eventuale franchigia (prevista solo per il caso di parenti stretti).

Vediamo quali sono le aliquote e le franchigie qui di seguito.

Coniuge, superstite dell’unione civile, parenti in linea retta (genitori e figli, rispettivi ascendenti e discendenti in linea retta, adottanti e adottati): imposta al 4% con franchigia di 1.000.000 di euro. Ciò significa che la tassazione colpirà al 4% solo il valore eccedente il milione. Ad esempio, se una persona riceve in eredità dal padre un immobile di 500.000 euro non dovrà corrispondere imposta di successione. Se ne riceve due dal valore complessivo di 1.200.000 euro, dovrà corrispondere un’imposta pari al 4% di 200.000 euro.

Fratelli e sorelle: imposta al    6% con franchigia di 100.000 euro.

Altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta e affini in linea collaterale fino al 3° grado: l’aliquota è al 6% ma non sono previste franchigie.

Altri soggetti: aliquota all’8% senza franchigie.

Se l’erede è una persona con handicap, la franchigia è sempre di 1.5000.000 euro, mentre l’aliquota segue l’eventuale rapporto di parentela (quindi sarà pari al 4, 6 o 8%).

Soggetti beneficiari

Franchigia

Aliquota

coniuge, superstite dell’unione civile  (1), parenti in linea retta (genitori e figli, rispettivi ascendenti e discendenti in linea retta, adottanti e adottati)  (2)

€ 1.000.000

4%

fratelli e sorelle  (2)

€ 100.000

6%

altri parenti fino al 4 ° grado, affini in linea retta e affini in linea collaterale fino al 3 o grado

6%

altri soggetti

8%

persona portatrice di handicap  (3), indipendentemente dal rapporto di parentela

€ 1.500.000

4%, 6% o 8% a seconda della parentela

Ai fini dell’applicazione della franchigia sulla quota devoluta all’erede e/o al legatario, si deve tenere conto del valore delle donazioni fatte in vita dal defunto. Questo è il cosiddetto istituto del coacervo.

Altre imposte dovute sulla successione

Se tra i beni della successione ci sono beni immobili si applicano due ulteriori imposte, per le quali non valgono le franchigie sopra illustrate:

  • l’imposta ipotecaria, nella misura del 2% del valore attribuito agli immobili o nella misura fissa di 200 euro se ci sono le condizioni per usufruire delle agevolazioni prima casa;
  • l’imposta catastale, nella misura dell’1% del valore attribuito agli immobili o nella misura fissa di 200 euro se ci sono le condizioni per usufruire delle agevolazioni prima casa.

Come si calcola la base imponibile dell’imposta di successione?

Per calcolare la base imponibile delle imposte appena indicate bisogna fare la differenza tra il valore complessivo dei beni e dei diritti che compongono l’attivo ereditario – alla data dell’apertura della successione – e l’ammontare complessivo delle passività ereditarie deducibili e degli oneri (in pratica: attivo meno passivo).

Il valore dell’eredità o delle quote ereditarie è determinato al netto dei legati e degli altri oneri che le gravano.

Come si calcola l’attivo

Sono esclusi dall’attivo ereditario:

  • le indennità di fine rapporto in caso di morte del prestatore di lavoro e le indennità spettanti per diritto agli eredi in forza di assicurazioni previdenziali obbligatorie o stipulate dal defunto;
  • i crediti contestati giudizialmente alla data di apertura della successione, fino a quando la loro sussistenza non sia riconosciuta con provvedimento giurisdizionale o con transazione;
  • i crediti verso lo Stato, gli enti pubblici territoriali e gli enti pubblici che gestiscono forme obbligatorie di previdenza e di assistenza sociale, compresi quelli per il rimborso di imposte o di contributi, fino a quando non siano riconosciuti con provvedimenti dell’amministrazione debitrice;
  • i crediti ceduti allo Stato entro la data di presentazione della dichiarazione della successione;
  • i beni culturali, se sono stati assolti i conseguenti obblighi di conservazione e protezione;
  • i titoli del debito pubblico, tra i quali si intendono compresi i BoT e i CcT;
  • gli altri titoli di Stato, garantiti dallo Stato o equiparati, nonché ogni altro bene o diritto dichiarato esente dall’imposta da norme di legge;
  • i veicoli iscritti al Pubblico registro automobilistico.

Sono invece compresi nell’attivo ereditario:

  • denaro, gioielli e mobili per un importo pari al 10% del valore globale netto imponibile dell’asse ereditario, salvo che da inventario analitico non ne risulti l’esistenza per un importo diverso;
  • i titoli di qualsiasi specie il cui reddito è stato indicato nell’ultima dichiarazione dei redditi presentata dal defunto;
  • i beni mobili e i titoli al portatore di qualsiasi specie posseduti dal defunto o depositati presso altri a suo nome;
  • le partecipazioni in società di ogni tipo;
  • natanti e aeromobili.

Come si calcola il passivo

Le passività deducibili ai fini dell’imposta di successione sono costituite:

  • dai debiti del defunto esistenti alla data di apertura della successione, purché risultino da atto scritto di data certa anteriore all’apertura della successione o da provvedimento giurisdizionale definitivo;
  • dalle spese mediche e chirurgiche relative al defunto negli ultimi sei mesi di vita sostenute dagli eredi, comprese quelle per ricoveri, medicinali e protesi, sempre che risultino da regolari quietanze;
  • dalle spese funerarie risultanti da regolari quietanze per un importo non superiore a 1.032,91 euro (l’equivalente del vecchio limite di 2.000.000 lire).

Gli immobili

Il valore degli immobili viene calcolato tenendo conto del loro valore commerciale, ossia quello di mercato alla data di apertura della successione. L’Agenzia delle Imposte può contestare la valutazione fatta dagli eredi, sicché sarà meglio, per evitare accertamenti, avvalersi della perizia di un tecnico.

 
Pubblicato : 27 Settembre 2023 09:45