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Quali sono i casi tipici del reato di omissioni di atti di ufficio?

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(@gianluca-scardaci)
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Integra per esempio il reato di omissioni di atti di ufficio la condotta del sindaco che rifiuta di compiere un atto dovuto del proprio ufficio?

 Ci chiediamo spesso quali siano le ipotesi nelle quali ci troviamo di fronte al reato di omissioni di atti d’ufficio: sia che si tratti di una denuncia non ricevuta da parte delle forze dell’ordine; sia che riguardi una richiesta rimasta senza esito presso la pubblica amministrazione; sia che il medico di base o del pronto soccorso non si attivi quando necessario.

Trarremo spunto, per rispondere a tali quesiti ed elencare una serie di casi,  da una vicenda che ha visto coinvolto il sindaco di una città italiana per evidenziare quali sono i presupposti del reato in argomento e lo faremo chiedendoci se è da ritenere di ciò responsabile il primo cittadino di un comune in caso di omessa indicazione di ordinanze sindacali urgenti.

La vicenda

Sia in primo che in secondo grado, il Sindaco di un Comune italiano veniva condannato alle pene di legge perché aveva indebitamente rifiutato atti del proprio ufficio che, per ragioni di sanità e igiene dovevano essere compiuti senza ritardo.

A fronte di plurimi e continuati superamenti dei livelli consentiti di inquinamento dell’aria costituiti da polveri PM10 (particelle inquinanti presenti nell’aria che respiriamo),la giunta comunale aveva adottato una delibera relativa a un’azione di contenimento dell’inquinamento atmosferico nella quale si evidenziava, da una parte, come fosse certa la correlazione tra l’aumento delle malattie respiratorie e cardiocircolatorie e l’elevata concentrazione di inquinanti nell’aria e, dall’altra, la necessità di adottare adeguati provvedimenti per la tutela della salute dei cittadini, la cui competenza spettava al sindaco, appunto, il quale però ometteva di intraprendere le relative azioni.

Cosa ha stabilito la Corte di Cassazione?

La Suprema Corte, investita del relativo ricorso, ha annullato la sentenza di condanna sulla base di un ragionamento, relativo ai requisiti richiesti per l’integrazione del reato in argomento, che possono essere applicati non solo alla vicenda sottesa alla valutazione dei giudici, ma anche a tutte le altre ipotesi sopra descritte. Solo così, verificatane la consistenza, saremo in grado di capire se ci troviamo di fronte o meno al reato di rifiuto di atti d’ufficio.

La corte muove dal presupposto che il reato di omissione di atti d’ufficio è un reato di pericolo, la cui previsione sanziona il rifiuto non di un atto urgente, bensì di un atto dovutoche deve essere compiuto senza ritardo, ossia con tempestività, in modo da conseguire gli effetti che gli sono propri in relazione al bene oggetto di tutela. Più nello specifico, ai fini della integrazione del reato in discorso, legato alla mancata adozione di un’ordinanza sindacale, è necessario da una parte che venga accertata una situazione di emergenza di igiene e sanità, quindi dello specifico presupposto oggettivo suscettibile di far scattare l’obbligo di attivazione del pubblico funzionario istituzionalmente preposto alla funzione di controllo delle fonti di pericolo che possono incombere sulla sicurezza pubblica e, dall’altra, che sia effettivamente ravvisabile da parte del sindaco un indebito e colpevole rifiuto di adottare l’atto del proprio ufficio che deve essere compito senza ritardo.

In cosa deve consistere il rifiuto di atti d’ufficio?

Esso deve essere indebito. Il rifiuto penalmente significativo non può riguardare un atto discrezionale, ma deve riferirsi a un atto dovuto, imposto al pubblico ufficiale da una norma imperativa, di rango primario o addirittura costituzionale, che imponga di provvedere per la tutela di specifici beni ritenuti meritevoli di tutela.

Sulla base di questi presupposti, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna nei confronti del sindaco. Non era emerso, infatti, a dire dei giudici di legittimità, su quali basi fosse da ritenere eccezionale il pericolo, e doveroso l’intervento, e non era emerso da cosa ritenere che l’unico intervento possibile era quello del primo cittadino.

Quando scatta il reato di rifiuto od omissione di atti di ufficio?

Chiarito pertanto che i presupposti del reato di rifiuto di atti di ufficio sono l’indebito rifiuto di un atto da compiere, e quindi la doverosità dell’atto richiesto, e le ragioni per cui si ritiene inderogabile l’atto, possiamo passare in rapida rassegna alcuni dei possibili casi di commissione del reato di omissione di atti di ufficio.

Il reato  ricorre nel comportamento del medico di guardia in servizio presso una casa di cura che, richiesto di prestare il proprio intervento da personale infermieristico in relazione alla gravità delle condizioni di salute del paziente ivi ricoverato, ometta di procedere alla visita e alla diretta valutazione della situazione.

Integra il reato di cui si discute la condotta dell’agente di polizia municipale che, richiesto con ordine del superiore gerarchico di intervenire immediatamente sul luogo ove si è verificato un incidente stradale che sta provocando seri problemi di traffico, rifiuti di recarsi sul posto.

Commette il delitto in questione il militare dell’Arma dei Carabinieri che rifiuti di redigere la querela relativa a una vicenda allo stesso narrata dalla persona offesa, che contenga gli elementi per procedere penalmente, o che ometta la dovuta segnalazione al Prefetto circa la detenzione da parte di qualcuno di una modica quantità di sostanze stupefacenti.

Integra gli estremi del reato il rifiuto di procedere al ricovero ospedaliero di un malato, qualora il ricovero sia da ritenere indifferibile per la sussistenza di un pericolo alla persona; commette il reato di omissione di atti di ufficio il segretario comunale che a fronte della richiesta di accesso agli atti formulata da un consigliere, ometta di rispondergli nei termini di legge.

Commette tale reato il sindaco che ometta di rispondere o di fornire adeguate spiegazioni nel termine di trenta giorni, a seguito della richiesta, avanzata da un dipendente comunale, di rimborso delle spese legali sostenute in un procedimento penale per reati connessi alla sua funzione e dai quali è stato assolto.

Risponde del reato di cui si tratta il sindaco che non dispone l’immediato intervento per la eliminazione di rifiuti e per il ripristino dello stato dei luoghi; integra la condotta di cui si tratta, il mancato sequestro di sostanza stupefacente rinvenuta nel corso di perquisizione domiciliare da parte di ufficiale di polizia giudiziaria, trattandosi di atto di ufficio che per ragioni di giustizia va compito senza ritardo; commette reato il sindaco che ometta di rispondere a una richiesta a lui rivolta di conoscere il nominativo del funzionario che ha curato una pratica contro il cui esito è stato proposto ricorso amministrativo.

Tutte situazioni in cui è possibile rintracciare i presupposti di reato, ossia l’indebito rifiuto e la urgenza dell’atto richiesto, e in relazione alle quali può essere valutata la possibilità di procedere penalmente, a mezzo di una denuncia per il reato di omissione di atti di ufficio di cui all’articolo 328 del codice penale.

Conclusioni

Per rispondere quindi al quesito iniziale, è possibile affermare che ai fini dell’integrazione del reato di omissioni di atti d’ufficio, in relazione alla mancata adozione di un’ordinanza sindacale urgente, è necessario che sia accertata una situazione di emergenza in materia di sanità e igiene, non fronteggiabile con i mezzi ordinari apprestati dall’ordinamento, e che sia ravvisabile un indebito e colpevole rifiuto da parte del sindaco nel compimento di un atto dovuto del proprio ufficio, non differibile e non implicante apprezzamenti discrezionali.

 
Pubblicato : 27 Febbraio 2024 14:30