Processo civile telematico: come depositare gli atti al giudice di pace
Riforma Cartabia: dal 30 giugno 2023 anche le cause di competenza del giudice di pace dovranno essere iscritte con il deposito della busta telematica.
Il processo civile telematico consente agli avvocati di depositare i propri atti trasmettendoli alla cancelleria del tribunale direttamente tramite internet, per la precisione a mezzo pec. Anche la consultazione del fascicolo avviene da remoto, accedendo con le proprie credenziali personali al cosiddetto polisweb, cioè al sistema che consente la consultazione telematica dei registri informatici delle cancellerie.
Con la riforma Cartabia il processo civile telematico è stato esteso anche ai giudizi di competenza del giudice di pace. A partire dal 30 giugno 2023 (salvo rinvii dell’ultimo momento), gli avvocati potranno iscrivere le cause direttamente online, senza doversi recare fisicamente presso gli uffici; lo stesso varrà per ogni tipo di deposito successivo (ad esempio istanze, memorie, ecc.) inerente ai procedimenti pendenti. La riforma Cartabia si applica infatti a tutti i giudizi, anche a quelli già instaurati. Con il presente articolo vedremo come depositare gli atti al giudice di pace con il processo civile telematico.
Redattore atti per il processo civile telematico
Innanzitutto, per il deposito degli atti al giudice di pace occorre un redattore per il processo civile. Si tratta di un software che consente di generare la “busta telematica” da spedire poi in cancelleria.
Per il processo civile telematico davanti al giudice di pace è possibile usare il redattore già impiegato per il deposito degli atti in tribunale: l’importante è che esso sia aggiornato all’ultima versione.
Ad esempio, chi si serve del redattore gratuito Slpct deve utilizzare la versione aggiornata 1.25 o successive.
Come preparare la busta telematica per il giudice di pace?
Il primo passo da fare per preparare la busta telematica per il giudice di pace è quella di selezionare la voce “ricorso generico” e non “citazione”, come invece avviene davanti al tribunale ordinario. La riforma Cartabia ha infatti previsto che l’atto introduttivo tipico delle cause davanti al giudice di pace è il ricorso.
Va selezionato fin dall’inizio il registro giudice di pace e poi inserito l’ufficio di destinazione: la lista è molto lunga (si compone di oltre cinquecento voci) e quindi può essere utile inserire il nome nel campo di ricerca disponibile nel redattore.
Dopo aver selezionato l’ufficio competente, indicato l’oggetto della controversia e il valore, bisogna proseguire normalmente, come se si preparasse la busta telematica per un ordinario procedimento di competenza del tribunale: bisognerà quindi compilare i campi dedicati al contributo unificato, all’anagrafica delle parti, ai procuratori costituiti (l’indirizzo dello studio legale è un dato obbligatorio).
In pratica, l’iter è del tutto simile a quello seguito per i depositi davanti a tribunali e corti d’appello, ricordando però che l’atto introduttivo davanti al giudice di pace si propone con ricorso e non più con atto di citazione.
Si continua secondo la procedura tradizionale per l’inserimento dell’atto e l’allegazione dei documenti fino allo step finale rappresentato dalla firma.
I certificati degli uffici giudiziari
Il redattore non scarica tutti i certificati degli uffici giudiziari ma li aggiorna solo in caso di necessità; se, quindi, si è al primo deposito in quel determinato ufficio, comparirà un avviso per scaricare il certificato necessario a creare la busta.
In questo caso, basta rispondere “sì” per il download; dopo aver dato l’ok, viene creato l’Atto.enc da allegare alla propria pec e da inviare, come al solito, all’indirizzo dell’ufficio del giudice di pace selezionato, il quale è individuato automaticamente dal redattore.
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