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Prescrizione del fermo amministrativo sull’auto

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(@angelo-greco)
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Quando scade il fermo amministrativo sulla tua auto: scopri come e quando il fermo amministrativo e le cartelle esattoriali correlate possono andare in prescrizione.

Il fermo amministrativo è un termine che incute timore tra i proprietari di veicoli, ma quali sono le regole che ne determinano la durata? Qual è la prescrizione del fermo amministrativo sull’auto e quando può dirsi che una cartella esattoriale, alla base del fermo, sia prescritta? Il seguente articolo si propone di chiarire questi dubbi, utilizzando un linguaggio semplice e chiaro, per guidare i lettori attraverso le complessità di questo argomento. Vedremo quando scade il fermo, cosa succede se non si paga e, in ultimo, come togliere il fermo dall’auto. Ma procediamo con ordine.

Come funziona il fermo amministrativo e cosa comporta?

Un fermo amministrativo non equivale a un’espropriazione o un sequestro. In pratica, sia la proprietà che il possesso del veicolo rimangono in capo al proprietario.

Piuttosto, il fermo amministrativo è un divieto che impedisce al veicolo di essere guidato su strada.

Non si tratta di una punizione, ma di una misura precauzionale che mira a preservare il valore del mezzo evitando che possa subire danni o svalutazioni. Il fermo serve principalmente come strumento per spingere il debitore al pagamento, preparando il terreno per possibili azioni future come il pignoramento e la vendita all’asta del veicolo, anche se si tratta di misure improbabili.

Il fermo può essere applicato a qualsiasi veicolo di proprietà del debitore, senza limitazioni specifiche, anche se raramente si procede con più di un fermo per persona.

Per essere valido, il fermo deve essere preceduto da un avviso preventivo, notificato al proprietario almeno 30 giorni prima della registrazione effettiva del fermo. Questo avviso viene inviato tramite posta raccomandata o PEC.

Un fermo messo in atto senza il dovuto preavviso è considerato illegittimo.

Guidare un veicolo su cui pende un fermo amministrativo può portare a multe salate, fino a 7.937 euro.

Nel caso di veicoli in comproprietà, la restrizione di solito riguarda solo il comproprietario debitore. L’altro comproprietario, teoricamente, potrebbe continuare a guidare il veicolo senza problemi. Tuttavia, ci sono alcune sentenze che hanno messo in discussione questa interpretazione, argomentando che il fermo non dovrebbe essere applicabile se il veicolo appartiene a più individui e solo uno di essi è in debito.

Il fermo amministrativo ha una data di scadenza?

In linea generale, il fermo amministrativo in sé non scade. Non è prevista una prescrizione del fermo sull’auto. Si tratta infatti di una misura che rimane valida finché esiste il debito che ha dato origine al fermo stesso.

Questo significa che il fermo può rimanere attivo per anni, fino a quando il veicolo non diventa inutilizzabile e deve essere rottamato. Solo in quel caso il fermo verrebbe tolto, non avendo più alcuna ragione d’essere.

Quando si prescrive il fermo amministrativo?

A ben vedere, a prescriversi non è il fermo amministrativo ma il credito a fronte del quale lo stesso è stato iscritto. Quindi, ciò che può cadere in prescrizione è la cartella esattoriale che ha determinato il fermo.

È vero, il preavviso di fermo interrompe la prescrizione e la fa decorrere nuovamente da capo. Ma se dopo tale notifica l’Esattore non avvia alcun atto di esecuzione, né spedisce altre intimazioni di pagamento, ben potrebbe essere che la cartella cada in prescrizione e quindi il fermo debba essere cancellato.

Ma quando cadono in prescrizione le cartelle esattoriali? Tutto dipende dal debito per le quali sono state emesse. In particolare, i termini sono i seguenti:

  • cartelle per debiti con lo Stato (Irpef, Ires, Iva, imposta di bollo, ipotecaria, catastale, ecc.): 10 anni;
  • cartelle per debiti con gli enti locali (Imu, Tari, Tosap): 5 anni;
  • cartelle per multe stradali: 5 anni;
  • cartelle per contributi INPS e INAIL: 5 anni.

Come si interrompe la prescrizione?

Come anticipato la prescrizione delle cartelle esattoriali può essere interrotta da azioni come la notifica di un sollecito di pagamento o di un preavviso di fermo. Questo fa ripartire da capo il conteggio dei termini di prescrizione.

Importi a debito

L’esattore può iscrivere qualunque sia l’importo da riscuotere, non essendo previsti limiti a differenza di quanto accade per l’ipoteca.

In base ad alcune direttive interne, l’Esattore, per debiti inferiori a 2.000 euro, dovrebbe iscrivere il fermo su un solo veicolo del debitore; per debiti di valore compreso tra 2.000 e 10.000 euro, su un massimo di 10 veicoli e, infine, per debiti di valore superiore a 10.000 euro, su tutti i veicoli del debitore.

Tali criteri non hanno rilevanza esterna, tuttavia, anche secondo parte della giurisprudenza, la misura deve essere proporzionata al credito da tutelare. La discrezionalità relativa all’adozione di tale misura non può però tramutarsi in arbitrarietà sicché, al ricorrere di determinate circostanze, l’iscrizione può essere censurata per eccesso di potere.

Come evitare il fermo amministrativo?

Sicuramente il modo più sicuro per evitare il fermo amministrativo è pagare subito dopo il ricevimento del preavviso oppure chiedere la rateazione. Anche quest’ultima misura impedisce il fermo.

La rateazione può essere chiesta anche una volta che il fermo è già iscritto. In tal caso però, dopo il pagamento della prima rata (che andrà portata al Pra con apposita liberatoria concessa dall’Esattore), il fermo viene solo sospeso per essere poi definitivamente cancellato solo con il versamento dell’ultima rata.

Si può evitare il fermo facendo opposizione contro la cartella perché non dovuta o perché non si è ricevuto il preavviso di fermo.

Infine, per chi esercita attività professionali o imprenditoriali esiste la possibilità di evitare il fermo sui veicoli strumentali all’attività. Tale circostanza si può fare dimostrando che tale bene è essenziale per l’attività lavorativa svolta, come nel caso di un escavatore per un’impresa edile o un’auto per un agente di commercio.

Il contribuente ha a disposizione 30 giorni dalla ricezione dell’avviso preliminare per presentare la propria contestazione. Sebbene questo termine non sia considerato perentorio, una contestazione presentata in ritardo potrebbe non essere presa in considerazione.

La valutazione della strumentalità di un bene deve basarsi sulle norme relative alle imposte sui redditi, dato che il codice di procedura civile non fornisce una definizione precisa in questo contesto. In generale, sono considerati strumentali i beni effettivamente utilizzati e necessari per l’attività, che dovrebbero anche essere registrati contabilmente.

Secondo alcuni esperti, la valutazione della strumentalità di un bene dovrebbe poter prescindere dai registri contabili. Ad esempio, l’auto utilizzata da un idraulico per raggiungere i clienti dovrebbe essere considerata strumentale anche se non registrata nei libri contabili. Questo principio è stato confermato anche da alcune sentenze, come quelle del CTP di Frosinone e di Perugia.

Non tutti i beni strumentali sono automaticamente esenti dal fermo. Anche se un bene è essenziale per l’attività, questo non esclude la possibilità che possa essere soggetto a pignoramento, se non specificamente protetto da limiti di pignorabilità.

Se l’attività imprenditoriale o professionale non viene svolta su base regolare, i beni strumentali associati potrebbero comunque essere soggetti a fermo.

L’onere della prova ricade sul contribuente, che deve fornire adeguata documentazione per dimostrare l’effettiva necessità e utilizzo del bene per l’attività svolta. Questo potrebbe includere la presentazione di documenti contabili, o altra documentazione specifica richiesta in base al regime contabile adottato.

 
Pubblicato : 1 Febbraio 2024 17:30