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Piano pensionistico individuale

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(@paolo-remer)
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Cos’è, come funziona, quanto costa e a chi conviene la previdenza integrativa con versamenti in un fondo per incrementare l’importo della propria pensione.

In un’epoca come quella attuale, in cui la pensione pubblica è sempre più lontana nel tempo e nella maggior parte dei casi viene erogata con importi esigui, che tendono progressivamente a diminuire, anziché ad aumentare, è bene sapere cos’è un Piano pensionistico individuale, per capire a cosa serve, a chi è destinato, quanto costa e quando conviene sottoscriverlo.

Piano pensionistico individuale: cos’é?

Un Piano Pensionistico Individuale – conosciuto anche con la sigla Ppi – è un tipo di previdenza complementare che si attua mediante versamenti volontari e periodici in un fondo pensione.

Il Ppi si caratterizza perché l’adesione di ciascun sottoscrittore è singola, quindi con un contratto di tipo individuale; e in questo si differenzia dalle altre forme di previdenza complementare collettive, come quelle negoziali, istituite dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nella contrattazione collettiva nazionale o di categoria.

Piano pensionistico individuale: a cosa serve?

L’obiettivo finale del Piano pensionistico individuale è quello di costruire una pensione integrativa da erogare all’aderente: al termine del periodo programmato, il sottoscrittore otterrà il capitale rivalutato in base al rendimento ottenuto dal fondo pensione in cui si è investito.

In altre parole, il Ppi funziona come un fondo ad accumulo, per consentire ai risparmiatori di massimizzare i rendimenti e di beneficiare degli – eventuali e non sicuri – aumenti di valore dei loro investimenti compiuti nel tempo, e solitamente in un periodo molto lungo, che può arrivare a diversi decenni, se il sottoscrittore è un lavoratore di età giovane.

Piano pensionistico individuale: come funziona?

Il funzionamento del Piano pensionistico individuale può variare a seconda delle specifiche condizioni del contratto sottoscritto con il fondo pensione prescelto, ma alcune informazioni di base per effettuare una scelta consapevole sono predeterminate e conoscibili in partenza: infatti i vari fondi pensione che offrono i Ppi investono i capitali raccolti in strumenti finanziari predeterminati, come azioni, obbligazioni, fondi comuni d’investimento (e, talvolta, anche in immobili), e la percentuale di ripartizione delle somme investite in questi diversi asset – ciascuno connotato da un proprio livello di rischio finanziario – è nota sin dall’inizio, e non può essere modificata senza il consenso del sottoscrittore.

Di solito le tipologie di investimento variano in funzione dell’età del sottoscrittore, nel senso che, con il suo progredire, si prediligono linee meno aggressive e connotate da un rischio minore, come quelle prevalentemente obbligazionarie, mentre i giovani, che hanno di fronte un orizzonte temporale maggiore per far fruttare i propri risparmi, possono avere una più elevata componente azionaria. In generale, quanto più ci si avvicina all’età pensionabile, tanto più le forme di investimento si rivolgono a prodotti più “sicuri”, come i titoli di Stato e le obbligazioni a breve termine.

Piano pensionistico individuale: quali rischi?

Il rendimento finale del Piano pensionistico individuale non è garantito in partenza, ma dipende dalla tipologia degli investimenti compiuti dal fondo di destinazione, oltre che dall’ammontare dei versamenti eseguiti dall’aderente nel corso del tempo. Quindi la prestazione finale – che costituirà la pensione integrativa – non può essere conosciuta a priori, ma può essere soltanto prevista, con un rendimento atteso che viene stimato in base all’ammontare dei contributi versati ed agli incrementi auspicati della capitalizzazione, rivalutazione ed interessi maturati sul patrimonio così accantonato (tenendo presente che i rendimenti passati non costituiscono mai garanzia di analoghi rendimenti in futuro).

Tuttavia, i fondi pensione in cui confluiscono i versamenti dei Ppi possono offrire garanzie di rendimento minimo, in modo da proteggere i risparmiatori da eventuali perdite dovute a cattive performance del mercato finanziario (sempre possibili, specialmente in periodi di tempo molto lunghi); ma queste garanzie di rendimento minimo possono comportare costi aggiuntivi per i partecipanti.

Piano pensionistico individuale: quali vantaggi?

I Piani pensionistici individuali possono rappresentare una scelta vantaggiosa per coloro che – come i lavoratori autonomi ed i liberi professionisti – non hanno accesso a un piano pensionistico offerto dal proprio datore di lavoro e, in generale, a chiunque desidera integrare il proprio reddito pensionistico futuro.

Chi aderisce a un fondo può ragionevolmente sperare di ottenere, quando giungerà all’età pensionabile, un assegno periodico in forma di rendita vitalizia (o, in alternativa, potrà ricevere tutto il capitale rivalutato, erogato in unica soluzione) che si affiancherà al trattamento pensionistico erogato dal sistema previdenziale obbligatorio. Se nel corso degli anni si è versato molto, e se i rendimenti ottenuti dal fondo con i suoi investimenti sono stati soddisfacenti, l’incremento potrebbe essere consistente.

Da non trascurare il risparmio fiscale: chi aderisce ad un Pip, o ad altre forme di previdenza integrativa, può dedurre dall’Irpef i contributi versati nel fondo pensione prescelto, fino a un limite massimo di 5.164,57 euro annui. L’abbattimento delle tasse da pagare che così si ottiene va a particolare beneficio di coloro che hanno redditi elevati. Maggiori dettagli in “Come ottenere un risparmio Irpef con la pensione integrativa“.

Piano pensionistico individuale: cosa controllare?

Prima di aderire ad un Ppi, è importante valutare attentamente i costi di sottoscrizione iniziale, le commissioni di gestione periodiche (che, se elevate, possono incidere negativamente sul rendimento a lungo termine, in quanto la capitalizzazione avviene al netto delle spese) ed il profilo di rischio degli investimenti che compongono il fondo pensione prescelto: queste informazioni devono essere fornite all’aderente dalla società di gestione del fondo pensione prescelto, prima della sottoscrizione del contratto.

Per ulteriori informazioni, leggi l’articolo “Conviene avere una pensione integrativa?“.

 
Pubblicato : 12 Maggio 2023 16:00