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Patti successori: cosa sono e come funzionano

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(@angelo-greco)
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Guida ai patti successori: cosa sono, quando sono validi e le eccezioni legali.

Hai mai pensato di vendere l’eredità che tuo padre ti lascerà prima però che lui muoia? O di impegnarti, con un contratto, a lasciare in eredità a tuo fratello la tua casa in cambio di un prestito? Sai che questi accordi, chiamati patti successori, sono nulli? La ragione è duplice: da un lato il testamento è un atto volontario non suscettibile di costrizioni, neanche se provenienti dallo stesso testatore con un contratto sottoscritto consapevolmente. Dall’altro lato la legge ritiene immorale disporre di beni di cui non si è ancora proprietari ponendo la morte come presupposto del contratto stesso.

Ma procediamo con ordine e vediamo cosa sono i patti successori, quali sono e quando sono nulli.

Che cosa sono i patti successori?

I patti successori sono accordi attraverso i quali una persona dispone anticipatamente della propria eredità o rinuncia ai diritti che gli possono spettare su una successione non ancora aperta.

La trasmissione del patrimonio del defunto può infatti avvenire solo per legge o per testamento. Per questa ragione l’articolo 458 del codice civile prevede il divieto di patti successori. Tale norma vieta, a pena di nullità qualsiasi patto, contratto, accordo con cui:

  • si dispone della propria successione con un atto vincolante diverso dal testamento (ossia tramite contratto);
  • si dispone dei diritti che possono spettare su una successione non ancora aperta;
  • l’atto con cui rinuncia ai medesimi diritti.

Quando sono considerati illegali i patti successori?

Un patto successorio è considerato illegittimo se effettuato prima dell’apertura della successione. Si pensi, ad esempio, ad una persona che rinuncia ad impugnare un testamento prima della morte del testatore o che vende la sua quota di eredità quando ancora la successione non si è aperta. È anche un patto successorio vietato il contratto con cui una persona si impegna a disporre della propria eredità in favore di uno o più specifici soggetti: il contratto infatti è un vincolo che non consente di tornare indietro mentre il testamento è sempre revocabile.

I patti successori vengono di solito divisi nelle seguenti categorie:

  • i patti istitutivi (i contratti che nominano eredi o legatari);
  • i patti dispositivi (quelli che dispongono dell’eredità non ancora aperta),
  • i patti rinunciativi (ossia la rinuncia di diritti relativi a una successione altrui non ancora aperta; ad esempio la rinuncia all’azione di riduzione finché è in vita il donante),
  • i patti indiretti (i contratti che costituiscono un’attribuzione indiretta a causa di morte, come ad esempio il contratto a favore del terzo con riserva di designare, in un successivo testamento, il beneficiario).

Quali sono le eccezioni alla regola sui patti successori?

I cosiddetti patti di famiglia, che riguardano il trasferimento di aziende o partecipazioni societarie ai discendenti, sono un’eccezione e sono considerati validi.

Leggi Patto di famiglia: cos’è e come funziona.

In quali casi la nullità di un patto successorio può essere fatta valere?

Chiunque può contestare la validità di un patto successorio, e tale azione è imprescrittibile. Il giudice può rilevare la nullità d’ufficio.

Si può fare una donazione a causa di morte?

La donazione a causa di morte (donazione mortis causa) è un contratto destinato a produrre i suoi effetti solo dalla morte del donante. Essa è nulla perché produce gli stessi effetti del testamento e priva il donante della facoltà di revoca (che invece il testamento gli consente).

Diversamente, la donazione post mortem, che trasferisce il bene prima della morte ma ne rende definitiva l’attribuzione solo dopo, è valida (la morte in questo caso è la condizione per il trasferimento del bene).

Si possono dividere i beni di un’eredità non ancora aperta?

È nulla la divisione di beni di eredità futura. Ad esempio i figli non possono dividere l’eredità del padre ormai defunto ricomprendendo nella massa anche quelli ricevuti dalla madre che è ancora in vita. Un accordo di questo tipo è da ritenersi nullo limitatamente ai beni della madre.

Allo stesso modo è nullo l’accordo tra soggetti comproprietari di un bene, in forza del quale alla morte di uno di essi, la sua quota viene divisa tra gli altri, in modo che ognuno incrementi la propria quota ogni volta che muore un comproprietario. Tale accordo, chiamato tontina, rientra nel divieto di patti successori.

Altri patti successori nulli

È nullo l’accordo con cui un fratello consente al trasferimento in favore dei fratelli della proprietà di immobili appartenenti al padre, a fronte dell’impegno, assunto dai medesimi, di versargli una somma di denaro, da considerare come una tacitazione dei suoi diritti di legittimaria.

Rientra nel divieto di patti successori l’accordo con cui marito e moglie si impegnano a lasciare i propri beni ai figli col rispettivo testamento: una sorta di vincolo congiunto.

Società: le clausole di continuazione

Non sono illecite le cosiddette clausole di continuazione contenute nell’atto costitutivo di una società. Si tratta di accordi con cui i soci decidono in via preventiva che alla morte di uno di essi la società continui con gli eredi del defunto. I soci si obbligano a continuare la società con gli eredi del socio defunto, mentre questi ultimi restano liberi di scegliere se subentrare o meno in società.

L’atto costitutivo di una società può contenere anche le clausole di consolidazione in forza delle quali i soci prevedono l’accrescimento della quota del socio defunto in favore dei soci superstiti.

 
Pubblicato : 23 Novembre 2023 12:15