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Patrocinio a spese dello Stato: cos’è e come funziona?

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(@mariano-acquaviva)
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Guida breve al gratuito patrocinio in ambito civile e penale: requisiti, istanza, casi di esclusione e reclamo contro il rigetto.

Essere assistiti da un avvocato è un diritto costituzionale. C’è però chi non può permettersi di pagare la parcella del proprio difensore. In questi casi, la legge prevede il patrocinio a spese dello Stato, meglio conosciuto come “gratuito patrocinio”. Con questo articolo vedremo nel dettaglio cos’è e come funziona.

Sin da subito possiamo dire che il patrocinio a spese dello Stato consente anche ai più poveri di essere assistiti da un avvocato: l’onorario di quest’ultimo, infatti, è pagato direttamente dallo Stato. Ciò non significa, però, che il soccombente non debba pagare tutte le altre spese: chi, beneficiando del gratuito patrocinio, perde la causa, è comunque obbligato a pagare sia le spese del giudizio che gli onorari dell’avvocato della controparte. Ma procediamo con ordine.

Cos’è il patrocinio a spese dello Stato?

Come anticipato, il patrocinio a spese dello Stato è l’istituto giuridico che consente di avvalersi gratuitamente dell’assistenza di un avvocato.

In altre parole, si tratta di un importante strumento legale che permette a persone non abbienti di essere rappresentate in giudizio, sia come parte attiva (attore) che come difesa (convenuto), senza dover sostenere i costi di un avvocato.

Chi può beneficiare del patrocinio a spese dello Stato?

Possono accedere al patrocinio a spese dello Stato:

  • cittadini italiani;
  • stranieri regolarmente soggiornanti in Italia al momento in cui sorge la necessità di assistenza legale;
  • apolidi;
  • enti o associazioni che non perseguono fini di lucro e non svolgono attività economica.

Gratuito patrocinio: quali sono i requisiti di reddito?

Per essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato è indispensabile essere titolari di un reddito annuo imponibile, come risultante dall’ultima dichiarazione, non superiore al limite di legge, rivalutato ogni due anni in base all’inflazione (per l’anno 2023 è pari a 12.838,01 euro).

Se il richiedente convive con il coniuge o con altri familiari, il reddito è la somma dei redditi di ogni componente della famiglia.

Supponiamo che tu sia un cittadino italiano con un reddito annuo imponibile di 11.000 euro e convivi con tua moglie, che ha un reddito di 5.000 euro. In questo caso, il reddito complessivo della tua famiglia è di 16.000 euro, che supera il limite consentito per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

In quali situazioni il patrocinio a spese dello Stato è escluso?

Esistono alcune situazioni in cui il patrocinio a spese dello Stato non è ammesso, anche se ricorrono i requisiti sopra elencati.

È il caso, ad esempio, delle persone condannate per associazione mafiosa oppure per narcotraffico, i quali sono sempre esclusi dal gratuito patrocinio.

Gratuito patrocinio: quando si è ammessi in ogni caso?

Al contrario, in alcune situazioni particolari l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato non è subordinata ai requisiti di reddito: pertanto, è sufficiente trovarsi nella condizione stabilita dalla legge per poterne beneficiare.

Ad esempio, sono sempre ammesse le vittime di stalking, di maltrattamenti e di violenza sessuale, a prescindere dal reddito di cui sono titolari.

Dove si presenta la domanda per il patrocinio a spese dello Stato?

La domanda per il patrocinio a spese dello Stato deve essere presentata presso la segreteria del Consiglio dell’Ordine degli avvocati competente.

L’istanza deve contenere: le generalità del richiedente e del suo avvocato (se già nominato); l’autocertificazione della composizione del proprio nucleo familiare; i redditi di cui l’istante è titolare; la dichiarazione, sotto la propria responsabilità, di non trovarsi in una delle condizioni che impediscono l’accesso al gratuito patrocinio (ad esempio, una precedente condanna per associazione mafiosa); l’impegno a comunicare le eventuali variazioni di reddito.

Se la causa è già pendente, nella domanda di ammissione al gratuito patrocinio vanno indicate anche le generalità della controparte e il numero che identifica il procedimento in corso.

Se invece si tratta di un procedimento penale, la domanda va proposta direttamente al giudice che sta seguendo la causa, con domanda depositata presso la cancelleria. Il contenuto dell’istanza è il medesimo.

Cosa fare dopo il provvedimento di ammissione al patrocinio?

Una volta ottenuto il provvedimento di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, è possibile nominare un difensore scegliendo un avvocato abilitato dalle liste fornite dai Consigli dell’Ordine.

È anche possibile indicare sin da subito il proprio avvocato di fiducia il quale, sottoscrivendo la domanda unitamente al suo assistito, accetta l’incarico secondo le modalità del gratuito patrocinio.

Gratuito patrocinio: cosa fare se la domanda viene respinta?

Se il Consiglio dell’Ordine respinge o dichiara inammissibile la domanda di patrocinio, è possibile proporre una richiesta di ammissione al giudice competente, che prenderà una decisione con un decreto.

Se la richiesta di gratuito patrocinio è respinta dal giudice in ambito penale, avverso il decreto di rigetto è ammesso, entro venti giorni, ricorso al tribunale in composizione monocratica.

 
Pubblicato : 5 Ottobre 2023 08:15