La legge prevede espressamente come deve essere esercitata la responsabilità genitoriale in caso di separazione dei genitori. 

Spesso accade che il matrimonio entri in crisi e i coniugi decidano di lasciarsi. In presenza di figli quali sono gli effetti e le conseguenze sulla patria potestà in caso di separazione dei genitori? 

L’esame dell’argomento impone prima una precisazione: nel linguaggio giuridico il termine patria potestà che indicava il potere esclusivo del padre di proteggere, educare e istruire i figli minori e di curarne gli interessi, non viene più utilizzato. Infatti, con la riforma del diritto di famiglia del 1975 [1], che ha riconosciuto la parità di diritti tra padre e madre, è avvenuto il passaggio dalla patria potestà alla potestà genitoriale; successivamente con la riforma sulla filiazione del 2012 [2], che ha unificato lo stato giuridico dei figli eliminando ogni distinzione tra figli nati in costanza di matrimonio e figli nati fuori dal matrimonio, la potestà genitoriale è stata sostituita con la responsabilità genitoriale. Pertanto oggi è più corretto parlare di responsabilità genitoriale e non di patria potestà.

Cos’è la responsabilità genitoriale?

Per responsabilità genitoriale si intende l’insieme di diritti, doveri e prerogative di cui sono titolari i genitori nei confronti dei figli. 

Tale responsabilità viene esercitata congiuntamente dal padre e dalla madre e consiste in una serie di diritti/obblighi espressamente previsti dal Codice civile.

In particolare va menzionato il diritto/dovere di:

1. mantenere, di educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni [3]; 
2. rappresentare i figli in tutti gli atti civili e di amministrarne i beni [4].

I genitori di comune accordo stabiliscono la residenza abituale dei figli minori e adottano le scelte relative alla loro istruzione ed educazione.

I predetti diritti/doveri sono attribuiti a tutti i genitori indipendentemente se uniti in matrimonio o meno.

Responsabilità genitoriale nelle separazioni: come funziona?

Il Codice civile disciplina espressamente il modo in cui la responsabilità genitoriale va esercitata dai genitori quando decidono di interrompere il rapporto coniugale. Prevede infatti che tale responsabilità non cessi in caso di separazione dei coniugi così come non viene meno nelle ipotesi di cessazione degli effetti civili, di scioglimento, annullamento o nullità del matrimonio [5]. Altresì, prevede che i figli minori hanno diritto:

• di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo sia con il padre sia con la madre;
• ad essere mantenuti, curati, educati, istruiti e assistiti moralmente da entrambi i genitori;
• di continuare a conservare rapporti significativi con gli ascendenti (ad esempio i nonni) e con i parenti di ciascun ramo genitoriale [6].

Nei giudizi di separazione un ruolo importante è ricoperto dal giudice, il quale adotta i provvedimenti relativi alla prole avendo come esclusivo riferimento l’interesse morale e materiale della stessa.

In tale ottica il giudice deve valutare la possibilità che i figli minori possano restare affidati ad entrambi i genitori. Si tratta del cosiddetto affido condiviso, introdotto nel nostro ordinamento giuridico nel 2006 [7] con lo scopo di suddividere in modo equilibrato le responsabilità specifiche dei genitori e la permanenza presso ciascun genitore, tutelando la relazione di ciascuno di essi con i figli minori. Qualora l’affido condiviso non fosse possibile, il giudice deve scegliere a quale dei genitori i figli sono affidati, stabilendo, al contempo, i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore.

Il nostro legislatore quindi ha privilegiato il principio della bigenitorialità che si traduce nel diritto di ciascun genitore ad essere presente in maniera significativa nella vita del figlio, senza che questo comporti l’applicazione di una proporzione matematica in termini di parità dei tempi di frequentazione del minore con l’uno con l’altro genitore.

Il giudice deve anche fissare la misura e il modo in cui ciascun genitore deve contribuire al mantenimento, alla cura, all’istruzione e all’educazione dei figli. A tal proposito può prendere atto di eventuali accordi intervenuti tra i genitori, sempre che non siano contrari con l’interesse dei figli. 

La responsabilità genitoriale è esercitata da entrambi i genitori che prendono congiuntamente le decisioni di maggiore interesse per i figli quali ad esempio quelle relative all’istruzione, all’educazione o alla salute e, in mancanza di accordo, la decisione è presa dal giudice. Per quanto riguarda le decisioni su questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può prevedere che i genitori esercitino la responsabilità genitoriale separatamente.

Ciascun genitore provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito. Se necessario, il giudice stabilisce la corresponsione di un assegno periodico, il cui importo va calcolato tenendo conto delle attuali esigenze dei figli, del tenore di vita dagli stessi goduto durante la convivenza con entrambi i genitori, dei tempi di permanenza presso ciascun genitore, delle risorse economiche di entrambi i genitori, della valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore [8].

Responsabilità genitoriale e affidamento esclusivo: come si esplica?

In caso di affidamento esclusivo dei figli al padre o alla madre, il genitore affidatario ha l’esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale. Tuttavia, tranne che il giudice non disponga diversamente, le decisioni di maggiore rilevanza devono essere prese da entrambi i genitori. 

Al genitore non affidatario spetta comunque il diritto/dovere di vigilare sull’istruzione ed educazione dei figli, potendosi rivolgere al giudice qualora ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli al loro interesse [9].

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