Pace contributiva: come riscattare i periodi senza contributi?
La domanda per coprire gli anni privi di contribuzione potrà essere effettuata, in via sperimentale, nel biennio 2024-2025. Come funziona e chi può presentarla?
Secondo la legge italiana, è possibile andare in pensione al raggiungimento del 67° anno d’età, purché si abbiano almeno 20 anni di contributi versati. È ammessa l’uscita anticipata dal mondo del lavoro solamente in casi eccezionali, che ricorrono quando la contribuzione accumulata in passato è decisamente elevata. Si pensi, ad esempio, alla cosiddetta pensione anticipata ordinaria, che consente di andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le lavoratrici).
Con il presente articolo ci occuperemo di una questione particolare: vedremo cioè cos’è la pace contributiva e come riscattare i periodi senza contributi. Come diremo, si tratta di una misura, adottata solo in via sperimentale (e, quindi, temporanea), che consente ai lavoratori di pagare per ottenere i contributi che mancano per il raggiungimento della soglia necessaria alla pensione. Approfondiamo la questione.
Cos’è la pace contributiva?
Come anticipato, la pace contributiva consente di riscattare i periodi privi di contributi, in modo tale da raggiungere la soglia fissata dalla legge per poter andare in pensione.
La pace contributiva è quindi un riscatto agevolato, approvato in via sperimentale solo per il biennio 2024/2025. Spetterà poi al legislatore decidere se prorogarlo o meno al termine di questo periodo.
Cosa si può fare con la pace contributiva?
La pace contributiva consente di riscattare fino a 5 anni contributivi, anche non continuativi, che vanno a colmare i cosiddetti “buchi contributivi”, nel periodo compreso dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2023.
Con la pace contributiva si possono coprire periodi di aspettativa e inoccupazione, oppure i mesi trascorsi tra un lavoro ed un altro.
A patto di avere almeno un versamento contributivo precedente, è possibile riscattare anche periodi di studio non riscattabili attraverso il normale riscatto della laurea, ad esempio perché relativi ad annualità fuori corso oppure ad un master.
I contributi così recuperati sono utili sia per maturare il diritto a una pensione che per il calcolo dell’importo della pensione stessa.
Quali sono i requisiti della pace contributiva?
Secondo la legge [1], hanno facoltà di riscattare, in tutto o in parte, i periodi compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo comunque accreditato:
- gli iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria (Ago) per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti;
- gli iscritti alle forme sostitutive ed esclusive dell’Ago, nonché alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
- gli iscritti alla Gestione separata Inps, se privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non già titolari di pensione.
Requisito essenziale per poter beneficiare della pace contributiva è quello di non avere anzianità contributiva entro la data del 31 dicembre 1995.
Chi ha anche solo un contributo versato prima del 1° gennaio 1996, anche se figurativo, è escluso da questa facoltà.
In buona sostanza, quindi, la pace contributiva riguarda solo i lavoratori iscritti presso una delle gestioni previdenziali amministrate dall’Inps e assoggettati al calcolo integralmente contributivo della pensione (entrato in vigore a partire dal 1° gennaio 1996).
Quali anni si possono riscattare?
Possono essere riscattati tramite il meccanismo agevolato della pace contributiva i periodi scoperti compresi tra l’anno del primo e dell’ultimo contributo (obbligatorio, volontario, figurativo, da riscatto o ricongiunzione), accreditati presso l’Assicurazione generale obbligatoria (Ago), le forme sostitutive ed esclusive della stessa, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, agricoli) e la Gestione Separata Inps.
I periodi da riscattare non devono risultare assoggettati all’obbligo del versamento della contribuzione, e non devono essere già coperti da contribuzione obbligatoria.
Come riscattare 5 anni di contributi?
Il riscatto degli anni privi di contributi è subordinato al pagamento di una somma proporzionata al periodo di tempo che si intende coprire con questa forma di contribuzione successiva.
Il versamento può essere effettuato in un’unica soluzione oppure a rate.
In quest’ultimo caso, è possibile versare fino a un massimo di 120 rate mensili (pari a 10 anni) di importo non inferiore a 30 euro, senza interessi.
La richiesta può essere avanzata anche dagli eredi, con riguardo al riscatto degli anni contributivi sulla pensione di persone decedute.
Inoltre, nel solo settore privato, il riscatto può essere pagato anche dal datore di lavoro utilizzando i premi di produttività.
L’importo del riscatto va calcolato sulle retribuzioni percepite nell’ultimo anno precedente l’operazione e sulla vigente aliquota contributiva.
Gli oneri del riscatto di questi periodi di vuoto contributivo possono essere scaricati, sia nel modello che in quello Redditi Persone Fisiche.
In 5 annualità di dichiarazione dei redditi, gli interessati possono recuperare il 50% di quanto speso sotto forma di detrazione d’imposta.
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