Omicidio d’impeto: cos’è e com’è punito?
Che cos’è il dolo d’impeto? Qual è la differenza con la premeditazione? Quando c’è l’attenuante della provocazione? Si può applicare l’ergastolo?
L’omicidio è sicuramente uno dei reati più gravi in assoluto, punito con molti anni di reclusione e, se ricorrono determinate circostanze aggravanti, perfino con l’ergastolo. Una delle circostanze che comportano l’applicazione della reclusione a vita è quello della premeditazione, che ricorre quando l’autore ha ben preparato il delitto prima di compierlo. Con il presente articolo ci occuperemo di una questione particolare: spiegheremo cos’è e com’è punito l’omicidio d’impeto.
Come diremo, si tratta pur sempre di un assassinio, quindi di un delitto gravissimo; a differenza dell’omicidio premeditato, però, il responsabile potrebbe evitare l’ergastolo e sperare in una pena più mite. Perché? Procediamo con ordine e vediamo cosa dice la legge.
Cos’è l’omicidio d’impeto?
Viene definito “omicidio d’impeto” l’assassinio commesso d’impulso, senza che il gesto commesso sia preceduto da un’adeguata riflessione.
Solitamente, l’omicidio d’impeto è compiuto sulla scia di un forte sentimento, come ad esempio quello d’ira nutrito nei confronti della vittima.
Spesso confuso con il delitto passionale, in realtà l’omicidio d’impeto può avere motivazione diverse rispetto alla gelosia, movente del delitto passionale.
Omicidio d’impeto: cosa dice la legge?
A ben vedere, la legge non contempla il delitto dell’omicidio d’impeto.
In altre parole, non esiste un reato chiamato “omicidio d’impeto”, rappresentando quest’ultimo solamente una particolare modalità di manifestazione del dolo, cioè dell’elemento psicologico con cui il crimine è commesso.
Più che di “omicidio d’impeto”, quindi, sarebbe corretto parlare di “dolo d’impeto”. Approfondiamo quanto appena detto.
Che cos’è il dolo?
Con il termine “dolo” ci si riferisce all’intenzionalità con cui un certo reato è stato commesso.
In altre parole, un reato è doloso quando è compiuto volontariamente dal suo autore, il quale agisce proprio con l’intenzione di realizzare la condotta illecita.
Al dolo si contrappone la colpa, che esclude invece la volontà di commettere un reato, seppur alla fine venga integrato lo stesso.
I reati colposi, infatti, sono frutto di disattenzione, negligenza o imprudenza e, pertanto, non sono realmente voluti
Sono reati colposi il sorpasso azzardato in curva che provoca il ferimento di una persona, oppure l’intervento chirurgico andato male che causa la morte del paziente.
Che cos’è il dolo d’impeto?
Il dolo d’impeto rappresenta una speciale forma di dolo, caratterizzata dalla particolare velocità con cui il reo agisce rispetto al momento in cui ha maturato il proprio proposito delittuoso.
In altre parole, il dolo è d’impeto quando il colpevole agisce immediatamente, senza pensare troppo alle conseguenze del proprio gesto.
Ciò non significa che egli non comprenda che sta commettendo un reato, ma semplicemente che l’intervallo di tempo tra la nascita dal proposito criminoso e la sua attuazione è particolarmente breve.
Si tratta quindi di una forma di dolo che si verifica quando il delitto viene commesso per una volontà improvvisa.
Carlo reagisce d’impulso, colpendo con un pugno chi l’aveva appena offeso.
Marco, scoprendo sua moglie tra le braccia di un altro uomo, afferra un coltello che aveva a portata di mano e colpisce la donna.
Quando il dolo d’impeto riguarda un assassinio, si è soliti parlare di “omicidio d’impeto”. È il classico caso del raptus omicida.
Omicidio d’impeto e premeditazione: differenza
L’omicidio d’impeto si contrappone nettamente all’omicidio premeditato: mentre il primo è commesso d’impulso, cioè senza pensarci troppo, la premeditazione è caratterizzata proprio dall’elaborazione di un piano volto a compiere il delitto.
Il dolo d’impeto è solitamente considerato, ai fini della valutazione dell’intensità del dolo, come la forma meno grave, proprio in contrapposizione alla premeditazione.
Non a caso, la premeditazione è una di quelle aggravanti che può far scattare l’ergastolo a carico dell’omicida, a differenza del dolo d’impeto.
Omicidio d’impeto: caratteristiche
Come detto, l’omicidio d’impeto non è punito con l’ergastolo, bensì con la reclusione non inferiore a 21 anni [1].
Anzi: chi è accusato di aver commesso un omicidio d’impeto potrebbe addirittura beneficiare di uno sconto di pena, se viene provato che il fatto è stato commesso in uno stato d’ira causato dal fatto ingiusto altrui [2].
Si tratta dell’attenuante della “provocazione”, che si verifica quando un soggetto commette un delitto in preda all’impulso irrefrenabile di reagire a un’ingiustizia patita.
Angelo aggredisce violentemente Francesco dopo che questi l’ha pubblicamente diffamato.
L’attenuante della provocazione ben può abbinarsi al dolo d’impeto, con la conseguenza che, nel caso di omicidio, la pena finale potrebbe addirittura essere ridotta a 14 anni di reclusione (21 anni pena base – 1/3 dovuto all’applicazione dell’attenuante).
Se il dolo d’impeto esclude la premeditazione, esso non è però idoneo a escludere altre circostanze aggravanti che, ugualmente, potrebbero comportare la pena dell’ergastolo.
Secondo il codice penale [3], infatti, si applica il carcere a vita a chi uccide una persona per motivi futili (ad esempio, per un parcheggio occupato) ovvero adoperando sevizie o particolari crudeltà, come accade nell’ipotesi in cui ci si accanisca sul corpo della vittima con un numero esagerato di coltellate.
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