Separazione e divorzio: che fine fa la casa in presenza di un nuovo partner?

Nel momento in cui il giudice affida l’ex casa coniugale al genitore collocatario dei figli, può questi ospitare il proprio compagno e convivere con lui all’interno dell’immobile stesso? La nuova convivenza fa perdere l’assegnazione della casa coniugale? L’ipotesi è tutt’altro che rara. Per comprendere meglio la questione partiamo da un esempio pratico, con la premessa che quanto a breve si dirà vale sia per le coppie sposate che per i conviventi: a parte infatti la questione relativa all’assegno di mantenimento (che spetta solo all’ex moglie e non anche all’ex compagna), le questioni relative invece all’assegnazione della casa e al mantenimento dei figli sono identiche.

Qui di seguito ci occuperemo, in particolare, di stabilire se la donna che abbia ottenuto il diritto di abitazione all’interno della casa familiare, a seguito della separazione o del divorzio, possa ivi intrattenere una relazione stabile con un nuovo partner senza dover lasciare l’immobile al legittimo proprietario (l’ex marito). Chiaramente, il principio vale anche all’inverso, seppur è meno frequente che sia l’uomo a ottenere la casa rispetto alla donna. 

Separazione e assegnazione della casa

Una coppia di coniugi si separa. I due, prima di allora, avevano vissuto all’interno della casa di proprietà del marito e lì, dopo qualche mese, avevano avuto un figlio. Con la sentenza di separazione, il giudice assegna la casa alla donna, stabilendo che il bambino, ancora piccolo, viva insieme a quest’ultima. Dopo un anno, lei inizia una relazione con un nuovo partner e, dopo qualche mese, lo accoglie nella casa di proprietà dell’ex marito. La cosa non piace a quest’ultimo che si rivolge al tribunale per chiedere:

• la revoca dell’assegno di mantenimento che le versa;
• la revoca dell’assegnazione della casa coniugale. 

Vediamo cosa deciderà, in un caso del genere, il tribunale. 

Chi convive perde la casa coniugale?

L’ex coniuge o l’ex convivente che abbia ottenuto dal giudice il diritto di abitazione nella casa familiare può accogliere, al suo interno, il nuovo partner. Non vi è alcun divieto di legge, né ciò implica la perdita dell’assegnazione della casa. E ciò perché il diritto di abitazione viene riconosciuto per tutelare i figli, affinché questi non abbiano a subire ulteriori traumi da un eventuale trasferimento.

Il giudice però potrebbe vietare l’ingresso del nuovo compagno nella casa coniugale se ciò può costituire un pregiudizio per la crescita dei figli, se cioè dovesse risultare che la sua presenza è causa di turbamento per la prole o che il suo comportamento è dannoso per la loro crescita psicofisica. 

A tal fine sarà l’ex coniuge, titolare della casa, a presentare il ricorso al tribunale per chiedere al giudice di inibire l’ingresso del nuovo partner nella casa familiare. 

Chi convive perde l’assegno di mantenimento?

Solo una convivenza stabile, basata sui presupposti di una vera e propria famiglia, fa perdere all’ex moglie l’assegno di mantenimento o l’assegno divorzile. Il problema non si pone per le coppie di fatto in quanto, in tali ipotesi, non vi è alcun obbligo di versare gli alimenti al partner economicamente più debole.

Tuttavia, con una recente sentenza a sezioni unite, la Cassazione [1] ha stabilito che la nuova convivenza non determina, necessariamente, la perdita automatica ed integrale del diritto all’assegno. Se infatti dovesse risultare che il coniuge richiedente ha rinunciato, nel corso del matrimonio, alla propria carriera lavorativa per badare al ménage domestico, consentendo all’ex coniuge di concentrarsi sul proprio lavoro e quindi di incrementare la propria ricchezza, il giudice potrebbe ugualmente concedere l’assegno divorzile in presenza di una disparità di condizioni economiche.   

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