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Normativa antiriciclaggio

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(@mariano-acquaviva)
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Cosa sono il riciclaggio e l’autoriciclaggio? Quando scatta il reato? Quali sono gli obblighi per gli operatori finanziari e i professionisti?

La normativa antiriciclaggio è un insieme di leggi [1] che mira a impedire che il denaro di provenienza criminale faccia il suo ingresso nel sistema legale. Ciò è fondamentale per preservare la stabilità finanziaria, promuovere la concorrenza e garantire l’integrità dell’economia nel suo complesso. Inoltre, la normativa antiriciclaggio contribuisce a ostacolare il finanziamento delle associazioni criminali. Approfondiamo l’argomento.

Cos’è il riciclaggio?

Il riciclaggio è un reato che consiste nell’ostacolare l’identificazione dell’origine illecita di beni mobili (compreso il denaro, ovviamente).

Per la precisione, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da 5mila a 25mila euro chi:

  • sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo;
  • compie, in relazione a tali beni, altre operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa [2].

In pratica, il reato di riciclaggio serve a contrastare l’impiego di denaro e capitali di provenienza illecita.

Classico caso di riciclaggio è quello del rapinatore o del mafioso che, essendo in possesso di un’ingente somma di denaro, decide di investire il suo capitale acquistando immobili o investendo in borsa: in questa ipotesi, chi accetta quel denaro rischia di incorrere nel reato di riciclaggio, in quanto impedisce che i soldi possano essere rintracciati e identificati quale provento dei delitti commessi.

Cos’è l’autoriciclaggio?

Se il delitto di riciclaggio implica l’estraneità del suo autore al delitto dal quale il denaro proviene, l’autoriciclaggio punisce invece colui che compie l’attività tipica del riciclaggio sui beni tratti da delitti da lui stesso commessi.

Secondo la legge, si macchia del reato di autoriciclaggio chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto doloso, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa [3].

Viene esclusa la punibilità dell’autoriciclaggio solamente se il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinati alla mera utilizzazione o al godimento personale: in altre parole, se non vengono reimpiegati al fine di ostacolare l’individuazione della provenienza.

In sintesi, possiamo dire che:

  • il reato diriciclaggio punisce chi prende i soldi (o altri beni) da colui che li ha ottenuti commettendo un reato al fine di immetterli nel circuito economico legale attraverso operazioni finanziarie o di qualsiasi natura commerciale. È il caso del direttore di banca che accetta di investire, per conto del cliente, una grossa somma di denaro di provenienza sospetta;
  • con l’autoriciclaggio, invece, si punisce colui che, dopo aver commesso il delitto, mette a frutto il provento, ad esempio investendolo nell’acquisto di immobili o di titoli azionari.

Come funziona la normativa antiriciclaggio?

In buona sostanza, la normativa antiriciclaggio obbliga determinati soggetti (banche, finanziarie, professionisti, ecc.) a effettuare scrupolosi controlli prima di accettare denaro da altre persone.

È per questa ragione che anche il piccolo risparmiatore che decide di investire una certa somma in azioni, titoli o altre operazioni deve rispondere a un questionario, all’interno del quale deve dichiarare anche da dove proviene quel denaro.

L’ambito di applicazione della normativa antiriciclaggio si estende a diverse categorie di soggetti, tra cui intermediari finanziari, professionisti (notai, avvocati, commercialisti, ecc.) e operatori non finanziari (prestatori di servizi relativi a società e trust, operatori nel commercio di opere d’arte, recupero crediti, ecc.).

Nel corso degli anni, sono stati inclusi anche prestatori di servizi relativi alla valuta virtuale, operatori di gioco e operatori compro oro.

Cos’è il Comitato di sicurezza finanziaria?

Il Comitato di sicurezza finanziaria svolge un ruolo fondamentale nella lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo in Italia.

È un organo interministeriale che opera sotto la supervisione del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il CSF è responsabile della valutazione dei rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo e dell’adozione di misure preventive adeguate.

Cos’è l’Unità di informazione finanziaria?

L’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) è l’organo centrale per la raccolta, l’analisi e lo scambio di informazioni sul riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

L’UIF funge da intermediario tra gli operatori finanziari e le autorità di vigilanza, facilitando la trasmissione delle segnalazioni di operazioni sospette e promuovendo la cooperazione internazionale in materia di antiriciclaggio.

Quali sono gli obblighi a carico degli operatori finanziari?

Gli operatori finanziari, inclusi banche, intermediari finanziari, compagnie di assicurazione e altri soggetti obbligati, sono tenuti a implementare misure di vigilanza e controllo per garantire la conformità alla normativa antiriciclaggio.

Queste misure includono la verifica dell’identità del cliente, la sorveglianza delle operazioni finanziarie, la conservazione dei documenti e delle informazioni pertinenti, nonché la formazione del personale per riconoscere e segnalare eventuali attività sospette.

Nel corso degli anni, la normativa antiriciclaggio si è evoluta per adattarsi alle nuove sfide e ai cambiamenti tecnologici.

Ad esempio, sono state introdotte disposizioni specifiche per affrontare il riciclaggio di denaro tramite criptovalute e altre valute virtuali.

Gli operatori di criptovalute sono ora considerati soggetti obbligati e devono rispettare le norme antiriciclaggio, inclusa la segnalazione di transazioni sospette.

Sostanzialmente identici sono gli obblighi antiriciclaggio imposti dalla legge agli istituti di credito.

Per tutte le banche, gli istituti di moneta elettronica e di pagamento, gli adempimenti di controllo della clientela scattano quando agiscono da tramite o siano comunque parte nel trasferimento di denaro contante o titoli al portatore, in euro o valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, di importo complessivamente pari o superiore a 15mila euro. La segnalazione va fatta direttamente all’Uif.

Quali sono gli obblighi a carico dei professionisti?

I professionisti, come notai, avvocati, commercialisti e revisori contabili, sono anch’essi obbligati a rispettare e ad attuare la normativa antiriciclaggio nel contesto delle loro attività professionali.

Questo include l’identificazione dei clienti, la conservazione dei documenti e l’adozione di misure di controllo e monitoraggio.

In particolare, i professionisti sono soggetti alla normativa antiriciclaggio quando si occupano di trasferimento di diritti reali su beni immobili (compravendita di proprietà; usufrutti, ecc.), di gestione del denaro, di strumenti finanziari o altri beni, ovvero nelle ipotesi di apertura o gestione di conti bancari, libretti di deposito e conti di titoli, nonché nel caso di costituzione, gestione o amministrazione di società, enti e trust.

Gli adempimenti antiriciclaggio sono imposti ogni volta che vi sia un movimento di capitale superiore ai 15mila euro, indipendentemente dal fatto che siano effettuate con un’operazione unica o con più operazioni che appaiono tra di loro collegate per realizzare un’operazione frazionata.

I professionisti che si trovano davanti ad incarichi “sospetti” o che, comunque, non possono garantire il rispetto degli adempimenti antiriciclaggio, devono rifiutare l’incarico.

Se, invece, accettano il mandato, essi devono creare un apposito fascicolo (denominato, appunto, antiriciclaggio) per ogni cliente e devono procedere alla registrazione nell’archivio unico informatico o nel registro antiriciclaggio delle informazioni raccolte.

La segnalazione di antiriciclaggio nel caso di operazioni sospette va inviata direttamente all’Unita di informazione finanziaria per l’Italia (Uif) oppure agli organismi di autoregolamentazione i quali, ricevuta la segnalazione da parte dei propri iscritti, trasmettono la stessa all’Uif, senza però il nominativo del segnalante.

I professionisti non sono tenuti ad effettuare alcuna segnalazione quando svolgano una mera attività di consulenza: si pensi, ad esempio, all’avvocato che deve fornire un parere ad un suo cliente.

Allo stesso modo, nessun adempimento antiriciclaggio è previsto nell’espletamento dei compiti di difesa o di rappresentanza in un procedimento innanzi a un’autorità giudiziaria o in relazione a questo.

 
Pubblicato : 4 Ottobre 2023 17:15