Non pagare il taxi è reato?
Si può denunciare chi non onora i propri debiti? Quando scatta il reato di insolvenza fraudolenta? Si può querelare chi consuma e poi non paga?
Di norma fare debiti non è reato. Ciò vuol dire che il creditore non può denunciare la persona che non l’ha pagato, nemmeno nel caso in cui non sia riuscito a recuperare i suoi soldi tramite pignoramento. È in questa cornice che si inserisce la seguente domanda: non pagare il taxi è reato?
Prendiamo il caso che un uomo, dopo essere stato portato a destinazione, decida di aprire la portiera e di andarsene senza pagare la corsa. In un caso del genere il tassista potrebbe denunciarlo, ad esempio per furto o per truffa? Vediamo cosa dicono la legge e la giurisprudenza.
Avere debiti è reato?
Come ricordato in apertura, avere debiti non è reato. Questo significa che non è possibile sporgere denuncia contro il cattivo pagatore, nemmeno se il suo debito è immenso.
Contro i debitori è possibile solamente fare ricorso agli strumenti messi a disposizione dalla procedura civile, il più importante dei quali è la cosiddetta esecuzione forzata, cioè la possibilità concessa al creditore munito di titolo esecutivo di “aggredire” i beni del debitore anche contro la volontà di quest’ultimo.
Ad esempio, la legge consente di pignorare lo stipendio o il conto corrente del debitore, oppure di mettere all’asta la sua casa per poi rivalersi sul ricavato.
Quando si può denunciare un debitore?
Eccezionalmente è possibile denunciare il debitore, non per il fatto di non aver pagato ma per aver posto in essere condotte volte a ingannare altre persone.
È il caso, ad esempio, della bancarotta fraudolenta, che scatta nelle ipotesi in cui il soggetto dichiarato fallito compia azioni volte a salvare illecitamente il proprio patrimonio. Si pensi all’imprenditore che dissipa volontariamente i suoi beni per sottrarli ai creditori.
Si potrebbe poi denunciare il debitore nel caso di truffa oppure di falso: si pensi al soggetto che, per far risultare estinto il proprio debito, riesca a raggirare il creditore facendosi rilasciare una quietanza, oppure falsifichi un documento notarile facendo sì che da esso risulti pagata la somma.
Insomma: si tratta di ipotesi in cui il reo si macchia di condotte fraudolente collegate alla propria situazione debitoria. Non per questo, però, come più volte ricordato, fare debiti è reato.
Corsa del taxi non pagata: è reato?
Non pagare il taxi è reato? Secondo la Corte di Cassazione sì, se il cliente, pur sapendo di non poter pagare, ha ingannato il tassista facendogli credere invece di essere in grado di adempiere regolarmente [1]. In casi del genere scatta il reato di insolvenza fraudolenta.
Come spiegato nell’articolo Consumazione non pagata: quando è reato?, c’è insolvenza fraudolenta ogni volta che una persona, nascondendo il proprio stato d’insolvibilità, contrae un’obbligazione col proposito di non adempierla. La pena è la reclusione fino a due anni oppure la multa fino a 516 euro [2].
Nel caso di specie, il cliente diceva al tassista di non avere contanti ma di poter adempiere ugualmente con la carta di credito. Al termine della corsa, però, andava via senza pagare nulla.
Secondo la Suprema Corte, sussiste il reato di insolvenza fraudolenta in quanto l’imputato sapeva benissimo di non poter pagare, realizzando così la “dissimulazione” del proprio stato di insolvenza richiesto dal delitto in questione.
Per i giudici, inoltre, la dichiarazione di non avere denaro non rappresentava un’ammissione incompatibile con la dissimulazione, perché essa va letta unitamente alle altre affermazioni che l’accompagnavano, ossia di essere stato derubato e di voler andare in stanza a prendere la carta di credito.
Con un’altra sentenza la Suprema Corte ha stabilito che, ai fini della sussistenza del reato di insolvenza fraudolenta, la condotta di chi tiene il creditore all’oscuro del proprio stato di insolvenza al momento di contrarre l’obbligazione assume rilievo quando sia legata al preordinato proposito di non adempiere la dovuta prestazione, mentre non si configura alcuna ipotesi criminosa, ma solo illecito civile, nel mero inadempimento non preceduto da alcuna intenzionale preordinazione [3].
Il reato di insolvenza fraudolenta va poi tenuto distinto dalla truffa: mentre per integrarsi quest’ultimo delitto occorre porre in essere una complessa messa in scena volta a ingannare la vittima, per aversi insolvenza fraudolenta occorre solo tacere maliziosamente circa la propria condizione economica, mostrando tutt’altro.
Va infine precisato che, secondo la legge, l’adempimento dell’obbligazione avvenuto prima della condanna estingue il reato. Chi non ha pagato il taxi, quindi, può pentirsi e decidere di pagare il prezzo della corsa, evitando la condanna.
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