Rottamazione cartelle esattoriali nella legge di bilancio 2023. Sulle multe cancellata solo la sanzione. 

Brutte notizie per i contribuenti non in regola con le imposte dovute al Comune o alla Regione e con le multe stradali. Per loro non vale la nuova rottamazione delle cartelle fino a mille euro, affidate all’esattore fino al 2015, prevista dalla legge di bilancio 2023 per le imposte erariali (Irpef, Iva, ecc.). Difatti, per evitare il collasso economico dei Comuni (che ne subirebbero altrimenti ricadute fino a 350 milioni di euro nei relativi bilanci), sono state previste delle rilevanti modifiche alla normativa in corso di approvazione dalle Camere. 

In particolare per l’Imu e gli altri tributi locali (Tari, Tosap, ecc.) la cancellazione riguarderà solo interessi di mora e le sanzioni, ma l’imposta resterà invece da pagare per intero. Quindi nessuno stralcio delle cartelle. 

Nel caso delle multe, poi, che sono «sanzioni» per natura, la tagliola fermerà solo agli interessi: interessi che, come noto, sono pari al 10% e scattano ogni sei mesi.  

Il meccanismo sarà automatico, ma potrà essere stoppato dai Comuni con delibera.

Sono questi gli emendamenti alla legge di bilancio che uscirà dalle modifiche della Camera. 

I contribuenti interessati, compresi quelli già imbarcati nella rottamazione-ter, dovranno quindi continuare a pagare tributi e multe, evitando solo gli aggravi determinati dal ritardo con cui si presentano alla cassa. Proprio per dar tempo ai sindaci di decidere, lo stralcio effettivo slitta dal 31 gennaio al 31 marzo, data a cui è stato appena prorogato il termine per l’approvazione di bilanci comunali e delibere sui tributi.

Arriva poi una doppia mossa sulle liti pendenti. La chiusura del contenzioso viene estesa alle accise, sia nei primi due gradi di giudizio sia nelle cause in Cassazione. Un altro correttivo governativo, poi, si occupa specificamente delle liti alla Suprema Corte prevedendo che le spese di giudizio restino a carico del soggetto che chiede l’estinzione della causa; in caso di «no» alla chiusura, l’interessato potrà fare ricorso in Cassazione.

Con l’obiettivo di rilanciare il mercato immobiliare, il governo introduce poi uno sconto per chi acquista una casa ad alta efficienza energetica (classe A o B) dal costruttore. Il 50% dell’Iva sarà detraibile dall’Irpef in 10 rate.

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