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Niente mantenimento all’ex moglie giovane che non ha mai lavorato

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(@raffaella-mari)
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Gli alimenti spettano solo alla donna che ha fatto la casalinga d’accordo con il marito e non anche a chi, per pigrizia o scelta personale, ha preferito non lavorare durante il matrimonio.

Seconda scoccata della Cassazione, in solo cinque giorni, alle casalinghe disoccupate. Dopo l’ordinanza 17144/2023 dello scorso 15 giugno, la Corte ha appena chiarito che non è dovuto il mantenimento all’ex moglie giovane che non ha mai lavorato. E questo perché se l’assenza di un reddito è il frutto di un accordo col marito, rivolto a consentire a lei di dedicarsi al ménage domestico, allora l’assegno divorzile può ben essere giustificato. Al contrario se è il frutto di una scelta personale e lei è ancora in età lavorativa (che per i giudici si protrae sino ad almeno 40 anni) allora il mantenimento è dovuto. Sono queste le conclusioni cui è arrivata l’ordinanza n. 17805/2023 del 21 giugno 2023.

Cerchiamo di comprendere quali conseguenze avrà questa interpretazione sulle coppie separate e che stanno divorziando.

Quando si può negare l’assegno di mantenimento?

Secondo la Corte di Cassazione, non è automatico il diritto all’assegno di mantenimento per un coniuge separato. In particolare, la pronuncia in commento ha stabilito che una giovane casalinga non ha diritto all’assegno se ha rifiutato l’inserimento nel mondo del lavoro.

Quali sono i criteri considerati dai giudici?

I giudici hanno considerato due fattori chiave. Il primo è l’età della richiedente: se la persona è ancora capace di lavorare, il rifiuto di un inserimento lavorativo non è giustificato. Il secondo riguarda la capacità economica del coniuge obbligato: se l’ex marito, per esempio, sta già pagando l’affitto per l’appartamento in cui vive l’ex moglie e la figlia, ciò può essere considerato un sufficiente contributo economico.

Come si valuta l’aiuto economico dei genitori?

Gli eventuali aiuti economici forniti dai genitori di una delle parti sono del tutto irrilevanti e non influenzano l’assegno di mantenimento o la sua misura. E questo perché non sono obbligatori non possono essere considerati redditi fissi. Tali aiuti, anche se continuativi, sono atti di generosità. Il che significa che:

  • se a ricevere gli aiuti dei genitori è il marito che paga il mantenimento, non sarà possibile solo per questo chiedere un assegno più corposo;
  • se a ricevere gli aiuti dei genitori è la moglie, non per questo le potrà essere negato il mantenimento.

Conclusione

La sentenza della Cassazione rappresenta un importante punto di riferimento nella questione dell’assegno di mantenimento. Segna un passo importante verso la fine della cosiddetta rendita di posizione, enfatizzando il principio della responsabilità individuale e l’importanza dell’indipendenza economica. Inoltre, riafferma il principio che gli aiuti economici da parte dei genitori sono liberalità, e non obblighi giuridici.

 
Pubblicato : 22 Giugno 2023 06:30