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Morte del coniuge: cosa accade alla pensione?

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(@mariano-acquaviva)
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Cos’è e come funziona la reversibilità? Qual è la differenza con la pensione indiretta? L’ex coniuge divorziato ha diritto a un trattamento previdenziale?

Hai mai sentito parlare della pensione di reversibilità? È un trattamento pensionistico unico in Italia, che offre un sostegno importante ai superstiti del pensionato deceduto, purché ricorrano determinati requisiti. Ma cosa significa esattamente questo trattamento economico, chi ha diritto ad esso e quali sono i suoi presupposti? Cosa accade alla pensione del coniuge deceduto?

In questo articolo, esploreremo nel dettaglio la pensione di reversibilità, offrendo risposte a domande comuni e spiegazioni chiare.

Cos’è la pensione di reversibilità?

La pensione di reversibilità è un trattamento economico erogato ai superstiti del pensionato deceduto, corrispondente a una certa percentuale della pensione ricevuta da soggetto defunto

Anche il deceduto non pensionato che, però, ha accumulato un certo periodo di contribuzione consente ai familiari di beneficiare di una prestazione previdenziale, denominata “pensione indiretta“.

Entrambe rientrano nella categoria della pensione ai superstiti.

In altre parole, la pensione ai superstiti può essere di due tipi:

  • pensione di reversibilità, nel caso di deceduto pensionato;
  • pensione indiretta, nell’ipotesi di deceduto non ancora pensionato ma assicurato.

Quando si ha diritto alla pensione indiretta?

Per avere diritto alla pensione indiretta, è necessario aver accumulato almeno:

  • 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa, oppure
  • 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui però almeno 3 anni nei 5 anni precedenti alla data del decesso.

Chi ha diritto alla pensione di reversibilità?

Il diritto alla reversibilità è riservato a coloro che erano a carico del pensionato al momento del suo decesso.

Ciò significa, in pratica, che gli aventi diritto non devono possedere redditi sufficienti per essere economicamente autonomi.

Questo trattamento previdenziale, dunque, è destinato ai parenti a carico del defunto, quelli che normalmente erano mantenuti dal pensionato.

I beneficiari della pensione di reversibilità includono, tra gli altri:

  • il coniuge superstite, eventualmente anche separato;
  • il coniuge superstite, anche se divorziato, purché non risposato e titolare di assegno divorzile (di tanto diremo meglio nel prosieguo);
  • i figli (compresi quelli adottivi) minorenni o inabili al lavoro, studenti fino al 21esimo anno di età o fino al 26esimo anno se universitari e a carico.

Altri possibili beneficiari sono i nipoti a carico del pensionato al momento della sua morte, nonché i genitori, i fratelli e le sorelle del pensionato deceduto, sempre se a carico.

Il diritto alla pensione di reversibilità sorge il primo giorno del mese successivo a quello in cui si è verificato il decesso del pensionato.

La moglie ha diritto alla pensione del marito defunto?

Come anticipato, il coniuge superstite ha diritto alla pensione di reversibilità.

Uguale diritto conserva anche il coniuge separato ma non ancora divorziato. Da questo punto di vista, la separazione non incide minimamente sul diritto a percepire la reversibilità, anche qualora fosse stato pronunciato l’addebito.

Il coniuge divorziato, invece, ha diritto alla reversibilità, a condizione però che:

  • sia titolare dell’assegno di divorzio;
  • non sia passato a nuove nozze;
  • la data d’inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza di divorzio.

Va precisato che l’unito civilmente è del tutto equiparato al coniuge superstite: egli ha quindi diritto alla pensione di reversibilità.

Come viene divisa la reversibilità tra primo e secondo coniuge?

La legge sul divorzio conferisce un autonomo diritto alla pensione di reversibilità sia all’ex coniuge che al coniuge superstite, a condizione che entrambi soddisfino i requisiti per la sua assegnazione.

La legge stabilisce che, in caso di concorso tra l’ex coniuge e il coniuge superstite, la pensione di reversibilità viene assegnata considerando diversi fattori, come ad esempio la durata del rapporto matrimoniale, l’ammontare dell’assegno divorzile corrisposto e le condizioni economiche dei coniugi concorrenti.

Se Mario è stato sposato con Paola per 20 anni e ha ricevuto un assegno divorzile, ma ora è sposata con Luisa, la pensione di reversibilità sarà suddivisa tra Paola e Luisa in base a vari fattori, tra cui la durata del matrimonio con Paola e l’importo dell’assegno divorzile.

Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Come dividere la pensione di reversibilità tra prima e seconda moglie?

Diritto alla pensione di reversibilità per i figli

Oltre al coniuge e all’ex coniuge, come già accennato, la reversibilità spetta anche ai figli.

Per la precisione, questa pensione è concessa ai figli minorenni. Inoltre, i figli studenti di scuola media secondaria tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore deceduto e non impegnati in attività lavorativa, sono ugualmente idonei a ricevere questo trattamento previdenziale.

Per i figli studenti universitari, la pensione di reversibilità è prevista per l’intera durata del corso di laurea, ma non oltre i 26 anni, sempre a condizione di essere a carico del genitore deceduto e di non svolgere attività lavorativa.

Anche i figli inabili al lavoro, indipendentemente dall’età, che erano a carico del pensionato, hanno diritto alla reversibilità.

 
Pubblicato : 17 Dicembre 2023 16:00