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Messaggi WhatsApp come prova in tribunale

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(@angelo-greco)
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Che valore ha una chat WhatsApp come prova? Come produrre in giudizio i messaggi WhatsApp? 

Nel mondo digitale, WhatsApp è diventato un canale comunicativo ampiamente utilizzato. I messaggi scambiati attraverso questa piattaforma possono assumere un valore legale? La risposta arriva dalla Corte di Cassazione che, con più di una sentenza (tra le tante la n. 49016/2017), ha chiarito in quali casi le conversazioni su WhatsApp possono essere utilizzate come prova in tribunale nell’ambito di un procedimento giudiziario, sia esso civile (ad esempio una causa di lavoro) che penale (ad esempio una querela per un reato di estorsione).

In questo articolo, esploreremo i dettagli e le condizioni stabilite dalla Cassazione per dare valore legale a queste comunicazioni digitali.

Come si possono usare le chat WhatsApp come prova?

La Cassazione ha stabilito che le conversazioni su WhatsApp possono avere valore di prova in giudizio se viene acquisito il dispositivo elettronico che le contiene (in altri termini lo smartphone). Quindi, per utilizzare i messaggi WhatsApp in tribunale, bisogna presentare il telefono cellulare alla cancelleria del giudice competente su cui si sono svolti gli scambi di messaggi. Il cellulare sarà restituito al proprietario dopo che il giudice avrà terminato la fase istruttoria e sottoposto lo stesso a una perizia tecnica d’ufficio (cosiddetta CTU).

Quali sono le condizioni per la validità legale di questi messaggi?

Secondo l’articolo 234 del Codice di Procedura Penale, documenti come fotografie o registrazioni possono essere ammessi come prova. Questo include anche i contenuti di WhatsApp, che però, come si è appena detto, devono essere esibiti in tribunale nel loro supporto originale, cioè il telefono su cui sono memorizzati. Ma questo non è l’unico modo per acquisire i messaggi WhatsApp come prova in tribunale. Vediamo gli altri metodi.

Cosa fare se non si può acquisire lo smartphone in tribunale?

Se non si può presentare il dispositivo, la giurisprudenza prevede alternative come lo screenshot delle conversazioni da stampare e allegare al fascicolo processuale o la presentazione di una chiavetta USB contenente tali dati.

Quanto allo screenshot bisogna fare alcune precisazioni. Esso è una riproduzione meccanica facilmente alterabile. Sicché c’è bisogno di una attestazione di conformità all’originale. Questa potrebbe essere rilasciata da un notaio o altro pubblico ufficiale.

In ogni caso il codice civile stabilisce che se la stampa del video della chat non viene contestata dalla controparte (con ciò operando un tacito riconoscimento), la documentazione in questione diventa automaticamente prova documentale, pertanto utilizzabile dal giudice ai fini della decisione. Questo avviene nel caso in cui l’interlocutore riconosca la conversazione e non ne neghi l’esistenza o la genuinità. Invece, l’opposizione della controparte priva il messaggio del suo valore documentale e il giudice ne può tenere conto secondo il suo prudente apprezzamento. Tuttavia non basta un’opposizione generica, è necessario fornire valide giustificazioni che inducano il giudice a dubitare della veridicità dello screenshot.

Antonio produce in una causa lo screenshot di una chat su WhatsApp avuta con Luigi con cui quest’ultimo si impegna a restituirgli 5.000 euro precedentemente prestategli con accordo verbale. Luigi dovrebbe dimostrare che lo screenshot è stato alterato con software di videoritocco e che non è genuino. Se invece ammette che tale conversazione c’è stata, il messaggio WhatsApp ha la stessa valenza probatoria di un documento scritto.

Molto spesso, la conversazione si trova memorizzata nel dispositivo di un altro soggetto: si pensi alla moglie che abbia trovato, sul cellulare del marito, gli scambi di messaggi con l’amante che attestano l’infedeltà. La legge chiaramente vieta di invadere l’altrui privacy ma non poche volte la Cassazione ha ritenuto comunque legittima l’acquisizione nel processo di prove ottenute in violazione della legge.

Un messaggio WhatsApp può essere oggetto di una testimonianza?

Una persona che ha letto i messaggi su WhatsApp può attestarne il contenuto davanti al giudice, fungendo da testimonianza diretta. Questo è un altro modo per introdurre i messaggi in giudizio, se non si può presentare il dispositivo originale.

È possibile autenticare i messaggi per il processo?

Un ulteriore mezzo per far entrare i messaggi WhatsApp in un processo è affidare la chat a un perito tecnico di parte il quale li trascriverà su un foglio di carta, certificherà l’autenticità delle conversazioni, incluse quelli vocali. Questa procedura garantisce un maggiore livello di autenticità rispetto allo screenshot.

È sempre bene avvalersi di un perito iscritto nell’elenco dei consulenti del tribunale.

La sua perizia verrà acclusa al fascicolo di parte.

Come si acquisisce legalmente una conversazione WhatAapp?

Per acquisire le conversazioni WhatsApp come prove senza infrangere la legge, bisogna evitare l’uso di software spia o l’accesso forzato al dispositivo altrui, pratiche che configurano il reato di accesso abusivo a sistema informatico.

La Cassazione ha peraltro detto che strappare il cellulare dalle mani del legittimo proprietario integra il reato di rapina (si pensi al marito che, vedendo la moglie chattare con qualcuno, le sottragga lo smartphone per leggere il contenuto della chat).

Uno screenshot delle chat WhatsApp può essere effettuato legalmente se ci si imbatte in uno smartphone lasciato incustodito dal proprietario, permettendo così di catturare una conversazione senza commettere violazioni legali, sempre che non sia protetto da password di accesso. L’occasione deve presentarsi senza alcuna manomissione o stratagemma da parte di chi desidera acquisire la conversazione come prova.

È reato leggere e fotografare chat WhatsApp altrui?

Secondo l’ordinanza n. 13121/2023 della Cassazione, non è necessario il consenso per il trattamento di dati personali se questi ultimi sono impiegati per investigazioni difensive o per far valere un diritto in sede giudiziaria. Ciò significa che, in specifiche circostanze, fotografare conversazioni WhatsApp non configura un reato di violazione della privacy.

Sms ed e-mail hanno lo stesso valore di prove legali?

Gli sms e le e-mail sono riconosciuti dalla Cassazione come pienamente validi come prova, a meno che non vengano disconosciuti con argomentazioni dettagliate che ne dimostrino l’incongruenza con la realtà.

 
Pubblicato : 3 Novembre 2023 11:30