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Matteo Messina Denaro: oggi chemio e interrogatorio

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(@giordana-liliana-monti)
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Questa mattina Matteo Messina Denaro dovrebbe comparire da remoto in udienza per l’interrogatorio, cui sarà sottoposto anche il suo autista, Giovanni Luppino.

A distanza di pochi giorni dall’arresto del boss Matteo Messina Denaro inizia una nuova sfida per gli inquirenti: capire chi in questi ultimi 30 anni ha aiutato il latitante a sfuggire a quella giustizia che lo aveva condannato all’ergastolo per decine di crimini e omicidi commessi. Ora che il boss è stato arrestato è difficile credere che collaborerà – come da lui già ammesso nelle scorse ore – ma l’obiettivo delle indagini è quello di riuscire a ricostruire almeno parte della storia.

Dotrebbe apparire questa mattina in videoconferenza Messina Denaro, arrestato lunedì mattina a Palermo. Riprenderà alle 9.30, davanti alla Corte d’appello di Caltanissetta, l’udienza che vede imputato l’ex latitante, accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio. È la prima udienza di un processo dopo la cattura del padrino di Castelvetrano. Ieri il procuratore generale Antonino Patti ha confermato all’Adnkronos che «non vi è alcun impedimento» per celebrare il processo e che «è già stata predisposta la videoconferenza». Il provvedimento sulla celebrazione del processo è stato regolarmente notificato all’imputato. Fino ad ora Matteo Messina Denaro, condannato in primo grado all’ergastolo, è stato giudicato da latitante e tutto il processo si è celebrato in sua assenza.

Verrà interrogato questa mattina, a partire dalle 9.30, nel carcere Pagliarelli di Palermo, anche Giovanni Luppino, 59 anni, l’autista del boss Matteo Messina Denaro, arrestato con l’ex latitante. Luppino è un commerciante di olive di Campobello di Mazara (Trapani), il luogo in cui il latitante si nascondeva e di cui ne aveva fatto residenza nella carta d’identità fasulla che rimandava ad Andrea Bonafede, l’alias che utilizzava per camuffarsi.

È stato proprio Luppino ad accompagnare il boss alla clinica Maddalena per la chemioterapia. L’uomo non è parente del boss omonimo, e sarebbe un volto nuovo per gli inquirenti. Mai coinvolto in passato in operazioni antimafia, fino ad oggi, dovrà spiegare al gip Fabio Pilato i suoi rapporti con il boss Messina Denaro. Giovanni Luppino è accusato di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso.

Sempre oggi, Matteo Messina Denaro inizierà la somministrazione della chemioterapia in una stanza clinica allestita, d’accordo con la Asl, accanto alla sua cella. Il boss mafioso è stato sottoposto a colloquio psichiatrico al termine del quale non sarebbero state riscontrate particolari patologie psichiche, ma anzi sarebbe stato confermato il suo deciso proposito di non parlare o pentirsi.

Fisico ‘palestrato’ e depilato, al suo ingresso nella sezione del carcere dell’Aquila riservata al regime del 41 bis indossava ancora gli abiti con i quali è stato immortalato dalle telecamere lunedì scorso nel momento della cattura: per questo, attraverso il cappellano del penitenziario, gli sono stati messi a disposizione abiti e biancheria intima di ricambio e un piccolo sussidio economico per affrontare i primi giorni di reclusione.

Nei suoi primi due giorni trascorsi in cella in regime di isolamento Messina Denaro pare non abbia mai voluto accendere la televisione, preferendo restare a letto.

Nel frattempo, come affermato da Nino Di Matteo, ospite di ‘Atlantide’ su La7, «le indagini cominciano ora. Di fronte a certi comportamenti così apparentemente incauti l’alternativa è chiara: o Matteo Messina Denaro si sentiva tanto potente da essere certo che non lo avrebbero arrestato, o si è fatto arrestare non facendo nulla per nascondersi». E tra i primi fatti da verificare c’è l’eventuale responsabilità dei medici che lo avevano in cura sotto falso nome.

«Apprendo dalla stampa che alcuni colleghi iscritti all’Ordine dei medici di Trapani risulterebbero coinvolti nell’inchiesta relativa all’arresto dell’ex latitante Matteo Messina Denaro. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte delle Procure interessate, oggi stesso avvierò l’iter di accertamento di eventuali violazioni del codice deontologico da parte dei colleghi che risulterebbero coinvolti nell’inchiesta giudiziaria». A parlare è il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Trapani, Vito Barraco, che aggiunge: «In mattinata farò partire le convocazioni per i medici che risulterebbero coinvolti nell’inchiesta e da qui a 10 giorni sarò io stesso ad ascoltarli, così come previsto dal nostro regolamento nazionale».

«Una volta redatto il verbale di audizione, lo stesso verrà poi trasmesso al Consiglio di disciplina dell’Ordine che deciderà sull’avvio o meno di un eventuale procedimento disciplinare – conclude -. Per i reati più gravi il Consiglio di disciplina può anche procedere alla sospensione immediata dall’ordine dei medici».

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Pubblicato : 19 Gennaio 2023 10:30