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L’investigatore può far annullare l’assegno di mantenimento?

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(@paolo-remer)
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Il ruolo del detective privato è fondamentale e spesso si rivela decisivo per ottenere il taglio dell’importo: la sua relazione è utilizzabile in tribunale.

Con la riforma Cartabia, in vigore dal 28 febbraio 2023, i coniugi che intendono separarsi e/o divorziare devono obbligatoriamente allegare alla domanda le ultime tre dichiarazioni dei redditi. Ma questo spesso non basta per stabilire quali sono le reali condizioni economiche e patrimoniali dei partner, e serve saperlo soprattutto per stabilire la misura dell’assegno.

Così molti coniugi mettono alle calcagna dell’ex un detective privato, per scoprire, in base a elementi oggettivi e concreti, qual è il reale tenore di vita del coniuge. Le prove così acquisite possono essere acquisite e valutate nel corso del giudizio, unitamente alla testimonianza dello 007 davanti al giudice, se necessaria. Ma l’investigatore privato può far annullare l’assegno di mantenimento già stabilito dal giudice o d’intesa tra i coniugi? Ora ti spiegheremo come si risolve questa problematica.

Revisione o revoca del mantenimento: il ruolo dell’investigatore privato

Le condizioni economiche e patrimoniali degli ex coniugi separati e divorziati possono modificarsi nel corso del tempo, così come il beneficiario dell’assegno può aver instaurato una relazione stabile con un nuovo compagno. Per questi motivi è legittimo chiedere la revoca, o la diminuzione, dell’assegno di mantenimento. Non si può decidere di tagliare l’importo, ma bisogna chiedere al giudice un provvedimento di revisione. Te lo spiegheremo meglio fra poco.

Si può anche dimostrare che l’ex partner ha raggiunto autonomamente uno stato di benessere, e dunque la corresponsione dell’assegno mensile nella misura precedentemente stabilita non è più giustificata.

Se pensi di ricorrere a un detective privato per mutare o far cessare l’assegno che stai versando al tuo ex, probabilmente hai avuto una buona idea, e il costo dell’agenzia investigativa sarà ampiamente ripagato dai risultati.

L’investigatore  in parecchi casi, quando con le sue ricerche riesce a trovare elementi validi ed è in grado di documentarli in una relazione, o report, dell’attività investigativa compiuta. Questo documento è utilizzabile nel giudizio di revisione dell’importo dell’assegno e, difficilmente, potrà essere contestato dalla controparte nelle sue risultanze. Questo avviene perché le investigazioni private hanno valenza processuale, alle condizioni che adesso ti illustriamo.

Prendiamo ad esempio un caso concreto: una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma [1] ha tagliato l’assegno all’ex moglie proprio sulla base delle risultanze acquisite dal detective incaricato dall’ex marito, risultanze che sono state decisive per l’esito del giudizio.

Ora procediamo con ordine per capire come si è arrivati a questo importante risultato. Vediamo, innanzitutto, come funziona la revisione al ribasso dell’importo dell’assegno di mantenimento, o anche la sua eliminazione completa, e per quali motivi può essere chiesta. Da qui arriveremo a descrivere le attività ed il ruolo dell’investigatore privato per farti capire come può far annullare l’assegno di mantenimento.

La revisione dell’assegno di mantenimento

L’assegno di mantenimento è la somma versata dopo la separazione all’ex coniuge economicamente più debole; a seguito del divorzio prende il nome di assegno divorzile. Il suo importo viene stabilito dal giudice in base alle situazioni patrimoniali dell’obbligato e del beneficiario, oppure può essere concordato tra le parti in caso di separazione consensuale.

La revisione dell’assegno di mantenimento diventa possibile quando mutano le condizioni economiche originarie. Se quelle del beneficiario sono migliorate, oppure sono peggiorate quelle dell’ex coniuge tenuto a versarlo, si può chiedere al giudice la riduzione dell’assegno di mantenimento, in modo da stabilire un nuovo importo, congruo e commisurato alle attuali situazioni ed esigenze, oppure la sua completa eliminazione se sono venuti meno i presupposti per la sua erogazione.

Come ridurre o annullare l’assegno di mantenimento

Come hai appena visto, l’importo dell’assegno di mantenimento non è immutabile nel tempo ma può essere revisionato, al rialzo o al ribasso, se nel frattempo sono mutate le condizioni economiche di una o di entrambe le parti.

Per arrivare ad ottenere la riduzione, o l’annullamento integrale dell’assegno, è però necessario che sussistano «giustificati motivi», cioè circostanze rilevanti e sopravvenute rispetto a quelle già prese in considerazione al momento di determinazione dell’importo iniziale. Ma la prova dei mutamenti non è semplice da fornire, e allora viene alla ribalta il ruolo dell’investigatore privato.

Quando si può tagliare il mantenimento all’ex coniuge

Le possibilità da utilizzare per tagliare il mantenimento all’ex coniuge sono molteplici: si può far valere il peggioramento della propria situazione reddituale o patrimoniale (è il caso di riduzione assegno mantenimento per difficoltà economiche) oppure anche il miglioramento di quella del beneficiario dell’emolumento, in modo da giustificare la richiesta di riduzione dell’importo o di eliminazione totale dell’assegno.

Per conoscere le modalità e i termini di instaurazione del giudizio, da proporre allo stesso tribunale che aveva determinato la cifra iniziale, leggi “assegno di mantenimento: come ottenere la riduzione“.

Taglio assegno di mantenimento: il ruolo dell’investigatore privato

Il benessere economico dell’ex marito o moglie può essere migliorato per diverse cause. Le più frequenti nella pratica sono l’instaurazione di una nuova convivenza con un altro compagno abbastanza facoltoso per mantenere la coppia così formata, oppure altri fatti sopravvenuti, come il ricevimento di un’eredità consistente, l’apertura di un’attività commerciale redditizia o un lavoro retribuito con compensi elevati (si pensi a una promozione con un grosso scatto stipendiale), e, talvolta, l’incremento reddituale è dovuto a emolumenti percepiti in nero, non dichiarati tra i redditi ufficiali del percipiente, che così continua ad apparire, falsamente, più povero di quanto realmente è.

In questi casi, il ruolo degli investigatori privati diventa determinante per scoprire tutte queste circostanze e provarle. Il detective al quale avrai affidato l’incarico potrà ottenere informazioni rilevanti sulla situazione familiare e lavorativa dell’ex coniuge e ciò giocherà a favore della richiesta di riduzione o di annullamento dell’assegno di mantenimento.

Prove acquisite dall’investigatore privato: sono utilizzabili?

Gli elementi acquisiti attraverso l’attività investigativa compiuta dal detective sono utilizzabili nel processo civile di revisione dell’assegno di mantenimento, se le prove non sono state ottenute in violazione di legge, come ad esempio mediante intercettazioni abusive, violazioni di domicilio o introduzione in luoghi di privata dimora per effettuare riprese audio o video: in tali casi, ci sarebbe il reato di interferenze illecite nella vita privata [2].

Per maggiori dettagli, leggi quali sono i limiti dell’investigatore privato: troverai la descrizione dettagliata di ciò che non può fare.

L’ex coniuge può contestare le informazioni acquisite dall’investigatore?

Tieni presente che il procedimento di riduzione del mantenimento è contenzioso, cioè si svolge nel contraddittorio giudiziale con l’ex coniuge. Ciò significa che la controparte potrebbe contestare i fatti asseriti dal detective e documentati nella sua relazione investigativa.

La contestazione, però, per assumere valore non può essere generica, ma deve essere specifica, cioè indicare precisamente i motivi per i quali si ritengono dubbie, invalide o prive di significato probatorio le risultanze attestate dall’investigatore privato.

Se ciò non avviene, il giudice ne terrà conto, come è accaduto nella sentenza menzionata all’inizio [1], dove si legge che «l’investigatore privato incaricato dal ricorrente ha accertato, senza smentita alcuna di parte appellata», una serie di circostanze che si sono rivelate decisive.

Cosa può accertare l’investigatore privato?

La relazione investigativa del detective, infatti, aveva dimostrato compiutamente, mediante indagini svolte anche attraverso i social network (come Facebook, Instagram, TikTok, ecc.):

  • l’esistenza di un nuovo legame sentimentale instaurato dall’ex moglie dopo il divorzio;
  • l’effettiva e stabile convivenza “more uxorio” (cioè come marito e moglie) della coppia presso l’abitazione del nuovo partner;
  • l’ammontare dei redditi percepiti dal nuovo compagno dell’ex moglie;
  • l’avvio di un nuovo e fruttuoso esercizio commerciale da parte dell’ex moglie;
  • i versamenti in entrata affluiti sulla carta prepagata riconducibile all’ex moglie, senza transito nel conto corrente.

In particolare, la Corte ha ritenuto validi i movimenti di denaro compiuti con la carta prepagata «stante la ridotta capacità probatoria delle dichiarazioni fiscali dei lavoratori autonomi», consentendo così di ricostruire il maggior reddito conseguito dall’ex moglie con l’attività commerciale in misura superiore a quanto riportato in dichiarazione dei redditi, al punto che il Collegio ha ritenuto «non più dovuto alcun emolumento da parte del coniuge»: l’assegno di mantenimento è stato, così, completamente eliminato, con decorrenza retroattiva dalla data di proposizione del ricorso.

 
Pubblicato : 22 Settembre 2023 15:42