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Licenziamento per comportamenti precedenti all’assunzione

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(@angelo-greco)
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Fatti anteriori all’assunzione: il licenziamento è legittimo solo se la condotta del dipendente è tanto grave da rompere il legame di fiducia co datore di lavoro. 

È legittimo il licenziamento per comportamenti precedenti all’assunzione che possano ledere l’immagine dell’azienda? Si pensi al caso di un lavoratore che abbia commesso un reato, ormai prescritto in sede penale e dunque non più punibile, ma di entità talmente rilevante da poter determinare un forte imbarazzo nei confronti della clientela o da far ritenere che le mansioni a questi delegate potrebbero essere svolte in modo non corretto. 

Secondo la giurisprudenza, semmai il datore di lavoro dovesse venire a conoscenza di una condotta particolarmente grave, rilevante sotto il profilo penale, commessa dal dipendente prima della stipula del contratto di lavoro, sarebbe più che legittimo il licenziamento disciplinare. Ma ciò solo a patto che il fatto sia di gravità e natura tali da ledere irrimediabilmente il rapporto di fiducia che deve legare l’azienda al proprio collaboratore. 

Si pensi al caso di un soggetto che abbia avuto precedenti penali per reati di particolare disvalore sociale – come il traffico di droga – e che poi si trovi a svolgere mansioni a contatto con minorenni. Di sicuro, nel momento in cui il pubblico dovesse venire a conoscenza di un fatto del genere, l’attività potrebbe subirne un irrimediabile danno. Ma lo stesso discorso potrebbe farsi anche all’interno delle pubbliche amministrazioni, delle forze dell’ordine, dell’ufficio delle imposte, dove ancor di più l’immagine di decoro, probità, correttezza e rettitudine contano e, anzi, sono richieste dalla stessa Costituzione. 

Con queste motivazioni una recente sentenza della Cassazione [1] ha stabilito che si può licenziare un lavoratore per un reato da questi commesso prima dell’assunzione anche se, sotto il profilo penale, il suo comportamento non può piacere essere punito. In ogni caso, affinché il provvedimento espulsivo possa ritenersi legittimo, è necessario che il datore di lavoro abbia preso conoscenza del fatto solo dopo l’avvio del rapporto lavorativo; se infatti questi ne era già consapevole prima dell’assunzione non può poi “cambiare idea”.

La vicenda decisa dalla Suprema Corte. riguarda il licenziamento disciplinare intimato dall’Agenzia delle Entrate a un proprio dipendente, a seguito della scoperta di fatti antecedenti all’inizio del rapporto di lavoro ed emersi dalle risultanze del processo penale.

In particolare, al lavoratore erano stati contestati in sede disciplinare i medesimi fatti oggetto del procedimento penale conclusosi in primo grado con sentenza e successivamente prescritto, consistenti nell’aver percepito un compenso da un privato per lo svolgimento di una pratica presso l’Inps e nella partecipazione a un’associazione volta a individuare e indurre soggetti aventi diritto a prestazioni previdenziali a versare indebiti compensi per il favorevole esito delle relative pratiche.

Il licenziamento veniva confermato in tutti i gradi di giudizio. 

Naturalmente il giudice deve fare una valutazione di proporzione tra il fatto ascritto al dipendente e la sanzione disciplinare. Difatti il licenziamento deve essere sempre l’ultima spiaggia, la sanzione cui ricorrere solo quando non sono possibili ulteriori provvedimenti. Ad esempio, se il datore può evitare il danno all’azienda adibendo il dipendente a un ruolo non a contatto con il pubblico – ad esempio come magazziniere – il licenziamento potrebbe essere scongiurato. 

Se è vero che si può licenziare un dipendente per reati commessi prima dell’assunzione, a maggior ragione ciò può avvenire se l’illecito penale è commesso dopo, indipendentemente se esso è avvenuto durante le ore di lavoro o all’eterno dell’azienda. Anche quando un comportamento penalmente rilevante non ha alcuna attinenza con le mansioni attribuite al dipendente, la commissione di un reato potrebbe comportare un pregiudizio alla reputazione dell’imprenditore e, pertanto, giustificare il licenziamento. Ne abbiamo parlato in Si può licenziare un dipendente condannato penalmente?

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Pubblicato : 12 Gennaio 2023 17:00