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Libretto cointestato: uno dei titolari può prelevare tutti i soldi?

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(@adele-margherita-falcetta)
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Quello che c’è da sapere sui libretti di risparmio e sui diritti spettati a ciascuno dei cointestatari nel caso in cui essi appartengano a più persone.

Immaginate di aver deciso, insieme a un caro amico o familiare, di aprire un libretto di risparmio, intestato a entrambi, per gestire congiuntamente le spese comuni, come quelle per una vacanza o per la ristrutturazione di casa. Con il tempo, questo libretto diventa una sorta di “tesoretto” condiviso, un luogo sicuro dove entrambi potete depositare fiduciosamente i vostri risparmi. Tuttavia, un giorno vi sorge un dubbio: in caso di libretto cointestato, uno dei titolari può prelevare tutti i soldi senza il consenso dell’altro? La questione non è meramente ipotetica ma solleva importanti riflessioni sulle dinamiche legali e sulla fiducia reciproca che sottendono a tale tipo di conti condivisi. In quest’articolo, analizzeremo da vicino le normative e le prassi bancarie che regolano i libretti di risparmio cointestati, offrendo una panoramica su come vengono gestite situazioni del genere e quali diritti e doveri spettano a ciascun titolare.

Libretto di risparmio: come funziona?

Il libretto di risparmio bancario o postale si posiziona come uno degli strumenti di accumulo di denaro maggiormente utilizzati in Italia, grazie in particolare alla sua straordinaria semplicità di impiego.

Questo strumento finanziario svolge funzioni analoghe a quelle di un salvadanaio tradizionale, con la specificità che i fondi depositati sono assicurati direttamente dallo Stato, che si impegna a garantire l’integrità di ogni somma depositata.

In passato si distinguevano due categorie di libretti di risparmio: quelli nominativi e quelli al portatore. I libretti sono registrati a nome di uno o più individui specifici e legati direttamente alla loro identità, potendo anche essere aperti in cointestazione. D’altra parte, i libretti al portatore, che erano utilizzabili indistintamente da chiunque ne venisse in possesso, non sono più permessi a seguito del divieto introdotto dal Decreto legislativo n. 90/2017, attuativo della quarta Direttiva europea contro il riciclaggio di denaro. Da allora, a partire dall’estate del 2017, la legge consente unicamente la creazione di libretti di deposito, sia bancari che postali, di tipo nominativo.

Inoltre, a partire dal 31 dicembre 2018 la detenzione di libretti al portatore è stata dichiarata illegale.

Nel contesto attuale, il libretto di risparmio offre la possibilità di effettuare versamenti e riscossioni di denaro in qualunque sportello della banca emittente o sede postale dislocata sul territorio nazionale. È inoltre fattibile procedere al prelievo di contante attraverso gli sportelli automatici bancomat o postamat.

Quanto denaro si può depositare su un libretto di risparmio?

Non si pone alcun limite alla quantità di denaro che è possibile depositare su un libretto di risparmio. È dunque permesso a ciascun possessore di versare qualsiasi importo a proprio piacimento. Tuttavia, è essenziale comprendere che la protezione del capitale è assicurata esclusivamente per importi che non eccedano i 100.000 euro.

Questo aspetto assume particolare rilevanza in scenari di bailin, ovvero quel meccanismo di salvataggio interno adottato dalle istituzioni bancarie in fasi di criticità finanziaria interna, volto a stabilizzare rapidamente la situazione. Il principio alla base del bail-in prevede che le risorse finanziarie eccedenti la soglia dei 100.000 euro possano non essere garantite.

La soglia di garanzia di 100.000 euro è stabilita su base individuale per ogni titolare di un conto o libretto, come sancito dalla Direttiva europea n. 2014/59/UE insieme alla Direttiva n. 2014/49/UE. Quest’ultima normativa chiarisce esplicitamente che il limite di sicurezza dei 100.000 euro va applicato per singolo correntista.

Pur essendo la probabilità di incorrere in tali circostanze relativamente remota, è sempre opportuno essere informati al riguardo.

Qual è la differenza tra libretto postale e conto corrente?

La differenza fondamentale tra un conto corrente e un libretto di risparmio risiede nella loro intrinseca natura e finalità: il conto corrente non si limita a essere un mero deposito di capitali, ma è uno strumento agile per utilizzare il denaro, sia per ricevere pagamenti e accrediti di vario tipo che per effettuarli. Il libretto di risparmio, d’altra parte, agisce effettivamente come un salvadanaio, offrendo una soluzione più semplice e diretta per conservare il denaro.

Dal punto di vista dei costi operativi, il conto corrente si distingue per la sua capacità di offrire una gamma più ampia di servizi, sebbene ciò possa comportare delle spese di gestione. Al contrario, il mantenimento di un libretto postale è generalmente privo di costi aggiuntivi, al netto delle imposte.

Libretto cointestato: ogni titolare può prelevare tutto il denaro depositato?

Tra le varie categorie di libretti di risparmio disponibili, si distingue quello cointestato a più soggetti, in cui ogni titolare viene considerato comproprietario dell’importo ivi depositato, teoricamente in parti uguali.

In caso di libretto cointestato, uno dei titolari può prelevare tutti i soldi senza avvisare l’altro (o gli altri)? La risposta è affermativa: infatti ogni co-titolare ha la libertà di gestire e utilizzare la propria porzione del denaro come meglio crede.

Si possono tuttavia verificare situazioni spiacevoli, come quella in cui uno degli intestatari svuota il libretto senza aver preventivamente informato gli altri co-titolari dell’operazione. La legislazione vigente ammette, in alcuni casi, tali comportamenti.

Una distinzione importante, infatti, riguarda la modalità di gestione del libretto cointestato, che può essere organizzata secondo il regime di firme congiunte o firme separate.

Con le firme congiunte, ogni transazione finanziaria richiede l’approvazione di tutti gli intestatari, garantendo così che ciascuno sia al corrente degli incassi e dei pagamenti effettuati.

Al contrario, nel modello di firme separate, è concesso a ogni titolare di procedere autonomamente con le operazioni finanziarie sul libretto, inclusa la possibilità di prelevare l’intero saldo, senza necessità del consenso degli altri co-intestatari.

In questa eventualità, l’istituto emittente del libretto non ha l’obbligo di notificare agli altri co-titolari le operazioni eseguite. Gli altri co-titolari, però, possono intraprendere azioni legali contro l’intestatario che ha ritirato i fondi, nel caso in cui intendano contestare tale azione. Chi ha effettuato il prelievo è poi chiamato a dimostrare di essere l’effettivo proprietario dell’intera cifra, fornendo prove che attestino come l’ammontare prelevato sia stato originariamente versato da lui stesso. In assenza di tali prove, l’individuo è tenuto a rimborsare agli altri co-titolari le rispettive quote di denaro.

 
Pubblicato : 2 Agosto 2024 17:15