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Lettera di contestazione entro quanti giorni

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(@mariano-acquaviva)
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Quali sono i principali obblighi di un dipendente? Entro quanto tempo si può rispondere alla formale contestazione del datore di lavoro?

Ogni dipendente deve svolgere con la massima diligenza possibile le mansioni che gli sono attribuite dal datore. Il venir meno a questo obbligo, così come a tutti gli altri richiesti dagli specifici compiti assegnati, fa sorgere in capo al lavoratore una vera e propria responsabilità contrattuale che può terminare anche con il licenziamento. È in questo contesto che si inserisce il seguente quesito: entro quanti giorni va comunicata la lettera di contestazione?

Come diremo, la formale contestazione rappresenta l’inizio del procedimento disciplinare. Trattandosi di una procedura che deve consentire al dipendente di mettersi nelle condizioni di potersi difendere, il datore non può contestare la presunta condotta illecita a molta distanza di tempo da quando essa è avvenuta: se così fosse, verrebbe leso il diritto di difesa del dipendente e la contestazione finirebbe per diventare un mero pretesto per sbarazzarsi del lavoratore. E allora, entro quanti giorni va notificata la contestazione? Vediamo cosa dicono la legge e la giurisprudenza.

Cos’è e a cosa serve la lettera di contestazione?

La lettera di contestazione è il documento che viene formalmente notificato al dipendente quando questi è accusato di aver violato i propri obblighi.

La lettera di contestazione rappresenta il primo passo per l’applicazione di eventuali sanzioni disciplinari e serve al lavoratore per poter esercitare il proprio diritto di difesa, visto che è sua facoltà rispondere adducendo le proprie giustificazioni.

La lettera di contestazione è obbligatoria?

La lettera di contestazione non è obbligatoria quando la violazione è di tenue entità; si pensi al ritardo di pochi minuti sul posto di lavoro.

In tutti gli altri casi la lettera di contestazione è obbligatoria. Tanto si evince direttamente dallo Statuto dei lavoratori, secondo cui i provvedimenti disciplinari più gravi del rimprovero verbale non possono essere applicati prima che siano trascorsi cinque giorni dalla contestazione per iscritto del fatto che vi ha dato causa [1].

Quali sono gli obblighi del dipendente?

La lettera di contestazione scatta ogni volta che il dipendente si sia reso gravemente inadempiente ai propri obblighi.

Secondo il Codice civile [2], il lavoratore deve usare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta, nell’esclusivo interesse dell’impresa.

La diligenza del lavoratore deve essere valutata con riferimento alla natura della prestazione e all’interesse dell’impresa: l’attività del dipendente, quindi, deve essere rapportata, da un lato, al tipo di attività lavorativa svolta, alle mansioni concrete assegnate e alla qualifica professionale ricoperta, dall’altro alle particolari esigenze del contesto organizzativo nel quale la prestazione si inserisce.

Il dipendente deve inoltre osservare le disposizioni specificamente impartite dal datore in relazione alle particolari mansioni attribuite.

Si tratta di un vero e proprio dovere di obbedienza che si sostanzia nel dovere di osservare le direttive impartite dal datore e dai suoi collaboratori, dai quali gerarchicamente dipende.

Sul dipendente grava inoltre un divieto di concorrenza e un obbligo di riservatezza: per quanto concerne il primo, il lavoratore non può trattare per conto proprio o di terzi affari che possano fare concorrenza al suo datore; in base al secondo, invece, il lavoratore non può divulgare i cosiddetti “segreti aziendali”, cioè le notizie di carattere organizzativo e produttivo conosciute in ragione dell’inserimento in azienda.

Entro quanto tempo va inviata la lettera di contestazione?

La legge non stabilisce il termine esatto entro cui il datore deve notificare la lettera di contestazione al proprio dipendente.

Secondo la Corte di Cassazione, ciò che conta è che la contestazione sia tempestiva e specifica, così da poter mettere il lavoratore nelle condizioni di potersi difendere.

Per la Suprema Corte [3], la tempestività della contestazione va valutata in base alle circostanze concrete e alla gravità dell’inadempimento, con la conseguenza che deve ritenersi lecita la lettera inviata a distanza di molto tempo dal fatto se l’istruttoria necessaria per l’accertamento è stata lunga.

Si pensi, ad esempio, al furto commesso in uno dei locali dell’azienda, per il quale è stato necessario visionare numerose volte le telecamere e perfino ingaggiare un investigatore per venirne a capo.

In altre parole, la tempestività della contestazione va valutata in base intervallo di tempo necessario per l’accertamento e la valutazione dei fatti contestati.

Per quanto riguarda la specificità, secondo la Cassazione la lettera deve contenere in maniera precisa l’addebito mosso al dipendente, assolvendo alla funzione di consentire al lavoratore incolpato di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa [4].

Lo stesso Statuto dei lavoratori dice infatti che il datore non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente contestato l’addebito e senza averlo sentito a sua difesa.

Per ulteriori approfondimenti sul tema, si legga l’articolo dal titolo Quali sono i termini entro cui avviare la contestazione disciplinare.

Contestazione: entro quanto tempo rispondere?

Se non c’è un termine esatto entro cui il datore deve notificare la lettera di contestazione, è invece previsto un termine entro cui rispondere.

Per la precisione, dalla ricezione della contestazione disciplinare il lavoratore ha 5 giorni di calendario (inclusi quindi gli eventuali festivi intermedi) per far pervenire al datore le osservazioni a propria difesa. Non rileva che, per esempio, siano state inviate per posta e non siano ancora state recapitate.

Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dal titolo Come difendersi da una sanzione disciplinare.

 
Pubblicato : 29 Agosto 2023 15:45