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Le ferie devono essere motivate e giustificate?

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(@angelo-greco)
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Quando le ferie possono essere negate e cosa succede se ci si mette in ferie senza l’autorizzazione.

Un nostro lettore ci chiede testualmente: «Il mio datore può chiedermi un certificato valido per giustificare la mia richiesta di ferie? Può imporlo per regolamento aziendale?». La questione che ci viene rappresentata ci appare alquanto bizzarra e sarebbe più opportuno comprendere meglio la vicenda per una risposta più puntuale. In questa sede ci limiteremo comunque a spiegare se le ferie devono essere motivate e giustificate, chi decide il calendario delle ferie, quando il datore può rifiutarle e cosa succede a chi, nonostante il diniego, si assenta ugualmente dal lavoro.

Chi decide le ferie

Il dipendente presenta la richiesta di ferie al datore di lavoro ma spetta solo a quest’ultimo decidere il relativo periodo, coordinando le esigenze alla continuità della produzione aziendale con le istanze dei vari lavoratori.

Se non vi sono valide ragioni per negare le ferie nei giorni indicati dal dipendente, sarebbe illegittimo e mobbizzante il diniego ingiustificato del datore.

In proposito, la Cassazione ha detto che il datore di lavoro non può imporre le ferie al dipendente. Il potere di determinare il periodo di fruizione spetta alla società, ma quest’ultima deve sempre tener conto delle esigenze del lavoratore, il quale a sua volta deve poter programmare le ferie, altrimenti gli verrebbe precluso l’effettivo ristoro (Cass. ord. n. 24977/2022).

Le ferie necessitano di giustificazione?

Il diritto ad avere minimo 4 settimane all’anno di ferie deriva dalla Costituzione e dalla legge. Sicché, per fruirne, non c’è bisogno di alcuna giustificazione o motivazione.

Trattandosi peraltro di un diritto indisponibile esso non è monetizzabile: non si può cioè rinunciare alle ferie in cambio di un supplemento sulla retribuzione.

Dunque, il dipendente che abbia maturato le ferie deve essere messo a riposo, senza che sia necessaria un’attestazione o una richiesta ufficiale. Né il regolamento aziendale può contenere una diversa disciplina, salvo solo la previsione di un preavviso entro cui presentare la domanda di ferie (con l’indicazione dei relativi giorni): tanto al fine di coordinare le esigenze dei vari lavoratori con quelle imprenditoriali.

Anzi, il datore che neghi le ferie può essere denunciato: infatti l’illegittimo diniego al periodo annuale di riposo integra un reato.

La legge fissa il termine ultimo entro cui il datore di lavoro deve consentire la fruizione delle ferie. In particolare le ferie devono essere consumate nel seguente modo:

  • 2 settimane entro la fine dell’anno in cui sono maturate e, se lo richiede il dipendente, in via continuativa;
  • 2 settimane entro i 18 mesi successivi all’anno di maturazione, anche in via non continuativa.

Il contratto collettivo di lavoro (CCNL) può prevedere un ulteriore periodo di ferie. Solo a quest’ultimo si può rinunciare in cambio di una retribuzione ulteriore.

Quando non si possono rifiutare le ferie?

Il datore non può rifiutare la richiesta di ferie già maturate se:

  • non vi sono valide ragioni legate all’organizzazione o alla produzione che richiedano la presenza del lavoratore;
  • stanno scadendo – o sono già scaduti – i termini di fruizione delle ferie che abbiamo indicato al paragrafo precedente.

Cosa succede se vado in ferie senza autorizzazione

Il comportamento del dipendente che, nonostante le esigenze aziendali non lo consentano, vada in ferie nel periodo da lui stesso scelto unilateralmente e arbitrariamente commette grave illecito disciplinare: tale atto di insubordinazione infatti può determinare un licenziamento per giusta causa.

 
Pubblicato : 26 Giugno 2024 09:00