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Lasciare il cane chiuso nell’auto: è maltrattamento di animali?

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(@angelo-greco)
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Costituisce reato di maltrattamento di animali lasciare, anche per poche ore, il proprio cane chiuso in macchina.

Il maltrattamento di animali è un reato previsto dal nostro codice penale. La condanna scatta tutte le volte in cui si provocano gravi sofferenze a un animale o lo si detiene in luoghi o condizioni incompatibili con la sua natura. A riguardo, ci si è chiesto più volte se lasciare il cane chiuso nell’auto è maltrattamento di animalianche quando si tratta di pochi minuti, tanti quanto sono necessari per fare compere.

La questione è stata risolta più volte dalla giurisprudenza, in particolare quella della Cassazione. Cerchiamo di fare il punto della situazione. Qui di seguito cercheremo di comprendere dunque quando scatta il reato di maltrattamento di animali e cosa rischia il proprietario che lascia l’animale chiuso in macchina.

Quando scatta il reato di maltrattamento di animali

L’articolo 727 del codice penale punisce due diverse condotte:

  • chi abbandona animali domestici (o che abbiano acquisito abitudini della cattività);
  • chi detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.

In entrambi i casi la pena è l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.

Il reato scatta indipendentemente dalla prova di una effettiva lesione o dalla volontà di procurarla. Conta la semplice potenzialità lesiva della condotta.

Tant’è vero che, con sentenza n. 12436/2020, la Cassazione ha condannato il detentore di cani custoditi in box che non garantivano il ricambio d’aria.

In caso di lesione, questa non deve essere necessariamente “cronica”, potendo anche essere una ferita guaribile in breve tempo.

Si può lasciare un cane chiuso in auto?

La Corte di Cassazione, con la sentenza 44902/2012, ha confermato che lasciare un cane chiuso in autopuò configurarsi come maltrattamento.

Nel caso esaminato, una donna è stata condannata per aver lasciato il proprio cagnolino chiuso in macchina durante una giornata particolarmente calda. L’intervento di un vigile urbano e di un veterinario ha giocato un ruolo chiave nell’accertamento della situazione dell’animale, che mostrava segni di ansia e paura. In particolare, il veterinario aveva dichiarato in giudizio: «Un tale comportamento è assolutamente incompatibile con la natura dell’animale, potendo provocargli paura e sofferenza», tenuto anche conto che «gli escrementi rinvenuti nell’auto potevano essere stati provocati dallo stato di ansia e di paura».

La Corte di Cassazione ha pertanto dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla donna, confermando la condanna a una multa di mille euro. La Suprema Corte ha inoltre condannato la donna al pagamento delle spese processuali e di un’ulteriore somma a favore della Cassa delle ammende.

La sentenza sottolinea la responsabilità dei proprietari nel garantire il benessere e la sicurezza dei loro animali domestici. Lasciare un animale in condizioni potenzialmente pericolose, come un’auto chiusa sotto il sole, può avere serie ripercussioni legali.

Per evitare la condanna, il proprietario dovrebbe prendere alcune precauzioni come:

  • parcheggiare in una zona d’ombra;
  • garantire un ricambio d’aria, lasciando il finestrino semi aperto;
  • non prolungare troppo la propria assenza;
  • parcheggiare in un luogo ove possa esercitare un controllo visivo (ad esempio non lontano dal negozio ove si trova)

Cane chiuso nel bagagliaio: i precedenti della Cassazione

Dello stesso tenore è la sentenza della Cassazione n. 2774/2005 a norma della quale integra il reato del maltrattamento di animali il comportamento di chi tenga rinchiuso un animale per un apprezzabile lasso di tempo in un luogo particolarmente angusto, come il bagagliaio di un’auto; la commissione del reato, infatti, non richiede una specifica volontà di infierire sull’animale, né che si cagioni una lesione fisica, potendo la sofferenza consistere in soli patimenti psicologici.

Come difendersi dall’accuso di maltrattamento di animali

Trattandosi di un reato punito, nel minimo, con una pena di non oltre 2 anni di reclusione, è applicabile al reo la “particolare tenuità del fatto”, un istituto che consente di evitare la condanna penale se il comportamento è occasionale.

Secondo la sentenza della Cassazione n. 36574/2023, tra le condizioni ostative al riconoscimento della particolare tenuità del fatto, vi sono i casi in cui l’autore del fatto abbia agito per motivi abietti o futili o con crudeltà anche nei confronti degli animali. Pertanto, se mancano tali elementi e il padrone era in buona fede, nel senso che abbia agito per semplice negligenza piuttosto che con la deliberata volontà di infierire sull’animale, allora è possibile applicare la “particolare tenuità del fatto”.

 
Pubblicato : 10 Gennaio 2024 15:16